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Giovedì 24 agosto terza giornata per B.Motion Danza, il segmento che Operaestate dedica ai linguaggi del contemporaneo, vero festival nel festival che accoglie a Bassano del Grappa artisti e operatori da tutto il mondo.
La giornata inizia alle 14.00 nella piccola Chiesa dell’Annunziata con la prima nazionale dello “Stabat Mater” di Patricia Okenwa: secondo degli Stabat Mater commissionati dal festival, che recupera così come spazi di aggregazione anche le chiesette sconsacrate.
Animal Triste di Melanine Demers (foto Mathieu Doyon)
Nel suo “Stabat Mater” la Okenwa esplora i temi della maternità e della perdita, riconoscendo l’individualità, ma anche l’universalità dell’esperienza di essere madre. Le tre danzatrici rappresentano sia ciò che le donne hanno in comune quando diventano madri, sia l’unicità dell’esperienza materna per ogni donna, trascinando così nel conflitto della quotidianità il mito della maternità perfetta. Colonna sonora lo “Stabat Mater” composto da Julia Perry, misicista afro-americana poco nota che ha creato il pezzo nel 1951 durante il movimento per i diritti civili.
Segue alle ore 15 la replica, in Chiesetta dell’Angelo, dello “Stabat Mater” di Pablo Leyton con i danzatori del progetto Dance Well (movimento e ricerca per Parkinson): una creazione che prende ispirazione dalle teorie della filosofa Judith Butler. Scopo della creazione è catturare coreograficamente la naturale predisposizione delle persone a stare insieme. In questo “Stabat Mater” anche la preghiera è intesa come luogo aggregante, nel quale l’uguaglianza e l’incapacità del singolo, diventano sostegno e ideale di condivisione, con la speranza di trovare nella sofferenza una liberazione spirituale.
Alle ore 16 e in replica alle ore 18 nel centralissimo Palazzo Agostinelli, il duo israeliano Noa Zuk/Ohad Fishof, con “The Burnt Room” in una prima nazionale fiabesca: Noa Zuk esprime tutta la forza del suo stile coreografico generando una realtà contemporanea in cui gli interpreti evocano personaggi delle fiabe, metafore universali del vivere, dell’amare, del morire. Scarno e monocromatico, “The Burnt Room” è realizzato da due danzatori, accompagnati dai due creatori, responsabili anche della partitura sonora eseguita dal vivo. Un arazzo coreografico multidisciplinare, fatto di suono che si fa movimento, e di musica che si rende visibile, parte del “Focus Israele”, che porta in scena i migliori nomi della danza contemporanea israeliana, sostenuto dall’Ambasciata di Israele in Italia.
Alle 18 presso cappella Mares di Villa Ca’Erizzo, un’altra prima nazionale per il progetto “Stabat Mater”, quello di Hilde Elbers, coreografa olandese che nella sua interpretazione della celebre poesia esplora più da vicino il concetto di peccato originale. In una sorta di rituale, due danzatori rivendicano il loro posto e il loro diritto a “essere” sensuali ma senza colpa, crudeli e delicati allo stesso tempo: sbucciando via strati come vecchie pelli che cadono, strappando vecchie abitudini e vincoli come se fossero degli abiti troppo stretti. Ciò che resta è la gioia della fiducia e della femminilità, senza pregiudizio.
Al Garage Nardini alle 19, e in replica alle 22.30, la prima nazionale della coreografia di Melanine Demers, intitolata “Animal Triste”: un quartetto che investiga con originalità la natura animale degli umani, le complesse dinamiche di inclusione ed esclusione sociale, il desiderio di appartenere ad un gruppo, ad un branco, ad una comunità. Una partitura elaborata, eseguita dai danzatori con autorevolezza, dando prova di straordinaria maturità artistica, declinata in un vocabolario complesso, che sa generare momenti di autentica poesia. In “Animal Triste”, quattro danzatori si battono con questa guerra interiore, con i fallimenti e le difficoltà di vivere insieme. Né uomini né donne, schiavi dei loro desideri e ansiosi di fuggire da loro, i danzatori sono alternativamente esseri terrestri, animali selvaggi, angeli e demoni. La performance è parte del “Focus Canada”, una programmazione speciale (e tutta al femminile) dedicata alla scena canadese in occasione dei 150 anni dalla fondazione del Paese; un progetto sostenuto dall’Ambasciata del Canada in Italia, e dalla Délégation du Québéc a Roma.
Alle 21 al Teatro Remondini, torna a Bassano dopo i successi di “Deep Dish” e “Giselle” il coreografo austriaco Chris Haring, che con la compagnia Liquid Loft porta in scena “Candy’s Camouflage”: un viaggio attorno all’universo femminile, agli stereotipi ad esso associati e alle aspettative che mutano in una società sempre più ipertecnologica e alla ricerca di estetiche sofisticate. Chris Haring mette in scena uno spettacolo in bianco e nero, un “film noir” che, con le suggestioni cinematografiche e le interazioni con immagini video, crea una dimensione in grado di evocare ambigue astrazioni futuriste. Come al solito legato alla miglior tradizione cinematografica, spesso associato a Bunuel e Greenaway, qui Haring costruisce uno spettacolo che interagisce con video ispirati alle prime opere cinematografiche di Andy Warhol, in particolare l’utilizzo dello split-screen in “Chelsea Girls”. Le proiezioni del femminile danno vita a stereotipi ingannevoli e a fragili cliché che vengono messi alla prova.
La performance di Liquid Loft è parte del “Focus Austria”, sostenuto dall’Austrian Performance Network, il Guest Performance Fund sostenuto dal Ministero della Cultura della Federazione Austriaca.
Una giornata intensa, tutta da vivere, per un tuffo nelle favole, nell’idea di femminilità, nella creatività energica del mondo della danza contemporanea internazionale.
Info e prenotazioni Biglietteria Operaestate tel. 0424 524214
Tutto il programma del festival su www.operaestate.it
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