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Paderno delle doglianze

Caso “Istituto Maffioli”: mozione in consiglio regionale della consigliera Chiara Luisetto e del gruppo PD. “Garantire continuità alla sede a Paderno del Grappa o individuare soluzioni alternative concordate. La Regione faccia fa tramite”

Pubblicato il 24-01-2025
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Lo dico subito e lo dico chiaramente.
Quella della chiusura a partire dal prossimo mese di settembre della sede di Pieve del Grappa, ovvero di Villa Fietta a Paderno, dell’Istituto Alberghiero “Giuseppe Maffioli” non è solo una questione di rilevanza scolastica.
È molto di più: è anche e soprattutto un’emergenza territoriale franata all’improvviso sulla testa di una comunità, quella della Pedemontana del Grappa, che vede dissolversi l’unica fabbrica di futuro ai piedi del Massiccio.

Uno dei cartelli di protesta scritti dagli studenti della sede di Pieve del Grappa dell’Istituto Alberghiero “Maffioli”

Lo ha fatto ben capire, nero su bianco, il presidente dell’Unione Montana del Grappa Paolo Mares nella lettera trasmessa al governatore Luca Zaia e al presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, di cui mi sono occupato nel precedente articolo “Un Mares di problemi”. Un vero e proprio quaderno o se preferite Paderno delle doglianze che ha messo a nudo il rischio di un ulteriore depauperamento economico e sociale di questa zona con la perdita della sua scuola superiore.
E ne sono ben coscienti gli studenti della sede associata del “Maffioli” e le loro famiglie, che continuano a mobilitarsi in tutti i modi per far sì che la Provincia faccia un passo indietro e l’importante presidio formativo - frequentato da ragazzi e ragazze della fascia pedemontana e dell’area del Bassanese - rimanga a svolgere il suo servizio, evitando così il disagio di doversi trasferire nelle sedi principali dell’Istituto a Castelfranco Veneto e a Montebelluna.
Scoppiato nel mese di dicembre a seguito di alcuni articoli di stampa grazie ai quali studenti e famiglie hanno appreso della decisione di chiudere la sede di Pieve del Grappa dell’I.P.S.S.E.O.A. (Istituto Professionale di Stato per i Servizi di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera), in questi giorni il “caso Maffioli” è entrato a gamba tesa anche nel campo della politica regionale.
Della mozione presentata in consiglio regionale dai consiglieri di Europa Verde Renzo Masolo e Andrea Zanoni ho già ampiamente scritto nell’articolo “In Fietta e furia”.
Ma in realtà le mozioni consiliari dedicate alla questione sono due.
Prima ancora dell’iniziativa di Masolo & Zanoni, un analogo documento è stato infatti presentato dalla consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto, firmataria di una mozione sottoscritta dai colleghi del gruppo Dem.
“La Regione - dichiara Luisetto - si faccia da tramite con la Provincia di Treviso affinché siano sostenute le richieste di famiglie, studenti, docenti ed enti locali per garantire la continuità del percorso scolastico nei locali di Villa Fietta o individuando alternativamente una soluzione adeguata nel territorio circostante, attraverso la concertazione e il dialogo con tutti i soggetti interessati.”
"Una realtà - spiega la consigliera regionale PD - presente in Pedemontana da oltre 40 anni, con sedi a Montebelluna, Castelfranco e, dal 2020, presso appunto Villa Fietta a Paderno. Parliamo del destino di 130 studenti e anche del futuro lavorativo di 120 insegnanti che prestano servizio nelle tre sedi.”
“La chiusura di questa sede - continua - comprometterebbe il tessuto sociale e culturale della zona, con gravi ripercussioni per gli studenti che dovrebbero affrontare lunghi tragitti e costi aggiuntivi per raggiungere le sedi alternative di Montebelluna e Castelfranco Veneto, distanti oltre 25 km”.
“La cosa fondamentale che chiediamo alla Regione è di intervenire - conclude Chiara Luisetto -. Non è accettabile che certe scelte non vengano condivise e che non vi sia un ascolto delle diverse esigenze, espresse anche attraverso una petizione molto partecipata.”
Partito Democratico da una parte ed Europa Verde dall’altra.
Tu chiamale, se vuoi, mozioni.
L’importante è che la giunta regionale dia una risposta quanto prima, ricordando al governatore Zaia che la Pedemontana non è solamente una superstrada a pedaggio.

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