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Quando si è fatto un film come The Blues Brothers è sempre difficile riuscire a bissare il successo. John Landis ne sa qualcosa, perché anche se i suoi film successivi hanno ottenuto notorietà di pubblico e continuano ad imperversare nelle nostri reti televisivi (Il principe cerca moglie e Una poltrona per due, giusto per citarne alcuni) non ha più avuto lo stesso lustro che ebbe nell’ormai lontano 1980.
Con Ladri di cadaveri si percepisce però una certa svolta.

Il film in costume (è infatti ambientato nell’Ottocento) racconta le “eroiche gesta” di Burke e Hare, due sempliciotti alla continua ricerca di denaro che non disdegnano i metodi più truffaldini per ottenerlo. La fortuna sembra sorridergli finalmente quando da una parte i medici della loro cittadina scozzese si ritrovano a corto di cadaveri per le lezioni e gli esperimenti di anatomia, dall’altro il loro coinquilino muore accidentalmente. Iniziano così ad ordire subdoli piani per riuscire a “trovare” altri cadaveri, che vengono poi pagati lautamente dal Dottor Knox. In mezzo a questa spassosa discesa nell’illegalità e nell’immorale vi è ovviamente l’amore, Burke infatti si innamorerà dell’attrice Ginny e deciderà di finanziare la sua trasposizione femminile dell’Amleto con i proventi dei suoi omicidi. E solo l’amore sembra essere il sentimento salvificante.
“Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono”. Il film inizia proprio con questa dicitura facendo già capire il tono generale a cui si va incontro. Ladri cadaveri sembra infatti un ritorno all’ironia e all’umorismo nero più puro di Landis. Certo, la coppia Simon Pegg-Andy Serkis non potrà mai superare Dan Aykroyd -John Belushi ma gli espedienti comici, il ritmo e le battute sono formidabili, i personaggi tutti riusciti e ben calibrati.
E se il finale non è un happyend convenzionale, si esce comunque dalla sala sorridendo, persino i titoli di coda infatti riescono a far ridere!
Ladri di cadaveri è quindi un piccolo gioiello mal valutato. La sua distribuzione non è stata delle migliori, e la visione ne ha certamente risentito. Ma guardandolo si respira l’aria di un passato non così lontano in cui era più facile e più puro ridere. Landis riesce infatti a fare ancora commedie vere, il cui scopo è divertire divertendosi.
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