Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
24 Aug 2025 12:57
24 Aug 2025 09:36
24 Aug 2025 09:36
23 Aug 2025 13:40
23 Aug 2025 12:39
23 Aug 2025 12:33
23 Aug 2025 20:18
24 Aug 2025 13:30
24 Aug 2025 12:40
24 Aug 2025 13:28
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 13-05-2011
Visto 3.920 volte
Sabato 14 maggio alla Libreria Palazzo Roberti, Umberto Dinelli presenta il suo libro intitolato La Mussolina. I fuochi di una donna, le ceneri di un regime, edito da Cierre nella collana Percorsi. L’autore è medico psichiatra, ha insegnato all’Università di Udine e dirige la rivista “Problemi in psichiatria”. La sua pubblicazione, scritta grazie alla consultazione di carteggi ospedalieri, è dedicata a Ida Dalser, la moglie ripudiata di Benito Mussolini. Di lei non si sa quasi nulla, dell’ex maestro elementare diventato il Duce certo di più, le due storie sono state però per qualche tempo legittimamente intrecciate, poi uno dei due ramoscelli è stato condannato all’estirpazione. La vicenda, di Ida Dalser, raccontata di recente anche dal regista Marco Bellocchio nel film Vincere, è ricostruita nel libro con rigore e scrupolo storico: Dinelli racconta la lunga odissea di Ida e del figlio Benito Albino, “Benitino” Mussolini, parla della resistenza della donna per cercare di non essere cancellata e di non soccombere alla persecuzione amministrativa, all’indifferenza e al dileggio delle persone, racconta la brutalità della segregazione manicomiale a cui è stata condannata. Benitino è stato separato dalla madre in un gioco cinico di tutele e adozioni, collegi e istituti, fino a essere mandato, imbarcato su una flotta, in esilio per il mondo. Ida ha continuato da sola la sua lotta disperata per la sopravvivenza, un calvario che si è svolto tra il manicomio di Pergine e il San Clemente di Venezia, dove alla fine è morta sopraffatta da un gioco di annientamento troppo grande da sopportare. Il figlio ha condiviso la fine tragica della madre ed è morto a 27 anni stroncato da un trattamento medico nel manicomio di Limbiate. Una tragedia greca, non scritta, carte e testimonianze sono state fatte sparire, il libro ricorda la storia della donna che un giorno disse a Mussolini “Va’ là, Duce, che sei un pover’uomo!”, e contribuisce a restituire un debito di verità, se i morti parlano i vivi devono ascoltare.
A introdurre l’incontro sarà il dottor Franco Garonna, medico psichiatra. L’ingresso è libero.
scena del film "Vincere" di Marco Bellocchio
19-08-2025
Visto 4.010 volte