Pubblicità

Fondazione The Bank

Pubblicità

Fondazione The Bank

Luigi MarcadellaLuigi Marcadella
Giornalista
Bassanonet.it

Lavoro

Lo sciopero lunare

La nota di Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza, sull’imminente sciopero generale

Pubblicato il 09-12-2021
Visto 6.798 volte

Pubblicità

Fondazione The Bank

È un dicembre caldo per le relazioni industriali. I due terzi dei sindacati italiani, Cgil e Uil (la Cisl non aderirà), hanno proclamato il prossimo 16 dicembre uno sciopero generale per dare risposta al crescente disagio sociale. Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri motivano la protesta in virtù di una manovra governativa considerata “insoddisfacente”.
Uno sciopero generale che in tempo di pandemia lascia fuori solo i lavoratori del settore sanità (e per fortuna ci aggiungiamo noi). Per atterrare dai grandi ragionamenti nazionali a Bassano, bisogna andare in casa Confindustria e leggere riga per riga la dura reazione a questo sciopero generale natalizio. Il comunicato è di Alberto Favero in qualità di vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle relazioni industriali (è anche Ad della Baxi Spa, seconda realtà lavorativa per dimensioni del bassanese dopo l’Azienda sanitaria locale). La Baxi è nondimeno una delle poche realtà dove le relazioni industriali sono una materia da prendere con le pinze.

Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza.

«In questo contesto è lunare pensare che il paese si fermi per uno sciopero. A Vicenza siamo stati in grado di recuperare e superare i livelli di produzione pre-Covid già nel terzo trimestre di quest’anno grazie ad uno sforzo incredibile di tutti coloro che lavorano nelle imprese manifatturiere», scrive l’ingegner Favero. Ed è un’opinione che rispecchia il pensiero della maggioranza del nostro tessuto industriale, almeno sentendo al telefono qualche imprenditore della zona. Non si tratta questa volta della classica contrapposizione tra sindacati e imprese, quanto piuttosto della valutazione di un contesto economico anomalo creatosi durante la pandemia, dove si mescolano “rimbalzi” della produzione, stop and go negli ordinativi e terribili aumenti del costo dei beni e dei servizi.

«Tra nuove varianti e recrudescenza del virus e soprattutto a causa dei costi folli delle materie prime e dell’energia, senza contare gli incagli della logistica internazionale, si rischia di vanificare tutto. Ci sono aziende dell’automotive che son tornate in Cig perché, a causa della mancanza di materiali, le case automobilistiche non riescono a produrre un numero congruo di auto; ci son aziende chimiche che hanno sospeso la produzione perché il costo dell’energia non è, in questo momento, sostenibile».

C’è poca politica, dunque, in questo braccio di ferro natalizio tra capitale e sindacato, visto che la stessa Confindustria mantiene qualche dubbio su alcuni punti della manovra economica.

«Neanche noi siamo soddisfatti di quanto proposto in legge di bilancio sul taglio delle imposte, perché abbiamo visto ritornare in auge quelle logiche di spartizione delle risorse alle varie conventicole di riferimento dei partiti. Invece pare che qualche sigla voglia banalmente partecipare a questa spartizione senza tener conto della realtà della situazione del paese che deve puntare a sostenere il lavoro, non le pensioni», prosegue nella nota stampa il vicepresidente di Confindustria Vicenza. Non partecipa allo sciopero la Cisl, e per bocca di Roberto Benaglia, segretario generale Fim, si riassapora un vocabolario da anni Ottanta (“sindacalismo della convenienza”, e ancora “serve un sindacato che non sia massimalista e che sia più partecipativo”).
Posizioni che si ritrovano anche a livello locale, come si legge chiaramente nel comunicato degli industriali.

«Una sigla, seppur anch’essa critica nei confronti del Governo, ha almeno dimostrato senso di responsabilità non aderendo ad uno sciopero che, in questo momento storico, è ingiustificabile. Purtroppo, si stanno ripetendo quei riti che vediamo anche all’interno delle nostre aziende in cui determinate sigle, per motivi di mera propaganda, dimenticano che questo dovrebbe essere il momento della responsabilità in cui si fa tutti un passo indietro per lavorare insieme. Nelle fabbriche, come nel paese, ci vuole meno conflitto, meno attenzione agli interessi corporativi e più attenzione agli interessi strategici dell’economia e del Paese, più propensione a svolgere un ruolo partecipativo e non solo rivendicativo».

Pubblicità

Fondazione The Bank

Più visti

1

Attualità

03-12-2025

Ministero e Alpini, accordo sui Campi Scuola

Visto 8.781 volte

2

Attualità

06-12-2025

Mussolente celebra le sue eccellenze

Visto 7.782 volte

3

Incontri

04-12-2025

Scavo nella Storia, all'Aperilibro

Visto 3.627 volte

4

Libri

02-12-2025

Diario estremo: vite a nudo

Visto 3.601 volte

5

Musica

03-12-2025

Nella luce, con Angelini e D'Erasmo

Visto 3.538 volte

6
7

Arte

02-12-2025

Umoristi a Marostica punta sulla SPERANZA

Visto 3.382 volte

8

Scrittori

06-12-2025

Al Vam, un reading musicale per Vitaliano Trevisan

Visto 2.828 volte

9

Altri sport

05-12-2025

Karate, Bassano capitale per un giorno

Visto 2.491 volte

10

Geopolitica

08-12-2025

Rapporti sempre più tesi tra Pakistan e Afghanistan

Visto 2.388 volte

1
2

Politica

22-11-2025

Una poltrona per cinque

Visto 23.649 volte

3

Attualità

12-11-2025

Un assaggio di futuro

Visto 21.356 volte

4

Politica

19-11-2025

La profezia dell’asteroide

Visto 20.947 volte

5

Politica

10-11-2025

Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”

Visto 20.826 volte

6

Politica

17-11-2025

Sim Scalabrin

Visto 20.618 volte

8

Politica

09-11-2025

A tu per tu con Francesco Rucco

Visto 20.339 volte

9

Politica

18-11-2025

PD effe

Visto 20.021 volte

10