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Rosà che scrive

La Biblioteca civica di Rosà da venerdì 3 marzo invita a un ciclo di quattro incontri dedicati a autori del territorio e ai loro libri. Protagonista del primo appuntamento sarà Gianandrea Frighetto, con Santa Kultura

Pubblicato il 25-02-2023
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Elena Pavan

Da venerdì 3 marzo, a Rosà partirà un breve ciclo di incontri dedicato ad autori del territorio e ai loro libri. RS-Rosà che scrive è una rassegna promossa dal Comune e dalla Rete delle Biblioteche Vicentine che per quattro venerdì consecutivi ospiterà a Palazzo Dolfin Casale, nella sede della Biblioteca, quattro autori che presentando le loro pubblicazioni parleranno di loro e delle loro passioni attraverso quella per la scrittura. L’esordio è affidato a Gianandrea Frighetto, trentenne bassanese, che nel suo Santa Kultura, uscito a ottobre per la Ruota Edizioni di Roma, dialogando con Cristina Lunardon affronterà i temi centrali raccontati nel suo libro, che parla soprattutto dell'importanza della tradizione e della cultura veneta. Si tratta di una storia ambientata negli anni Ottanta, dove il giovane protagonista, a seguito dello sgombero di un vicino convento, vuole salvare i romanzi celati da un frate defunto e usarli per fondare la prima biblioteca pubblica del proprio paese.

Un tema che appartiene alla tradizione letteraria, ma anche di attualità sul territorio, quello di cui tratta il suo libro.

Gianandrea Frighetto

Il romanzo richiama l’attenzione sulla cultura popolare intesa non solo per le tradizioni, gli usi e i costumi e le testimonianze scritte, ma anche nella costellazione di legami intessuti dagli abitanti del paesino di Valle. Si tratta di un giallo che lascia spazio al lettore di assaporare la quotidianità dei personaggi tra una messa domenicale, la pesca nel fiume Mecò o un’ombra all’Osteria da Bepi, luoghi di condivisione e incontro che rappresentano pilastri dell’identità stessa del borgo.

“Santa Kultura” è in realtà il soprannome di un’Ape di proprietà Francescani. Ci racconta in breve, senza svelarne i risvolti, la trama del suo racconto?
Riccardo è un giovane emarginato, senza lavoro né diploma, e non si fa sfuggire l’unica opportunità datagli: sgomberare la libreria del defunto frate Pidkins. Il convento infatti è stato venduto e i confratelli lasciano al ragazzo l’onere di salvare i testi religiosi, senza però sapere che l’anziano Pidkins celava una collezione di romanzi di narrativa. Spinto da un crescente interesse verso i libri, Riccardo cercherà in tutti i modi di salvarli e al contempo proverà a svelare il mistero lasciato da Pidkins: un indizio tra le pagine di un romanzo in cui si parla di un tesoro e di un colpevole nascosto tra le mura del convento.

Come mai l’idea di ambientarlo negli anni Ottanta del secolo scorso?
L’idea è nata durante una ricerca universitaria sulla storia della Biblioteca Civica di Bassano. Fino alla metà del Novecento quest’ultima era considerata come un luogo di conservazione di volumi e testi, ma a partire dal Dopoguerra e soprattutto verso gli anni Settanta e Ottanta la biblioteca cominciò ad avere i tratti che conosciamo oggi: di condivisione, scambio d’idee, mostre e preservazione di ogni forma di cultura. La crescita dei lettori ha portato alla nascita di sempre più biblioteche anche tra i paesini limitrofi e sulla base di questi sviluppi storici ho scelto di ambientare il romanzo proprio negli anni Ottanta.

Si parla del salvataggio di libri, della fondazione di una biblioteca: quali libri dei nostri giorni salverebbe?
Se penso alla mia libreria difficilmente riuscirei a rinunciare a qualche libro, che siano recenti o meno. Ognuno raccoglie esperienze, storie e fantasie che riescono a far entrare in contatto scrittore e lettore per imparare, sognare oppure semplicemente passare il tempo. Diciamo che nel mio caso non potrei fare a meno di autori come Italo Calvino, Ken Follett, Michael Crichton e Wilbur Smith.

L’incontro successivo della rassegna, venerdì 10 marzo, avrà come protagonista il pittore Gianni Chiminazzo, che presenterà un libro dal titolo ambizioso: Come diventare artisti (Battagin Editore). Venerdì 17 marzo sarà la volta di Silvano Bordignon, che presenterà Due di cuore: il fascino discreto della relazione, edito da Kimerik. Chiuderà il ciclo di incontri, questa volta nel tardo pomeriggio alle ore 18.30, Marta Frizzarin, che presenterà La mia vita in pigiama.
Gli appuntamenti avranno inizio alle ore 20.30. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni e dettagli: bibliotecacomunale@comune.rosà.vi.it.

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