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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Ruoli al femminile, tra storia e cultura
Si concludono giovedì 30 maggio, al Color Cafè, gli appuntamenti della rassegna culturale A condizione che le donne
Pubblicato il 22-05-2013
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A condizione che le donne ha proposto ieri sera, al Ridotto del Teatro Remondini, il secondo dei tre appuntamenti programmati nella rassegna dedicati a ripercorrere insieme il cammino che ha portato all’attuale andamento lento dei passi delle donne del nostro tempo.
Studiosi, soci di gruppi impegnati nella cura dell’altro intesa al femminile, uomini e donne semplicemente curiosi senza condizioni di sorta, si sono trovati assieme per dialogare e porsi in ascolto del ritmo, della cadenza e del passo di danza della donna nell’attualità e nel mondo.
La rassegna, coi suoi tre appuntamenti, si propone di seguire questa danza abbassando i toni dell’emergenza, senza indugiare sul “caso di attualità” che tutto sembra dichiarare e riassumere in sé ma che niente può dire di utile, e forse di non pernicioso, senza l’affiancamento dell’approfondimento, della ricerca e della conoscenza, senza il supporto di una letteratura che indichi con chiarezza, tolto il brusio del sensazionalismo che fa vibrare solo le viscere, il know-how di ciò che accade e che ci circonda. Si tratta di una danza che non segue la stessa musica, che non procede con armonia e che spesso segue una melodia imposta e orchestrata da adami poco illuminati.
Ylenia D'Autilia, della Società Filosofica Vicentina, al Ridotto del Teatro Remondini
Nella storia dell’uomo (e della donna), come ha spiegato bene nel corso del suo intervento Michele di Cintio, è cambiato più volte il Pantheon, il tempio delle divinità di riferimento dell’umanità: da “in principio era la Dea”, dalla matrilinearità che ha guidato il progresso di tante società evolute, si è passati all’imperio del ferro (delle armi) e dei cavalli, generatori poi, nel tempo, degli affondi nel codice cavalleresco e nella caccia alle streghe. E nel mondo orientale, ha spiegato Ylenia D’Autilia, che ha tracciato un’interessante cornice di riferimento incrociando i percorsi di India, Cina e del mondo islamico, i passi di danza delle donne sono spesso stati bloccati da fasciature strette, da secoli di condizione di inferiorità attestata dalle leggi, dall’analfabetismo e dall’ignoranza che hanno lasciato campo libero a una strumentalizzazione priva di umanità dei testi sacri.
La strada utile indicata per riaccordare la danza delle donne è sempre quella dell’istruzione, della cultura, ed è a questo aspetto che si ispira la partitura dell’ultimo appuntamento della rassegna: giovedì 30 maggio, Marco Cavalli raccontando le memoires, la storia appassionante di alcune donne del Settecento, illustrerà un periodo storico e insieme una temperie culturale in cui molte donne, vivendo accanto a tanti uomini dallo spessore davvero enciclopedico, sono state protagoniste insieme a loro di una rivoluzione civile.
L’incontro, organizzato dal Gruppo bassanese "Otto marzo", avrà inizio alle ore 20.45. L’ingresso è libero.
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