Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
27 Aug 2025 18:14
27 Aug 2025 18:03
27 Aug 2025 17:11
27 Aug 2025 16:10
27 Aug 2025 16:05
27 Aug 2025 15:58
27 Aug 2025 18:59
27 Aug 2025 18:43
27 Aug 2025 18:47
27 Aug 2025 18:27
27 Aug 2025 18:24
27 Aug 2025 18:22
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 25-03-2011
Visto 2.833 volte
Sabato 26 marzo presso la libreria Palazzo Roberti, Eraldo Berti e Fabio Comunello presentano il loro libro Corpo e Mente in psicomotricità: pensare l’azione in educazione e terapia, edito da Erickson. Berti e Comunello sono entrambi docenti universitari e autori di numerose pubblicazioni, ma sono conosciuti a Bassano soprattutto per essere i promotori e i responsabili della biofattoria sociale “Conca d’oro” onlus, un’esperienza all’avanguardia un modello di welfare partecipato che utilizza il lavoro nei campi e altre attività connesse per il recupero sociale. Gli autori nella pubblicazione focalizzano il ruolo centrale delle azioni, anche le più banali e quotidiane, nelle relazioni di aiuto rivolte alla prima e seconda infanzia. L’azione - sostengono confermati dalle più recenti ricerche delle neuroscienze Berti e Comunello - non è solo un atto motorio, ma la manifestazione primaria di una realtà condivisa. L’approccio psicomotorio considera l’azione - compiuta, percepita, condivisa - come il motore primo nella costruzione delle relazioni, nella strutturazione delle memorie e nell’apprendimento, compresa la costruzione del sistema simbolico. Il nostro corpo diviene quindi produttore e organizzatore di senso attraverso il susseguirsi delle sue azioni; queste si intrecciano e diventano mezzi e fini di un processo interpersonale che veicola affettività, intenzioni, scopi, regole sociali e progettualità. Ed è importante sottolineare che la funzione relazionale, educativa e terapeutica dell’azione riguarda principalmente i modi con cui essa viene realizzata: sono i modi che ci fanno comprendere, ad esempio, se l’azione di dare un oggetto è un “offrire” o un “imporre”, che ci fanno distinguere l’azione di mettere il piatto in tavola da quella di sbatterlo di malavoglia davanti a un commensale, ed è qui che l’osservazione diventa importante.
Quest’ottica è supportata dalla scoperta scientifica dei neuroni specchio: grazie ad essi il nostro cervello elabora automaticamente una simulazione interna di azioni anche solo percepite, un meccanismo importante per capire, se non i “perché”, almeno i “come” dell’empatia. L’incontro sarà introdotto dal professor Vittorio Andolfato, l’ingresso è libero.