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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Davide e Golia

Intervista a Davide Berton, candidato sindaco a Rossano Veneto con la lista “Prima Rossano! Berton Sindaco”. “Giovani, famiglie e anziani: dopo la pandemia abbiamo bisogno di fare un terremoto dal punto di vista sociale”

Pubblicato il 03-05-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nome: Davide Berton.
Segni particolari: già vicesindaco e assessore al Bilancio della giunta uscente del sindaco Morena Martini a Rossano Veneto, consigliere provinciale in carica con delega all’Edilizia scolastica, capo della segreteria dell’assessore regionale Elena Donazzan.
Si candida a sindaco a Rossano Veneto con la lista “Prima Rossano! Berton Sindaco”.

Il candidato sindaco di Prima Rossano! Davide Berton

Assieme a lui corrono in lista i seguenti dodici candidati consiglieri:
Lorenzo Bisinella, responsabile lavori pubblici; Enrico Brotto, commercialista; Elena Brunello, responsabile commercio estero; Niccolò Caramel, ricercatore; Andrea Galvan, insegnante; Giulia Galvan, avvocato; Paola Ganassin, impiegata; Alessia Miron, artigiana; Katy Favaro, impiegata; Giuseppe Padovan, geometra libero professionista; Aida Valente, collaboratrice aziendale/allenatrice atletica; Moreno Marchetti, operaio responsabile produzione.
Berton è uno dei due competitor del derby interno per la conquista della poltrona di primo cittadino a Rossano, opposto alla squadra dell’altro candidato sindaco e assessore uscente al Sociale Marco Zonta, quest’ultimo sostenuto dal sindaco uscente Morena Martini, rieletta cinque anni fa con il 71% delle preferenze per un “effetto Bulgaria” che i martiniani sperano ancora di confermare.
Una specie di Davide contro Golia, intenzionato a sferrare il colpo di fionda dell’alternativa, per quanto sia stato anche lui espressione dell’amministrazione uscente.
Nella sua squadra il cronista non può non notare la presenza di Giulia Galvan, consigliere uscente di maggioranza e di Paola Ganassin, consigliere uscente del gruppo Lista Ganassin-Lega, per un ulteriore derby interno questa volta in ambito leghista, essendo la Martini iscritta alla sezione della Lega di Bassano del Grappa.
Quella di Berton è una campagna elettorale tra la gente. Serate con il pubblico, fino adesso molto affollate, e incontri nelle case, porta a porta. Non ha nemmeno convocato una conferenza stampa di presentazione della sua candidatura e della lista, preferendo il contatto diretto coi cittadini alla narrazione mediata dagli organi di informazione.
Una scelta a seguito della quale era l’unico candidato sindaco dei Comuni del nostro territorio chiamati al voto il 14 e 15 maggio prossimi che mancava ancora all’appello di Bassanonet.
L’ho pertanto invitato in redazione per un’intervista, appellandomi a quella par condicio che nel web non è obbligatoria ma che fa da sempre parte del mio Dna di giornalista politico.

Davide Berton, perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
Io sono al mio terzo mandato amministrativo. Ho chiuso il mandato in corso quando da assessore al Bilancio uscente ho depositato gli schemi del bilancio consuntivo, quindi l’ultimo atto che mi spettava. Dopodiché, nel rispetto delle 295 persone che hanno fatto di me il candidato più votato alle scorse elezioni e del programma che ho firmato, ho rassegnato le dimissioni a mandato concluso che con coerenza ho portato fino alla fine, prima di candidarmi a sindaco e dopo aver chiuso la mia attività amministrativa.
Mi candido a sindaco perché con la mia squadra abbiamo una visione diversa di quello che deve essere oggi il futuro amministrativo di Rossano.

“Diversa” in particolare su quali aspetti?
In questi anni abbiamo avuto delle contrapposizioni in maggioranza, che poi le votazioni in giunta e consiglio siano state compatte è un dovere della maggioranza stessa. Su alcune posizioni non la vedevamo nella stessa maniera. Infatti, nel progetto della lista che vede candidato sindaco Marco Zonta, di otto componenti della maggioranza precedente quattro non sono stati previsti e non abbiamo quindi preso una strada diversa. La nostra visione è quella di una Rossano che deve riconquistare gli spazi per i giovani, per il sociale e per gli anziani. Oggi chi è genitore di un ragazzo, che sia adolescente o un bambino, non ha più uno spazio dove far esprimere la gioventù dei propri figli. Il patronato è chiuso, non c’è una rassegna dedicata ai giovani d’estate, non ci sono degli impianti sportivi. Una grande lamentela ricorrente è che a Rossano uno che ha un figlio non sa dove portarlo a divertirsi, a farlo sfogare. Io ricordo quando ero ragazzino, prendevo la bicicletta, andavo in patronato e trovavo un posto dove c’erano i tornei sportivi, il bar aperto e dove avevo qualcuno che, anche se non me ne accorgevo, mi controllava. Oggi questo luogo non c’è più, non c’è un campo da calcetto, da tennis, non c’è più nulla. Abbiamo bisogno, soprattutto dopo la pandemia, di fare un terremoto dal punto di vista sociale e di risvegliare la volontà di questi ragazzi che ormai la loro espressione nel telefonino e in un mondo che non è più quello reale. La nostra lista si propone nel suo programma di rigenerare questi spazi, di fare degli impianti sportivi che siano dedicati ai rossanesi, quindi pagati dal Comune - il progetto c’è già ed è depositato in amministrazione - e da concedere in gestione ad un privato ad un prezzo modico. Di modo che al mattino siano gratuiti per le scuole, durante il pomeriggio siano gratuiti per tutti gli adolescenti, ragazzi e bambini che lì vogliono andare a giocare e alla sera siano messi a “rent” per chi come me, ad esempio, lavora, finisce alle 17 e alla sera può pagare i 50 euro di affitto. Il titolare ha una sua remunerazione, c’è una guardiania e l’amministrazione comunale raggiunge il suo scopo di dare uno spazio ai giovani.

