Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Silvio Forever è un film discusso e discutibile.
Da una parte vi è infatti chi si aspettava da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo una visione molto più critica e dura nei confronti del premier. Dall’altra vi sono i sostenitori politici di questo stesso premier che cercano di denigrare il lavoro per il suo quadro di parte.
Il lavoro documentario degli autori de La Casta assieme ai registi Roberto Faenza e Filippo Macelloni è però un ottimo lavoro di ricerca e presentazione. Il loro intento sembra infatti più quello di mostrare che non di giudicare. Accostando interviste, filmati e testimonianze anche passate ci si trova davanti a contraddizioni e menzogne, a promesse non mantenute. Silvio Forever questo è infatti, un documento che testimonia non solo la vita di Berlusconi dall’infanzia memorabile all’oggi, ma che offre uno spaccato dell’Italia non certo lodevole.
Ci si trova infatti spesso a ridere, ma è un riso amaro perché quanto presentato è drammaticamente vero. I rifiuti a Napoli tuttora presenti, i presunti coinvolgimenti con la mafia, le manie di grandezza, gli scontri e gli incontri con Bossi, le belle donne… la figura di Silvio l’invincibile inizia ad avere qualche crepa.
Il documentario cerca di essere imparziale ma l’immagine che ne esce non è sicuramente positiva.Questo giudizio però siamo noi a darlo, perché ci rendiamo conto che l’accostamento di vecchi filmati alla realtà di oggi stride, rivela le lacune e le mancanze.
Al di là dei giudizi di contenuto che, mai come per questo film, sono soggettive e discutibili perché influenzate non solo dalla propria fede politica ma anche dalla volontà di essere aperti e disposti a mettersi in discussione, Silvio Forever è comunque un ottimo documentario, ben fatto e ben realizzato. La ricerca di archivi, il montaggio di questi, la ricreazione audio (grazie all’amichevole partecipazione di Neri Marcoré) sono infatti tutti impeccabili.
Un film che fa discutere certo. Ma, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli.