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Alessandro Tich
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Valbrenta, salvato un muflone
L'animale era rimasto intrappolato in un laccio teso dai bracconieri nei boschi tra Campolongo e Valstagna. Il salvataggio è stato compiuto da una pattuglia ecozoofila dell'ANPANA
Pubblicato il 26-01-2011
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Il fatto è accaduto domenica 16 gennaio, verso mezzogiorno. La pattuglia ecozoofila dell’ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) in servizio è stata allertata da E. P., di Campolongo sul Brenta, che si trovava per boschi a far legna, il quale aveva rinvenuto un muflone ferito, nei boschi tra Campolongo e Valstagna.
Le guardie accorse sul posto hanno accertato che il piccolo ungulato era finito preda di un laccio, trappola spesso mortale tesa dai bracconieri per catturare la selvaggina. L’animale - un giovane muflone maschio di circa un anno - era già stato liberato dal boscaiolo, ma la ferita aveva provocato il completo distacco degli zoccoli.
Il muflone è stato recuperato e portato ai Servizi Veterinari per una visita e poi ricoverato in un recinto nel grande parco delle Suore della Provvidenza di Belvedere di Tezze sul Brenta.
Il giovane muflone con il suo salvatore Emanuele Paolini
“Attualmente - afferma il vice comandante provinciale di ANPANA Onlus Jacopo Longo - al capretto è stata medicata la ferita ed ora è sotto cura. Speriamo si rimetta presto in salute, anche se purtroppo la sua vita potrebbe essere destinata a proseguire all'interno di un recinto, sebbene assistito dalle cure delle Suore della Provvidenza del "San Gaetano".
“Eventi come questo - prosegue il responsabile dell'associazione - dimostrano come esistano ancora culture intrise di una concezione barbarica della natura, che non tiene conto delle inutili sofferenze di un animale che, catturato con un laccio, può rimanere giorni agonizzante prima di morire di fame e di sfinimento. Cultura che vede la Natura solo come una risorsa da sfruttare, e non come un patrimonio da valorizzare.”
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