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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Musica

In Italia: sulle note di andate e ritorni

Sabato 30 aprile, Uglydogs Aps ha portato a Marostica una tappa del tour in concerto di un artista leggendario: Hugo Race, con il suo gruppo Fatalists

Pubblicato il 02-05-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Sabato 30 aprile, Uglydogs Aps ha portato a Marostica un concerto che ha avuto come protagonista un artista leggendario: accompagnato dal suo gruppo italiano Fatalists è salito sul palco della Sala polifunzionale dell’oratorio “Don Bosco” Hugo Race.
Per un minimo di presentazione, basti ricordare che Race vanta una carriera più che trentennale, ha fatto parte tra gli altri del gruppo Nick Cave and the Bad Seeds, attualmente è il leader degli australiani The True Spirit e dei Fatalists ed è artefice di diversi progetti artistici musicali paralleli; Sapignoli e Giampaoli sono componenti dei Sacri Cuori, progetto del polistrumentista Antonio Gramentieri; Ferrario tra le altre cose ha fatto parte del gruppo degli Scisma. Il musicista e produttore australiano, che ha vissuto per un lungo periodo anche in Italia, ha portato in anteprima rispetto all’uscita europea il loro nuovo lavoro, intitolato Once upon a time in Italy, uscito per l’etichetta indipendente italiana Santeria Records, in distribuzione con Audioglobe. La versione include un Ep bonus di quattro tracce in lingua italiana — il lancio in digitale avverrà il prossimo 13 maggio.
Race alla voce e chitarra, Diego Sapignoli alla batteria, Giovanni Ferrario alla chitarra e alle tastiere e Francesco Giampaoli al basso hanno proposto in quella che è stata una delle prime tappe del tour l’ascolto dei brani di questo album realizzato in parte a distanza nei duri mesi del lockdown. Un lavoro di scavo nel ricordo e nell’esperienza del lasciare andare per i testi, che risentono delle atmosfere stranite che tutti abbiamo vissuto durante il confinamento. Si tratta di un “c’era una volta in Italia” che ha poco di favolistico, di qualcosa che ha più attinenza con l’epico, l’Italia come metafora di paesaggi senza un’identità precisa se non quando nominati e di narrazioni sonore molto originali, suggestive, del tutto ipnotiche nel loro procedere. Qualcosa di perso nel passato, in un tempo lento e polveroso, eppure ancora presente nella sua versione atomizzata, un po’ alla Sergio Leone ma anche un po’ come altri capitoli di Anni senza fine, capolavoro di Simak.

Hugo Race Fatalists a Marostica, foto di Giorgio Crestan

Atomized è pure il titolo di un brano, il terzo presentato dal vivo, l’esordio affidato a quello chiave e manifesto che dà il titolo all’album, che guarda a un futuro inquietante: lo sguardo di Race non è solo rivolto all’indietro ma scorge scenari futuribili dove è la solitudine, anche quella che vivono due persone che sono avanzate appaiate per qualche tempo, a dettare le regole. Anche Mining the Moon scorre come un viaggio visionario, ma in fuga da guerrieri della notte che inseguono e vogliono far male.
Arriva poco dopo la nenia color cielo di Hooked, seguita da un brano che ha un esordio alla Phil Collins intitolato Overcome pieno di passione terrena ma che si chiude con una sorta di rinuncia da ali bruciate. Si parla anche di mafia, un cancro senza cura che l’Italia ben conosce qui in realtà trasfigurato in Mafia, e poi di cercatori d’oro che ci si augura smarriscano la strada, in Gold Digger. Le chitarre si inseguono, la voce roca di Race incanta, rende spesso carichi di sensualità i brani, e poi ritorna l’amore sempre combattuto in Confessions. Verrebbe da pensare a posteriori, nonostante la cronologia, che parli molto di battaglie, di guerra, questo lavoro già evaso prima dei nostri giorni, ma più forte di tutto è l’impressione che lascia il messaggio di pace di Hurdy Gurdy Man, la bella cover qui proposta nella versione inglese del celebre brano degli anni Sessanta di Donovan che fa la sua apparizione tra i bis, numerosi, concesso al pubblico dagli artisti: l’Uomo Ghironda che raccontava il cantautore scozzese di nuovo e ancora canta canzoni d’amore e dell’anima.
Un concerto generoso. Grandi applausi e indubbiamente una grande opportunità offerta al pubblico da Uglydogs.

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