Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
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L'amore: un libro aperto?

Domenica 16 giugno, l’appuntamento di apertura della giornata conclusiva di “Resistere” ha avuto come ospiti Edoardo Albinati e Marco Missiroli

Pubblicato il 17-06-2019
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Domenica 16 giugno, l’appuntamento di apertura della giornata conclusiva di “Resistere” è stato intitolato “Gli stili dell’amore”. Gli ospiti invitati a parlare del tema, anche attraverso le vicende raccontate nei loro libri, sono stati Edoardo Albinati e Marco Missiroli, presentati da Alessandro Comin.
Vincitore del premio Strega nel 2016, con La scuola cattolica, edito da Rizzoli, Albinati è ora autore per la stessa casa editrice di Cuori fanatici, il romanzo è sottotitolato “Amore e ragione”; Missiroli con il suo Fedeltà, pubblicato per Mondadori, è appena entrato nella cinquina dei finalisti del premio Strega e ha già vinto lo Strega Giovani 2019.
Per entrambi, e le loro biografie lo confermano, il grande amore di cui parlare non può che essere quello per la scrittura e la lettura.

Marco Missiroli, Alessandro Comin e Edoardo Albinati alla libreria Palazzo Roberti

Emergono subito dai toni della conversazione l’affinità e il rapporto di stima che lega i due scrittori, la dichiarazione nell’esordio della presentazione arriva da Missiroli, che ha parlato della sua formazione letteraria costruita anche grazie all’incontro coi libri di Albinati.
Sul tema dell’amor che move il sole e le altre stelle, i due autori hanno concordato che la loro attenzione e il loro sguardo sono rivolti soprattutto alla caratteristica dell’instabilità, dell’incertezza, insieme alla componente di avventura che connota sempre la nascita e l’evoluzione dei rapporti sentimentali, cioè all'anima della narrazione di una relazione. La sfida romantica dell’amore ha sempre avuto una grande valenza provocatoria, che gli scrittori e il grande teatro cercano di narrare dai tempi più antichi.
Soprattutto nell’attualità e nel mondo occidentale, assieme al senso della lontananza, dell’assenza, annullate da dispositivi votati alla socialità dalla valenza ambivalente che ben conosciamo, è venuto a mancare anche quel complesso di limiti dati dalle famiglie e dalla società che condizionavano la nascita di una relazione, o la realizzazione di un matrimonio. Inoltre farsi una famiglia non è più sentito come un dovere sociale e del resto assume ai giorni odierni un’attrattiva quantomeno limitata rispetto al passato; inoltre ci si aspetterebbe che ci fosse più consapevolezza di cosa significhi la creazione di una coppia solo sulla base delle leggi dell’amore.
«Adulterio significa etimologicamente “andare verso di sé”», ha ricordato Albinati, quindi un’infedeltà ha a che fare anche con l’accettazione di una parte di se stessi che emerge poco chiara, che chiede attenzione, e con la perdita dell’identità costruita attraverso il lavorio di meccanismi di rispecchiamento all’interno di una coppia.
Missiroli a questo proposto ha parlato della bontà dei processi di disidentificazione — entrambi gli autori sono ricorsi ad aneddoti divertenti che riguardano scambi di persona (i cui soggetti per discrezione e simpatia rimarranno segretati tra le mura del Salone degli affreschi).
La scrittura è il regno privilegiato in cui ci si può illudere di governare questi processi, che hanno a che fare anche con la necessità di abbattere ruoli che ci stanno stretti e che rendono infelici. Tra le righe: Missiroli ha confessato di leggere molto di più quando è infelice; Albinati in prevalenza guidato dal “si deve”.
“Resistere alla felicità è già felicità?”, si chiedono i due interlocutori e citano tra gli altri V. S. Naipaul, premio Nobel per Letteratura nel 2001.
“Resistere”: per Missiroli, guardando in particolare al rapporto con la scrittura, è rappresentato dai temi che si sceglie di affrontare; per Albinati ha a che fare con l’energia e con l’atto forte di abbandonarsi, di lasciarsi guidare, un atto contrario alla rigidità, all’indurimento.
Applausi dal pubblico di Palazzo Roberti.

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