Servono quindi nuovi impianti, fondamentalmente?
Non solo. Vedo dietro a Villa Caffo, dove c’è l’attuale campo ippico, una arena all’aperto. È naturale, è verde, ci sono già le tribune, non servono investimenti. Basta noleggiare un palco che dia spettacoli per tutta l’estate. Una volta messo un palco quell’area verde enorme, che ha anche un sacco di parcheggi, che ha già le tribune montate, può diventare un posto interessante. Perché non possiamo fare a Rossano dieci concerti importanti come succede anche negli altri Comuni limitrofi? Perché non possiamo fare due tornei estivi per i ragazzi, tre spettacoli per le famiglie… Avere cioè un’estate animata, che sia tra Villa Caffo, il nuovo impianto sportivo e la nuova piazza che vedrà il patronato finalmente riaperto e ridare a tutti i giovani di Rossano, ma anche alle famiglie, uno spazio per fare aggregazione, per fare sociale, per fare un’attività di genuina socializzazione che in questo momento ci serve.

E gli anziani?
Per noi a Rossano la persona è al primo posto. Una volta c’era un centro anziani che aveva un bar, che era gestito da circa venti volontari di cui oggi si sente la mancanza e che è stato chiuso. Io voglio riaprire quel centro anziani, come ce l’hanno tutti i Comuni. Io per centro anziani non intendo una stanza aperta una volta alla settimana per fare attività per qualche ora, perché l’anziano non ha bisogno dell’animatore. L’anziano ha bisogno di uno spazio dove far trascorrere il suo tempo con i coetanei. Io penso a chi è solo, a una persona che ha magari 75-80 anni, non ha avuto figli, non ha altri parenti però è autonomo e autosufficiente. Non ha bisogno di un animatore che gli faccia fare i giochini, ma di trovare un posto per farsi una partita di bocce con gli amici, giocare a carte, guardare la partita, stare insieme e trovare nelle relazioni coi coetanei la forza e la compagnia di cui ha bisogno. Senza ovviamente dimenticare chi è non è autosufficiente, che ha bisogno invece di un’assistenza in più. Quindi io voglio implementare l’offerta che c’è oggi riaprendo il centro anziani e dando anche a quella fascia di età un’opportunità di socializzazione.

Domanda inevitabile: opere pubbliche?
Niente opere pubbliche faraoniche. Io non farò il teatro, perché ogni paese non può avere il teatro. Un teatro sta bene a Bassano, anzi starebbe bene a Bassano. Sta bene a Cittadella, a Vicenza, c’è a Rosà. Però quante persone di Rossano vanno a teatro? Io impegnare ulteriori 5 milioni di euro per una progettualità che non ha una destinazione già prefissata, non lo vorrei fare. Io credo che quando un’amministrazione si impegna per costruire uno stabile, deve avere un’idea di qualcosa che progetta e costruisce apposta per la missione e lo scopo che ha dato allo stabile. Quindi basta scatole vuote, come abbiamo visto anche nella piazza, che non hanno una progettualità pregressa ma si trovano ad essere costruite e poi con l’emergenza di doverle riempire con qualcosa per non avere un nuovo locale vuoto. Il teatro ha bisogno di un gestore, di una compagnia che sappia dare spettacoli importanti e sappia attirare persone da fuori Rossano. Investire 5 milioni di euro in quest’opera faraonica che non ha un progetto di gestione la ritengo una cosa non necessaria. Magari qualcuno verrà a da noi all’arena estiva a vedere i concerti e noi andremo da qualche altra parte a vedere il teatro.

Questa dunque per lei è una cosa da non fare. Cosa c’è invece da fare?
L’unico grosso investimento che è necessario fare è quello sulle asfaltature, completamente dimenticate per cinque anni. Lo vediamo in tutta Rossano, la situazione del manto stradale è tragica. Come bisogna investire sugli impianti sportivi, che sono quel centro di aggregazione che ci serve per ridare vita a Rossano Veneto.

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