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Attualità

Tasi, dolce Tasi

Il consiglio comunale di Rosà approva il bilancio di previsione 2015. L'Amministrazione precisa: “Non siamo il Comune delle tasse”. Ros@2012 ribatte: “Super Tasi sulla prima casa, Rosà al primo posto fra i 579 Comuni veneti”

Pubblicato il 05-01-2015
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E' il classico caso del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. A seconda di come lo si guarda. Il contenuto del bicchiere, nella fattispecie, è l'aliquota Tasi del Comune di Rosà, che nella seduta di lunedì 29 dicembre ha approvato il bilancio di previsione per l'anno 2015 con il voto favorevole della maggioranza, l'astensione del Movimento 5 Stelle e il voto contrario del gruppo Ros@2012.
Oggetto di particolare discussione nel corso della seduta è stata la tassazione comunale, con i cittadini rosatesi additati dalla minoranza come i più tassati del Veneto.
L'Amministrazione Bordignon respinge l'accusa al mittente e in una nota trasmessa in redazione precisa: “In una media di 28 Comuni vicentini tra 8 e 30 mila abitanti presi in esame, con dati forniti dal Ministero, Rosà risulta bel sotto per aliquota Imu (8.5 contro la media di 9.19), Addizionale (4 contro la media del 7.01) con esenzione per i redditi inferiori ai 12.500 euro, Tasi per altri fabbricati (0.55 contro media 0.77).” “La TASI per l’abitazione principale fissata al 3.3 - prosegue il comunicato - viene compensata con una detrazione di 90 euro. Una rimodulazione è poi stata posta con una diminuzione del 10% del valore delle aree fabbricabili e con la creazione di un fondo per famiglie in difficoltà.”

Il municipio di Rosà. Foto: archivio Bassanonet

“Se Rosà si attenesse alle aliquote medie degli altri Comuni presi in esame - dichiara il sindaco Paolo Bordignon - ci sarebbe un introito di 500 mila euro che sarebbe reinvestito in servizi alla Collettività. Ma queste son scelte ed abbiamo preferito non tassare i nostri cittadini in un periodo di grandi difficoltà.”
“Vogliamo chiarire - replica in un altro comunicato il capogruppo di Ros@2012 Alfio Piotto - che Ros@2012 non ha mai definito l'Amministrazione rosatese come quella delle tasse ma ha sostenuto che le scelte politiche amministrative attuate, in materia di tassazione, non si ispirano al principio costituzionale della progressività contributiva perché penalizzano maggiormente le fasce deboli e i ceti medi.”
“Nell'articolo di pagina 13 del Notiziario Comunale - prosegue Piotto - l'Amministrazione ha voluto confrontare la tassazione di Rosà con quella di cinque Comuni vicentini con popolazione compresa fra 8 e 30 mila abitanti: Cassola, Dueville, Sandrigo, Tezze sul Brenta e Torri di Quartesolo. Ha pertanto inserito una tabella la quale evidenzia che i sei Comuni vicentini hanno fatto tutti scelte diverse in materia di tassazione e che Rosà ha scelto l'aliquota più alta sulla PRIMA CASA (la massima consentita pari al 3,3 per mille) e quelle più basse sugli altri fabbricati e per l'addizionale comunale Irpef.”
“Appare pertanto evidente - sostiene il capogruppo di Ros@2012 - che l'Amministrazione Bordignon ha preferito alzare al massimo la tassa sulla PRIMA CASA e contenere, invece, le tasse che gravano sugli altri immobili e sul reddito percepito. L'effetto di questa scelta amministrativa è stata una vera e propria stangata sui proprietari di prima casa (soprattutto su coloro che hanno i redditi più bassi o che sono disoccupati). L'Amministrazione rosatese, come hanno fatto molti altri Comuni veneti, avrebbe potuto fare delle scelte più oculate e lungimiranti, distribuendo diversamente il peso delle varie tasse, sempre nel rispetto delle normative. Con questa politica invece Rosà si ritrova ad occupare il primo posto nel Veneto sulla triste classifica dei Comuni che hanno tassato di più la PRIMA CASA. Infatti, fra i 579 Comuni veneti, solo 16 hanno scelto come Rosà la Super Tasi sulla PRIMA CASA (aliquota massima del 3,3 per mille per tutte le prime case).”
“Ros@2012, nel consiglio comunale del 15 settembre - conclude - aveva proposto una mozione per alleggerire la tassazione sulla prima casa almeno per le famiglie con figli o con disabili. L'Amministrazione ha respinto la mozione preferendo invece prelevare 10.000 euro dal fondo di riserva e destinandoli a coprire un bando “emergenza Tasi”. In questo modo i cittadini in difficoltà economiche sono stati costretti a umiliarsi per chiedere delle agevolazioni senza avere la certezza che quanto richiesto venga loro concesso. A nostro avviso, un'Amministrazione che ha veramente a cuore i cittadini e specialmente quelli con comprovate difficoltà economiche, avrebbe dovuto inserire, con lungimiranza, la possibilità di detrazioni specifiche direttamente nella delibera della Tasi evitando ai rosatesi meno abbienti una simile umiliazione.”
Mezzo pieno o mezzo vuoto? Questione, come sempre, di punti di vista.

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