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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Tra le carte con Hamlet
Una performance che gira per l'Europa, affonda nelle radici della celebre tragedia di Shakespeare e nell'animo del suo protagonista
Pubblicato il 29-08-2020
Visto 1.434 volte
Offerta da B.Motion Teatro, la sezione di Operaestate Festival dedicata al contemporaneo, Hamlet private è stata organizzata in più momenti suddivisi in diversi giorni, proprio per il suo carattere particolare di video-performance che impone il rapporto uno a uno tra performer e spettatore — originariamente si svolgerebbe dal vivo.
A condurre virtualmente per mano in questa esperienza che affonda parole e segni premonitori nell’arcano, sono due performer che si sono alternate a incontrare su Zoom gli interessati, Anna Fascendini e Giulietta De Bernardi. Si tratta di due tra le otto esperte che da anni portano in giro per l’Europa Hamlet private, la creazione di una regista svizzero-finlandese che vive a Helsinki che si replica in una tournée che ha preso il via dal 2014, qui prodotta da Campsirago Residenza.
Sul tavolo nero a specchio inquadrato dal video, c’è un mazzo di 22 carte chiamato Talmeh (anagramma di Hamlet) sulla cui origine, viene spiegato, non si sa molto, si hanno sue notizie dal 1600 in Inghilterra, probabilmente fu importato dai mercanti veneziani dall’Oriente. Il mazzo di carte è uno strumento divinatorio che a differenza di altri suoi simili non predice il futuro, ma mette al centro il dubbio, rivaluta proprio l’indugiare che tanto è colpevolizzato nel nostro tempo che premia l’efficienza e la velocità. Il dubbio ci rende umani e ci consente di ipotizzare scenari differenti, a seconda delle scelte che compiamo.

da Hamlet private, con Campsirago Residenza per B.Motion
Il gioco si snoda attraverso la scelta al buio delle carte, secondo le istruzioni della performer. Girate, esse svelano illustrazioni, numeri e parole pieni di suggestioni; le parole si scopriranno appartenere alla celebre tragedia di Shakespeare. Le carte che individuano i capisaldi della vicenda di Amleto vengono mescolate e girate quasi nel silenzio, si sente solo una musica quieta di sottofondo. Quelle scelte di volta in volta, mostrando il loro volto raccontano, componendola a piccoli passi, una storia nuova che si dirama a partire da quella del principe di Danimarca, ma si connette a quella personale del "giocatore". Il racconto che nasce è esplorato e narrato dalla performer che interagisce con la persona al di là dello schermo illustrando combinazioni e significati. In merito a una questione scelta dallo spettatore, le carte del dubbio con la loro doppia valenza compongono geometrie e un quadro complesso, da decifrare insieme. L’invito è rivolto a indagare, ad andare alla scoperta di sé guardando al proprio passato e al presente che diventano narrazione, per scorgere direzioni già tracciate, e poi forza e energie protese nel futuro.
Un’esperienza suggestiva, straniante, vissuta nell’intimità della propria casa in stretto contatto con un mondo letterario e culturale che affonda le radici nei secoli e che invita a un interessante gioco delle parti, ritmato dal tempo di una clessidra.
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