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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Viaggio a Lampedusa
Martedì 19 aprile il coordinamento GPL propone presso il Ridotto Remondini la proiezione di un documentario che racconta il mondo in migrazione
Pubblicato il 14-04-2011
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Il gruppo bassanese GPL www.percorsigpl.it propone martedì 19 aprile presso il Ridotto Remondini la proiezione del documentario Viaggio a Lampedusa. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Coordinamento Cittadino per la Pace e Per una Città Positiva. Qui il trailer del film www.youtube.com/watch?v=9jI17GGfYXA.
Il documentario di Giuseppe Di Bernardo, Federico Tsucalas, Christian Foersch e Giandomenico Pumilia racconta la vicenda di quattro persone che, con la scusa di un viaggio di piacere, vanno alla ricerca di risposte sul fenomeno delle migrazioni partendo proprio dalla piccola isola delle Pelagie, dalla “terra adjacente alla Sicilia” come è definita nella descrizione di un celebre viaggio scientifico d’altri tempi. “L’isola di Lampedusa è oggi invasa da persone che non vogliono restare. I Lampedusani, ospiti esemplari quanto alla prima accoglienza, hanno già dato fondo a ciò ch’è sensato dare in un regime che non è di calamità naturale, né di guerra… Essa è, prima di tutto, isola al quadrato. Speranzosa al quadrato, quand’ha speranza. Disperata al quadrato, quand’è disperata. I buoni, sono buoni al quadrato; i cattivi, cattivi al quadrato” scrive Di Bernardo nel suo blog. E i Veneti, storicamente un popolo di migranti, quale immagine della nostra comunità sta prendendo forma, spesso nonostante noi, nell’immaginario collettivo nazionale? Siamo sicuri che quel logo-emblema che campeggia a tinte forti sui media non appaia deformato, anche poco ad arte? Vale per tutti l’esempio del Presidente della Giunta regionale del Veneto: quando dichiara per noi che “siamo disponibili ad accogliere profughi e non clandestini” cosa vuole dire? I clandestini passano le frontiere di nascosto, sono in etimologia “coloro che si nascondono di giorno, che s’intrufolano e stanno in agguato, gli occulti”, la parola ha un’accezione fortemente negativa, è associata in automatico a comportamenti criminosi. Vuole dire che non vogliamo accogliere criminali? Se è questo siamo tutti d’accordo con lui. Ma ampliando il discorso, chiamare impropriamente e generalizzando clandestino chi arriva sfidando il mare aperto a bordo di barconi stracolmi, rimorchiato dalla nostra Marina, e approda alla luce del sole e delle telecamere, accolto dai saluti di altri clandestini, è un’altra cosa: si tratta di un immigrato irregolare, di un “sans papiers” o di un "non-documented migrant worker" come indica la Nato, o di un profugo, o di un rifugiato politico, o di qualcos’altro da accertare. Alla proiezione in teatro seguirà un interessante dibattito sul tema, saranno presenti gli autori. L’ingresso al Ridotto Remondini è gratuito con prenotazione obbligatoria, vista la capienza limitata della sala farà fede l'ordine di iscrizione da inviare all’indirizzo mail indicato entro il 16 aprile.




