Ultimora
12 Jul 2025 18:39
Due motociclisti morti e 4 feriti nel Veneziano
12 Jul 2025 12:56
Maltratta il cane e percuote passanti, denunciato
12 Jul 2025 12:52
Due arresti per tra rapine a Verona, indagini carabinieri
12 Jul 2025 11:57
Cgia, costo dei dazi Usa fino a 12 miliardi di euro
12 Jul 2025 11:15
Martella (Pd), Zaia fissi data elezioni, basta giochi di potere
11 Jul 2025 21:45
Maltrattamenti in un asilo, 3 maestre sospese nel Rodigino
13 Jul 2025 09:52
Allen, il bimbo di 5 anni, è stato trovato, è vivo
13 Jul 2025 09:30
Allen il bimbo di 5 anni è stato trovato, è vivo
13 Jul 2025 09:09
++ Allan il bimbo di 5 anni è stato trovato, è vivo ++
13 Jul 2025 08:42
Protezione Civile di Gaza, almeno 27 morti in raid oggi. Ieri 110 morti
13 Jul 2025 08:38
Media, Trump valuta possibili nuovi finanziamenti per Kiev
13 Jul 2025 08:30
Fonti, 'attacchi israeliani a Gaza, ieri 110 morti'
È un dicembre caldo per le relazioni industriali. I due terzi dei sindacati italiani, Cgil e Uil (la Cisl non aderirà), hanno proclamato il prossimo 16 dicembre uno sciopero generale per dare risposta al crescente disagio sociale. Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri motivano la protesta in virtù di una manovra governativa considerata “insoddisfacente”.
Uno sciopero generale che in tempo di pandemia lascia fuori solo i lavoratori del settore sanità (e per fortuna ci aggiungiamo noi). Per atterrare dai grandi ragionamenti nazionali a Bassano, bisogna andare in casa Confindustria e leggere riga per riga la dura reazione a questo sciopero generale natalizio. Il comunicato è di Alberto Favero in qualità di vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle relazioni industriali (è anche Ad della Baxi Spa, seconda realtà lavorativa per dimensioni del bassanese dopo l’Azienda sanitaria locale). La Baxi è nondimeno una delle poche realtà dove le relazioni industriali sono una materia da prendere con le pinze.

Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza.
«In questo contesto è lunare pensare che il paese si fermi per uno sciopero. A Vicenza siamo stati in grado di recuperare e superare i livelli di produzione pre-Covid già nel terzo trimestre di quest’anno grazie ad uno sforzo incredibile di tutti coloro che lavorano nelle imprese manifatturiere», scrive l’ingegner Favero. Ed è un’opinione che rispecchia il pensiero della maggioranza del nostro tessuto industriale, almeno sentendo al telefono qualche imprenditore della zona. Non si tratta questa volta della classica contrapposizione tra sindacati e imprese, quanto piuttosto della valutazione di un contesto economico anomalo creatosi durante la pandemia, dove si mescolano “rimbalzi” della produzione, stop and go negli ordinativi e terribili aumenti del costo dei beni e dei servizi.
«Tra nuove varianti e recrudescenza del virus e soprattutto a causa dei costi folli delle materie prime e dell’energia, senza contare gli incagli della logistica internazionale, si rischia di vanificare tutto. Ci sono aziende dell’automotive che son tornate in Cig perché, a causa della mancanza di materiali, le case automobilistiche non riescono a produrre un numero congruo di auto; ci son aziende chimiche che hanno sospeso la produzione perché il costo dell’energia non è, in questo momento, sostenibile».
C’è poca politica, dunque, in questo braccio di ferro natalizio tra capitale e sindacato, visto che la stessa Confindustria mantiene qualche dubbio su alcuni punti della manovra economica.
«Neanche noi siamo soddisfatti di quanto proposto in legge di bilancio sul taglio delle imposte, perché abbiamo visto ritornare in auge quelle logiche di spartizione delle risorse alle varie conventicole di riferimento dei partiti. Invece pare che qualche sigla voglia banalmente partecipare a questa spartizione senza tener conto della realtà della situazione del paese che deve puntare a sostenere il lavoro, non le pensioni», prosegue nella nota stampa il vicepresidente di Confindustria Vicenza. Non partecipa allo sciopero la Cisl, e per bocca di Roberto Benaglia, segretario generale Fim, si riassapora un vocabolario da anni Ottanta (“sindacalismo della convenienza”, e ancora “serve un sindacato che non sia massimalista e che sia più partecipativo”).
Posizioni che si ritrovano anche a livello locale, come si legge chiaramente nel comunicato degli industriali.
«Una sigla, seppur anch’essa critica nei confronti del Governo, ha almeno dimostrato senso di responsabilità non aderendo ad uno sciopero che, in questo momento storico, è ingiustificabile. Purtroppo, si stanno ripetendo quei riti che vediamo anche all’interno delle nostre aziende in cui determinate sigle, per motivi di mera propaganda, dimenticano che questo dovrebbe essere il momento della responsabilità in cui si fa tutti un passo indietro per lavorare insieme. Nelle fabbriche, come nel paese, ci vuole meno conflitto, meno attenzione agli interessi corporativi e più attenzione agli interessi strategici dell’economia e del Paese, più propensione a svolgere un ruolo partecipativo e non solo rivendicativo».
Il 13 luglio
- 13-07-2023All You Need Is Slow
- 13-07-2022La Magna Carta
- 13-07-2020Pulp Fiction
- 13-07-2019La Cenerentola
- 13-07-2017Ci vediamo in Garage
- 13-07-2017On the Road
- 13-07-2016Diciannove volte Nove
- 13-07-2016Che sia Chiara
- 13-07-2015My name is Bond
- 13-07-2012“Il golf che non piace”
- 13-07-2012Chiusura Bayer di Mussolente, interrogazione dell'on. Lanzarin
- 13-07-2012Etra: disinfestazione anti-zanzare
- 13-07-2012Da “Caronte” a “Minosse”, restano i problemi
- 13-07-2011“Nostalgici del Pdl, rassegnatevi”
- 13-07-2011Legge elettorale: Cassola “sposa” il voto di preferenza
- 13-07-2011Discariche dismesse: monitoraggio della Provincia
- 13-07-2010“Ma Zaia non aveva vinto le elezioni dicendo: prima il Veneto”?
- 13-07-2010L'on. Daniela Sbrollini: “Paghiamo un ritardo di dieci anni”
- 13-07-2010“Sì alla Pedemontana, ma al servizio del territorio”
- 13-07-2010Alpini, conto alla rovescia per il Raduno Triveneto