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Lunedì 20 luglio alle 21.30 dal Teatro al Castello Tito Gobbi di Bassano del Grappa si alza il sipario sulla 40^ edizione di Operaestate Festival, il ricco programma estivo promosso dalla Città di Bassano del Grappa, con il Ministero dei Beni e Attività Culturali, la Regione Veneto, le Città Palcoscenico e le aziende aderenti agli Amici del Festival.
Ad inaugurare questa speciale edizione del Festival un vero e proprio avvenimento musicale, che unisce il talento di uno fra i più acclamati musicisti del nostro tempo, Uto Ughi, con la celebre orchestra de i Solisti Veneti, e un programma d’eccezione che spazia tra pagine musicali di straordinario virtuosismo da Albinoni a Rossini, da Bach a Sarasate, passando per Tartini. In particolare proprio di quest’ultimo - grandissimo compositore e violinista - ricorre quest’anno il 250^ anniversario della morte, ricorrenza che aveva lasciato immaginare diverse celebrazioni dell’artista di origine istriana, (Pirano 1962) e veneto d’adozione (Padova 1770), ma che a causa del Covid sono state in gran parte rimandate. Non a Bassano, dove vengono presentate ben due composizioni di Giuseppe Tartini, figura di prim’ordine nella storia della musica strumentale, in particolare per l’utilizzo dell’elemento virtuosistico. Verrà eseguita dapprima la vivace Sinfonia in sol maggiore, una rarità, visto che sono solo tre le sinfonie nella pur ricchissima produzione tartiniana; a seguire uno dei suoi concerti più celebri: il Concerto in la maggiore D 96 per violino e archi. Universalmente noto il suo commovente “Largo andante” al cui inizio Tartini annotò: “A rivi a fonti a fiumi, correte amare lagrime" testimoniandone la personalità introversa, contemplativa ed estremamente sensibile. Un Concerto caratterizzato da un marcato virtuosismo violinistico, e da un intenso pathos, gli stessi che da sempre caratterizzano le interpretazioni di Uto Ughi, non a caso fra i più acclamati interpreti della musica di Tartini.
Il programma si apre con il Concerto in fa maggiore op. 5 n. 2 di Tomaso Albinoni, rappresentante della stagione del barocco veneziano. I suoi Concerti, tra cui i dodici op. 5, editi a Venezia nel 1707, sono uno classico esempio dello stile veneziano più puro, felice sintesi tra concerto e sonata, dove comincia ad emergere la netta profilazione del volino solista in chiave virtuosistica. Si prosegue poi con il Concerto per violino e orchestra BWV 1041, che restituisce restituisce tutta la genialità di Johann Sebastian Bach. Siamo nel 1720, in un’epoca in cui l’inesauribile vena lo spingeva a scrivere per il violino, anche in una sorta di competizione con Antonio Vivaldi. Una dialettica attenta tra strumento solista e l’ensemble: tra il Tutti e il Solo, si sviluppa nel primo movimento, con una varietà spettacolare di modulazioni. L’Andante centrale è basato su un basso ostinato, sorretto da accordi gravi degli archi, contrapposti ai fraseggi del violino solista. Nell’ultimo movimento, con passaggi sempre più virtuosistici, il dialogo tra il Tutti e il Solo, si fa via via più stringente e ricca di invenzioni melodiche. Si chiude la serata con la rivisitazione dei temi della Carmen di Bizet, opera del virtuoso del violino Pablo de Sarasate. Una trascrizione pensata appositamente per il violino, per esaltarne tutti i colori, i registri e le possibilità sonore e tecniche.
Una inaugurazione affidata a uno straordinario protagonista delle vicende musicali e culturali del nostro paese, tra i maggiori violinisti del nostro tempo, Uto Ughi, sempre attento anche all’educazione musicale dei più giovani, punto condiviso con I solisti veneti, Orchestra pluripremiata e famosa a livello internazionale per le sue esecuzione del Settecento Veneto. Una serata che ha già segnato il “tutto esaurito”. Per informazioni sui prossimi spettacoli www.operaestate.it. Segue la doppia replica martedì 21 e mercoledì 22 luglio della Prima Nazionale del nuovo lavoro di Marco Paolini con Mario Brunello, Saba Anglana e Andrea Marcon Senza confini_No border.
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