Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 05-11-2011
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Un funerale in stile New Orleans, con la musica dixieland che risuona dagli altoparlanti di un camioncino, la corona di fiori e il corteo che procede a passo lento - scortato dalle forze dell'ordine e sotto un cielo minaccioso - lungo una spettrale superstrada Nuova Gasparona, chiusa al traffico nel tratto tra la rotatoria di Marostica e lo svincolo per Mason Vicentino.
E' la sintesi della manifestazione contro la Superstrada Pedemontana Veneta organizzata dai Comitati Difesa Salute e Territorio Valle Agno, Alto Vicentino, Malo e Bassano del Grappa che si danno appuntamento alle 15 nella zona industriale di Villaraspa di Mason Vicentino.
Una dimostrazione che avviene a pochi giorni dalla cerimonia della posa della prima pietra dell'infrastruttura, prevista giovedì prossimo 10 novembre a Sacro Cuore di Romano d'Ezzelino.
Foto Alessandro Tich
La destinazione del corteo di protesta - ampiamente documentato dalla nostra photogallery - è l'area di 100mila metri quadrati lungo la Nuova Gasparona, a qualche centinaio di metri a sud della rotatoria di Villaraspa, dove sorgerà il maxi-cantiere della Spv: superficie logistica, già transennata e al cui ingresso è già collocato il cartello indicatore del contraente generale Sis e delle imprese consorziate, dove per almeno sei anni saranno impegnati non meno di 1500 addetti ai lavori.
Quello che la mobilitazione intende rappresentare, come spiegano i promotori, è “un funerale allo sviluppo sostenibile del territorio”: una fine annunciata, secondo i manifestanti, a fronte della “progressiva distruzione del territorio agricolo” e della “speculazione finanziaria a vantaggio di pochi” che la costruzione della Superstrada a pedaggio comporterebbe.
Concetti che, prima della partenza del corteo tra i capannoni di Villaraspa, vengono ribaditi al microfono da Bepi De Marzi, il celebre musicista e compositore giunto dalla sua Arzignano per sostenere la causa.
De Marzi, come dichiara anche in un'intervista che pubblichiamo a parte, esprime “il proprio senso di sconfitta” per “il silenzio dei contadini”: ovvero gli agricoltori che “invece di scendere in strada per salvare il territorio hanno venduto i loro terreni, come per la Valdastico Sud”.
“E così - incalza il compositore - siamo noi disperati che chiediamo la salvezza di queste che sono le più belle colline dell'Alto Vicentino.”
Il corteo, sotto un cielo plumbeo che rende il momento ancora più irreale, parte quindi in direzione della Gasparona. Oltre a quelle dei comitati, si notano anche le bandiere di Sinistra Ecologia e Libertà e dei movimenti “No Dal Molin”.
Alla rotatoria di imbocco, spunta la corona di fiori e inizia la “cerimonia funebre” vera e propria. Con polizia e carabinieri a fare da apripista, la fila dei manifestanti raggiunge infine il cancello d'ingresso del cantiere dove la corona viene simbolicamente deposta, con un ironico applauso dei partecipanti per la “morte” del territorio.
“Con questa manifestazione - ci spiega il portavoce dei comitati Lanfranco Tarabini - vogliamo alzare il tiro sul problema di come vengono attaccati i beni comuni. Il territorio, e un modo di vita sostenibile, è un bene comune. Il nostro intento è quello di aprire un nuovo fronte, coinvolgendo più realtà. Vogliamo costruire la “piazza dei beni comuni” che porti alla nascita laboratorio dei beni comuni dell'Alto Vicentino.”
“Noi - aggiunge Tarabini - non siamo “contro”, ma siamo a favore di uno stile di vita compatibile, sostenibile e a misura d'uomo.”
La manifestazione volge al termine, ma è solo la prima puntata. Giovedì prossimo, alla cerimonia della posa della prima pietra della Superstrada Pedemontana Veneta a Romano - che qualcuno, tra gli intervenuti, definisce “una farsa mediatica” - i comitati saranno nuovamente presenti per esprimere la loro opposizione.
Un altro presidio di contestazione sarà allestito dal Movimento Cinque Stelle e altri gruppi e comitati che non hanno partecipato alla manifestazione di oggi.