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Buone notizie. Il TAR del Veneto ha dato ragione al Comune di Cassola in merito alla limitazione dell’utilizzo delle slot, nella più ampia tematica del gioco d’azzardo. Un primo passo, almeno a livello locale, verso una maggiore sensibilizzazione a questo problema, la cui gravità risulta inversamente proporzionale al relativo dibattito politico e sociale.
Dal “lotto” come suolo sempre meno tutelato al “lotto” come simbolo del compulsivo gioco d’azzardo. È tuttavia incredibile come il soprannominato TAR del Veneto insieme ad altre istituzioni politiche sia di discorde opinione riguardo alla medesima parola che, seppur espressione di due differenti significati, resta comunque un problema irrisolto.
Motivazione espressa nella sentenza è stata quella di “prevenire e contrastare fenomeni di patologia sociale connessi con il gioco compulsivo”. Ma se la ludopatia si può giustamente classificare come patologia (implicitamente anche di effetto sociale), non sarebbe giusto applicare uguale trattamento a tutto ciò che viene ritenuto analogo negli effetti?
I risultati sono chiari. L’investimento di ingenti somme di denaro, spesso superiori a quelle realmente possedute, pur di realizzare l’obiettivo, oltretutto non sempre raggiunto; ed una conseguente irritabilità alla sola logica messa in dubbio dell’obiettivo stesso. Totale disinteresse delle reali esigenze individuali e collettive, assieme alla convinzione che l’azione perseguita porti ad un universale miglioramento. Si collega l’obiettivo di sfuggire ad altri determinati problemi, causandone implicitamente altri tramite l’azione stessa. Consumo di tempo e di beni, alla fine sempre maggiore rispetto a quanto programmato. E il rischio di mettere sul lastrico numerose famiglie a causa di dirette o indirette azioni. La possibilità, infine, che tutto ciò porti a insanabili tagli netti nelle relazioni sociali tra i differenti soggetti coinvolti.
Fortunatamente si può affermare che da tempo, sensibili alla problematica sovra esposta, sono in attività numerose associazioni. Tuttavia non sempre ascoltate, mancando quei processi partecipativi che potrebbero portare non solo ad affrontare il problema, ma anche a prevenirlo.
Accidenti. Di quale “lotto” si stava parlando?
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