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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Venga a prendere un Caffè da noi

Scade domani la nuova gara di pubblico incanto, indetta dal Comune di Bassano, per la concessione in uso del Caffè Italia. Mercoledì l'apertura delle buste delle offerte economiche. Sarà finalmente la volta buona?

Pubblicato il 01-08-2016
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La pausa caffè più lunga del mondo forse sta per terminare.
Scade infatti alle 12.15 di domani, martedì 2 agosto, il termine per la consegna all'Ufficio Protocollo del Comune di Bassano del Grappa della documentazione amministrativa e dell'offerta economica per la partecipazione alla gara di pubblico incanto per la concessione in uso del Caffè Italia: lo storico locale, di proprietà del Comune, affacciato sulla terrazza di piazzale Giardino.
L'apertura dei plichi contenenti le offerte avverrà in seduta pubblica mercoledì 3 agosto alle 9.30 nella sede dell'Area Lavori Pubblici del Comune al Castello degli Ezzelini.

Foto Alessandro Tich

Dopo i difficili anni del restauro, con cui ha dovuto convivere l'ultimo gestore Christian Lorenzato, e dopo la prima gara di pubblico incanto per la concessione d'uso indetta nel settembre del 2014, il celebre locale collocato in un paesaggio da cartolina - e decantato, a suo tempo, nientemeno che da George Sand - cerca nuovamente un imprenditore che ne regga finalmente le sorti. Non è una cosa facile, né tantomeno semplice.
Come noto, la prima gara di concessione era stata vinta dalla famiglia Miotti, proprietaria dell'altrettanto famoso Caffè Danieli in piazza Garibaldi.
1800 euro più Iva di canone mensile, e vai col liscio.
Ma la nuova gestione del Caffè Italia, firmata Achille Miotti & Figli, non è mai partita. Nell'ottobre del 2015, dopo una lunga pausa di riflessione, l'assegnatario ha infatti rinunciato, motivando ufficialmente il proprio ripensamento con “l'antieconomicità degli investimenti”.
Per il progetto pensato dalla Danieli's family, comprensivo di servizio ristorazione e di programma di eventi sul plateatico, sarebbero stati necessari interventi più onerosi del previsto.
Ora il Comune rilancia, mettendo nuovamente sul piatto la proposta di affidamento del locale al miglior offerente. Anche questa volta, infatti, il bando di concessione del pubblico esercizio è basato sul principio “proponi tu il tuo canone di affitto”.
L'importo base delle offerte per il canone mensile di concessione (per la durata di sei anni, eventualmente rinnovabili) del locale di 54 metri quadri, servizi igienici compresi, è stabilito in 1540 euro più Iva.
Sotto questa soglia non si può andare: saranno ammesse solo offerte in aumento. L'aggiudicazione avverrà a favore del concorrente che avrà offerto il canone mensile più elevato. Il canone mensile sarà aggiornato, a partire dal secondo anno di concessione, “nella misura del 75% della variazione degli indici dei prezzi al consumo determinato dall'Istat”.
Saranno inoltre a carico del concessionario tutte le imposte e le tasse, le utenze collegate al pubblico esercizio e gli oneri gestionali e di manutenzione.
La concessione riguarda esclusivamente i muri e gli impianti già esistenti (compreso l'impianto di condizionamento, “predisposto ma non funzionante”): tutto il resto - arredamento e elettrodomestici - è ancora a carico del concessionario.
E' escluso dal contratto di concessione anche il plateatico, per il quale - come impone l'avviso di gara a firma del dirigente comunale Area Lavori Pubblici Walter Stocco - “deve essere inoltrata apposita istanza ai sensi del vigente Regolamento Canone Occupazione Suolo ed Aree Pubbliche”.
Insomma: un gran bell'investimento iniziale, com'è del resto insito in ogni rischio d'impresa.
Presentare la massima offerta al rialzo e sobbarcarsi tutte le altre spese non basta. Oltre ai consueti requisiti economici e di idoneità professionale richiesti ai pubblici esercenti, l'aspirante aggiudicatario deve essere portatore di opportuni “requisiti morali”, certificati oltremodo da una fedina penale immacolata.
Il concessionario, inoltre, “deve obbligarsi alla non installazione di apparecchi di intrattenimento” per il gioco d'azzardo, come slot machine o video poker.
L'avviso di gara per pubblico incanto in scadenza domani non specifica uno dei criteri che erano stati invece adottati dal bando di concessione di due anni fa - come sottolineato all'epoca dall'allora fresco sindaco di Bassano Riccardo Poletto - secondo i quali la valutazione per l'aggiudicazione avrebbe tenuto conto non solo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma anche di una proposta di gestione che avesse previsto “programmi di attività culturali, di animazione e ludiche finalizzate alla rivitalizzazione dell’area”.
Il tutto ispirandosi alla stracitata frase di George Sand: “Sostare al Caffè Italia, una delle più grandi fortune che possa capitare ad un viaggiatore”.
Di tutto ciò, nel bando attuale, non si fa menzione. Vista la posizione del Caffè Italia e il panorama che si gode dal suo terrazzo, in quanto ad essere “una delle più grandi fortune per un viaggiatore”, almeno dalle nostre parti, possiamo essere d'accordo con la grande scrittrice francese. Ma chissà se sia anche una grande fortuna per chi se ne accolla, coraggiosamente, la gestione.

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