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“Coronavirus, Terza Guerra Mondiale?”: da Barcellona lettera al direttore del bassanese “expat” Francesco Celotto. “Il coronavirus rappresenta una formidabile occasione per cambiare tutto, per liberarci da istituzioni ridicole”
Pubblicato il 16-03-2020
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Francesco Celotto, bassanese “expat” e “libero pensatore” come ama definirsi, ha scritto e mi ha trasmesso una nuova lettera al direttore. Oggetto della missiva: il coronavirus. Inevitabile, dal momento che attualmente la nostra vita non ha altro punto di riferimento. Celotto mi scrive da Barcellona, dove vive, e cioè da quella Spagna - al netto delle mire indipendentistiche della Catalogna - che in questo momento è il secondo Paese al mondo per sviluppo di nuovi casi di Covid-19 dopo l’Italia e il quarto Paese (dopo Cina, Italia e Iran) per casi complessivi, al punto da portare il premier Pedro Sánchez alla decisione di chiudere le frontiere, di vietare per 15 giorni ogni spostamento “se non per acquistare prodotti alimentari o farmaceutici” e di disporre la chiusura “di tutte le attività commerciali, ad eccezione delle necessità di base”. Déjà-vu. Celotto prende di mira la questione del virus - come leggerete di seguito - dal punto di vista macro-politico e economico, con il suo stile di sempre, senza peli sulla tastiera:
Lettera al direttore

Fonte immagine: i-com.it
CORONAVIRUS, TERZA GUERRA MONDIALE?
Egregio direttore,
mi chiedo davvero in queste ore cosa rappresenti il coronavirus. Una pandemia, come la definisce l'Oms o qualcosa di più?
Nel 2015 Bill Gates profetizzava che non sarà una guerra tradizionale a fare morti ma un virus. E credo che mai profezia sia stata tanto azzeccata. Peccato che nessuno gli abbia dato ascolto.
Credo che il coronavirus rappresenti una sorta di terza guerra mondiale che farà morti e danni economici enormi di cui non possiamo valutare ora la portata.
L'emergenza durerà mesi, non certo 15 giorni, e forse alla fine di questo periodo le nostre abitudini cambieranno e tante cose non saranno come prima. Purtroppo come in tutte le guerre ci saranno vincitori e vinti.
Chi sta combattendo con efficacia il virus, pur avendone sottovalutato la portata a lungo, è la Cina.
Nel gigante asiatico non esiste la democrazia, il popolo è più disciplinato e segue con maggiore ordine le regole imposte dall'alto. Di fatto il numero dei contagi sta diminuendo.
E anche in Corea, un Paese democratico, stanno sconfiggendo il virus. Anche lì il popolo pare seguire con maggiore disciplina le regole.
Invece in Europa e Stati Uniti (per non parlare dell'America Latina) i governi stanno agendo con enorme ritardo favorendo ulteriormente lo svilupparsi del virus, anziché agire con tempestività e in maniera coordinata; inoltre la gente in molti casi non segue le ferree regole di isolamento, le uniche che davvero potrebbero sconfiggere in tempi rapidi il coronavirus. Assurda la posizione inglese che intende portare avanti un "contagio di gregge" i cui effetti possono risultare letali per molte persone. Assurdo ancora di più il discorso del premier Johnson che dice testualmente “Rassegnatevi a perdere i vostri cari” o quello che affermava ancora pochi giorni fa Trump che accusava noi europei e i cinesi di essere appestati come se loro fossero immuni. Due posizioni sconcertanti. come sconcertante è l'ahimè solito atteggiamento europeo debole, scoordinato. L'Unione Europea sembra il far west dove ognuno corre a chiudere le frontiere, assume iniziative per conto proprio senza consultare gli altri e manca una corale e forte azione economica. Le parole della Lagarde sono state offensive per noi italiani e dimostrano la debolezza una volta di più della comunità europea di fonte alla enorme sfida che ci attende. La Germania continua purtroppo con il suo atteggiamento colonizzatore e di prevaricazione considerando l'Europa cosa sua, qualcosa da utilizzare a suo piacimento per indebolire i Paesi soprattutto del Sud e magari sottoporli al suo dominio. Ma attenzione cari (si fa per dire) crucchi che siete troppo piccoli e avete un sistema bancario pure assai malmesso per sfidare cinesi e americani.
Noi italiani di fronte a questo atteggiamento dovremmo solo fare una cosa se i nostri governanti avessero gli attributi (cosa di cui dubito): lanciare un piano monstre a tutela delle nostre aziende e partite Iva, il cui tessuto è composto per il 95% da piccole e microimprese che non reggeranno l'urto del coronavirus. Il piano dovrebbe contemplare un sostanzioso piano di helicopter money a favore di famiglie e piccole imprese e crediti a tasso zero. Sto parlando di almeno 300/400 miliardi. Se i tedeschi e i loro sodali, fedeli sacerdoti dei limiti di bilancio e della austerity (per noi) non ci stanno che si fottano. Usciamo da questa Europa che non serve a nulla a questo punto e che erige muri, considerandoci appestati come se loro non lo fossero. Usciamo dalla Ue e stampiamo una moneta parallela. Soffriremo a breve ma almeno la smetteremo di stare dentro ad una istituzione che ci ingabbia e ci mortifica continuamente.
Qui serve ben altro che 25 miliardi o mancette di 600 euro per i lavoratori autonomi .
E serve anche investire di nuovo nella sanità, smantellata in questi anni per seguire alla lettera i diktat dei panzer nostri padroni, nella ricerca e nella cultura.
Il coronavirus rappresenta una formidabile occasione per cambiare tutto, per liberarci da istituzioni ridicole. O l'Europa diventa solidale o è meglio fare davvero da soli.
Alla fine di questa tragedia i nostri atteggiamenti dovranno cambiare e spero che tante cose tornino a livelli “umani”, considerando poi l'altra emergenza che stiamo affrontando ovvero quella climatica. Dobbiamo tornare a livelli di consumi sostenibili, dobbiamo cambiare stili di vita assurdi impostati a un continuo aumento di spesa e credito ormai insostenibili. Dobbiamo tornare umani o le conseguenze saranno ancora più catastrofiche. Abbiamo la possibilità di una riflessione profonda e di cambiare. Facciamolo partendo dalla considerazione che una crisi come questa va affrontata per uscirne rafforzati e migliorati.
I danni saranno grandi ma come sempre ripartiremo se saremo consapevoli della nostra forza.
Dopo il coronavirus l'asse del mondo si sposterà credo a favore dei cinesi (e dei loro alleati russi), meglio attrezzati ad affrontare una simile calamità. Certo la democrazia ne soffrirà e forse non saremo più liberi di spostarci e fare tante cose come prima. Il mondo credo diventerà più locale, torneranno frontiere e controlli. Torneremo piccoli e non credo che questo sarà necessariamente negativo.
Le comunità e le relazioni umane potrebbero uscirne rafforzate e migliorate.
Francesco Celotto
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