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Giulio Casale ha suonato a Bassano e lo ha fatto in un contesto insolito per uno come lui, abituato a luoghi più capienti e ai grandi palchi. Ha suonato al Sotto Underbar, la casa del Rock Underground. Un locale che porta con sé tutto il sapore dei locali che solitamente immaginiamo al Greenwich Village di New York e che invece si trova qui, a Bassano, a pochi metri dal Ponte degli Alpini sotto la birreria dei fratelli Pacelli. In questo piccolo locale si svolge, negli inverni di ogni anno, il Sotto Goes Acoustic Bassano una rassegna musicale sotto la direzione artistica di Matteo Zorzi che vede alternarsi sul “palco” una selezione raffinata di Rock Underground. In questi pochi metri quadri si sono avvicendati grandi musicisti del panorama del Rock italiano.
In una piovosa sera di inizio marzo, nel piccolo spazio a disposizione per suonare, si Giulio Casale porta la sua chitarra, un microfono e pochi effetti a disposizione, così “Liberamente” a mente libera.

“ Lo specchio dietro al bar mi vede bere a goccia ancora” G. Casale - Foto di Gianpaolo Giacobbo
Bastano poche note, una pennata inversa che parte dai cantini, per catturare l’attenzione dei presenti che da quel momento rimangono letteralmente stregati. Giulio si dona senza sconti fino in fondo con pezzi raccolti dal suo recente lavoro “Cinque Anni” ma anche proponendo pezzi storici compresi quelli del repertorio del suo storico gruppo: gli Estra.
Quanto mai contestualizzato il suo brano “Apritemi” che recita “ Lo specchio dietro al bar mi vede bere a goccia ancora” che sembra descrivere il luogo e il momento del concerto. Giulio sogna e fa sognare. Dedica i pezzi a quelli che chiama i suoi fratelli, da Manuel Agnelli degli Afterhours, ai Marlene Kuntz a Giovanni Lindo Ferretti e ai suoi compagni di viaggio on the road nel panorama Rock Italiano.
Brani suonati in presa diretta a cui l’estroso musicista, con maestria fonde brani raccolti dalla storia del Rock citando Lou Reed, David Bowie, Bob Marley, John Lennon e pensando agli Stones.
Raffinatissima l’interpretazione di “Ciao Amore” di Luigi Tenco, dai tratti struggenti che vira poi fino a sfociare a quel “per altri motivi” di Lucio Battisti in cui Giulio raggiunge l’apice della comunicazione energetica. Un piccolo grande concerto difficile da dimenticare, per i presenti rimarrà il privilegio di aver assistito ad un’opera artistica di grande intensità, per gli altri il rammarico di non aver vissuto un’esperienza che difficilmente si ripeterà, qualcosa di Estraordinario.
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