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Francia in piazza contro la manovra, 'siamo un milione'
La differenza la fa il maghetto che ti procura il magone. Pedro Gil è l'Harry Potter del Forte, il prestigiatore che in un quarto d'ora squaderna un poker da leggenda che rovescia gara e serie con magate in sequenza. Quindici minuti da Houdini, l'illusionista, lo puoi braccare ma scappa sempre via. Spagnolo da parata, colpisce al tramonto del match, quando serve per davvero dopo aver trascorso un tempo e mezzo con l'intensità e l'ardore dell'addetto allo sportello dell'ufficio informazioni. E' il Pelato l'attrazione del luna park del palazzo, è come avere Lebron James in squadra, non rimani mai a mani vuote. Poi la partita è un film d'azione, un toboga di emozioni, una notte intera sulle montagne russe, il festival del gol che enfatizza gli attacchi e le giocate di telento cristallino dell'intero cast, un corri e tira a mente sgombra che richiama un hockey d'altri tempi, quando contava imbucarne uno in più degli altri e non lucrare a non prenderne. E questo Bassano autogestito, con Belligio in panca a regolare il traffico, incanta e intriga più che con un allenatore dietro la balaustra. Vien quasi da chiedersi se sia il caso di ingaggiarne uno quest'estate se questi sono i risultati: squadra in semifinale dopo 5 anni, Forte alla frusta e cifra spettacolare ragguardevole, latitante da almeno un lustro qui su questi schermi. E' una provocazione, ma nemmeno poi tanto, il Sind da oggi è su un'altra galassia, più o meno come uno a cui hanno riservato un posto in casa di riposo, salvo poi dirottarlo di colpo in un villaggio vacanze. Una botta di vita spaventosa: Gimenez è risorto, da oggi è ufficialmente Lazzaro non Alvaro, prima sui pattini forse c'era suo cugino. D'accordo, dietro per la prima volta si è un po' sbarellato, ma davanti c'era una raffica di assi di briscola mica mì, tì e toni e in prima linea ora funziona lo schema fantasia: tre movimenti base eppoi largo all'istinto e agli estri di ognuno senza assetti prestabiliti. L'equilibrio qualche volta va amabilmente a farsi friggere, ma ci si diverte un mondo: raggrumati a pugno davanti a Cunegatti eppoi ripartenze trancianti in campo aperto, hockey sempre adrenalinico che magari va verificato ad altissimi livelli (dalla finale in su), ma che intanto fino alla semifinale ti tiene gagliardamente in corsa. Bassano esulta e si esalta ugualmente con l'intero coro, la tripletta di Gimenez, la doppietta di capitan Zen, i timbri di Campagnolo, Nicolas e Ambrosio lungo un infinito botta e risposta: 3-3 alla pausa, 5-4 Bassano, 5-7 e ancora ribaltone 8-7 prima della fatal sbandata: 4 minuti sul cronometro, giallorossi avanti di uno e con l'uomo in più. Ci sarebbe da controllare e al limite stangare col +2 della staffa. E invece quel demonio di Pedro Gil trova la rubata e il contropiede del riaggancio in 3 contro 4. Il contraccolpo è micidiale, il Sind implode, ancora il diablo Pedrito in controtempo assassina i sogni di Ca' Dolfin con la coltellata in controtempo dell'8-9 a 58" dalla sirena. Poi è solo assalto vano e commovente. Pure jellato se è per questo, con una traversa nel mucchio e nell'assedio. Forte la sfanga con cinismo e mestiere, li hanno precettati apposta per vincere. Arrivederci a sabato sera sul Tirreno, 1-0 per loro nella serie e il matchpoint nel tempio amico. "Un paio di errori ci sono costati la partita - riconosce Emanuel Garcia - era impensabile pensare di non farne, solo che Forte ti punisce la minima sventatezza. Ora lavoriamo per andare a vincere là, non ci sentiamo inferiori, però in Versilia occorrerà la perfezione per allungare a garatre. Tuttavia avete visto che dimensione di gioco e pericolosità ha adesso questo Bassano?". Allora occorreva una serata del genere per pacificare definitivamente Bassano col proprio popolo e con una curva da brividi, dopo il delirio sul gong con Viareggio a scacciare un'annata umbratile e chiaroscurale. E semmai adesso scorrono i rimpianti di quello che poteva essere e non è stato. I rimorsi, quelli non spariscono. Restano amaramente a galla.

Sind esaltante col Forte. Ora però serve un miracolo in Toscana (FOTO ROBERTO BOSCA)
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