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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
Chiaramente “No”
De profundis per il Polo Museale Santa Chiara. Il sindaco Poletto, a commissioni riunite, annuncia la volontà della maggioranza sul contributo di Cariverona: “Questa Amministrazione intende spostare quei soldi su una struttura teatrale”
Pubblicato il 03-11-2015
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“Questa Amministrazione intende spostare quei soldi su una struttura teatrale.”
Sono le 18.40 e il sindaco di Bassano Riccardo Poletto, dopo settimane di tattica prudenza, fa “outing” (parola sua) e annuncia ufficialmente l'orientamento della maggioranza circa la prosecuzione del progetto del Polo Museale Santa Chiara o l'affossamento del progetto medesimo per dirottare il contributo della Fondazione Cariverona a una destinazione alternativa, quale appunto la realizzazione di un teatro. Non sono infatti parole pronunciate al bar, ma alla riunione nella sala Ferracina del Comune delle tre commissioni consiliari 2° (Risorse Finanziarie e Bilancio), 3° (Territorio e Cura e Sostenibilità Urbana) e 5° (Promozione del Territorio e Cultura), convocate congiuntamente per discutere l'unico punto all'ordine del giorno: “Polo Museale Santa Chiara: prospettive future”. Un titolo che, da quanto emerge alla riunione, si rivela di fatto un pro forma: prospettive future, infatti, non ce ne sono.
Almeno per quanto riguarda l'interesse dell'ente pubblico, ovvero di chi lo governa, a concludere l'annoso iter che dovrebbe trasformare l'ex caserma Cimberle Ferrari - oggi ridotta ad un triste cantiere interrotto - nel nuovo complesso museale polivalente che dovrebbe conglobare le collezioni naturalistiche dei Musei Civici, un museo di storia naturale comprendente la Collezione Luca e la “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto - Giannino Marzotto” della Fondazione Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar.
L'ormai più volte pubblicato rendering del progetto del Polo Museale Santa Chiara (fonte immagine: lageardarchitettura.it)
Che non ci sia mai stato feeling tra l'attuale Amministrazione di Bassano e il progetto del Polo Museale - nato ancora nell'era-Bizzotto, e per il quale sono già stati spesi quasi 2,5 milioni di euro - il sindaco lo fa capire già all'inizio del suo intervento. “Già subito dopo il nostro insediamento, nell'estate 2014 - afferma, dopo aver velocemente ripercorso le varie fasi degli anni precedenti -, abbiamo capito che qualcosa non funzionava in cantiere.”
E che non funzionasse, è un dato di fatto: il 24 ottobre 2014 è stato infatti dichiarato il fallimento della Adico Srl di Maser, la capogruppo dell'ATI (Associazione Temporanea di Imprese) aggiudicataria dell'appalto per la realizzazione del primo stralcio del Santa Chiara. “La seconda azienda dell'ATI, la Sbrissa Termoidraulica di Loria - continua Poletto -, il 7 novembre 2014, in data successiva al fallimento della Adico, ha ricostituito una nuova ATI vantando il diritto di poter proseguire il cantiere. Come Amministrazione ritenevamo che questo diritto fosse abbastanza precario, perché andava formalizzato prima del fallimento dell'altra ditta e non dopo, e non abbiamo accettato questa impostazione della cosa.”
Risultato: il 24 aprile 2015 il Comune di Bassano con apposita delibera ha dichiarato “non valido” il diritto rivendicato dalla seconda ATI, che in data 30 maggio 2015 ha presentato ricorso al TAR, attualmente sub judice. Come se non bastasse, è sorto un ulteriore contenzioso con la ditta giunta seconda nel bando di aggiudicazione dei lavori, la Vardanega Srl di Possagno, che rivendica analogo diritto. E una prima conseguenza, questo caos di carte bollate, sicuramente la ha avuta: “Lo stallo da prima del fallimento in poi - rimarca Poletto - ha aumentato i dubbi. Non c'era chiarezza su ciò che si può e si deve fare.”
Il “percorso parallelo”
E' a questo punto che, come riferisce il primo cittadino, si innesta “un percorso parallelo con la Fondazione Cariverona, con un dialogo iniziato a fine 2014”.
E questo perché “si palesava la perplessità dell'Amministrazione circa la prosecuzione del Polo Museale”.
Breve riassunto dei “precedenti”, a beneficio di chi legge. La Fondazione Cariverona, come noto, ha stanziato un contributo di 10 milioni di euro per la realizzazione del Polo Museale. Essendo già stati spesi 2,5 milioni, resta un “bonus” di 7,5 milioni che attende la sua definitiva destinazione: o nel completamento del Santa Chiara, o in un progetto alternativo.
E' l'indicazione che la Fondazione bancaria originariamente aveva chiesto al Comune di Bassano entro la scadenza del prossimo 30 novembre.
“I vincoli iniziali della Fondazione - rivela il sindaco - erano due. Il primo era la permanenza in sito, e cioè qualsiasi progetto da noi proposto doveva restare all'interno del Santa Chiara. Il secondo era l'obbligatoria destinazione culturale del progetto.” E' in questo ambito che è emersa prepotentemente l'ipotesi teatro.
“La “grande assente” nella nostra città - spiega Poletto alle commissioni congiunte - è una struttura teatrale, utilizzabile anche come sala polivalente per incontri e convegni. Ma all'interno del Santa Chiara si potrebbe ricavare un teatro con non più di 600 posti, anche su due livelli, con spazio insufficiente per la struttura scenica.”
“Il nostro duplice obiettivo - prosegue - è quello di non perdere il finanziamento e di non chiudere alcuna possibilità alla destinazione del finanziamento. Abbiamo quindi chiesto alla Fondazione se il vincolo del sito Santa Chiara è assoluto, o se il progetto può essere proposto anche all'esterno del sito. La Fondazione si è fatta attendere, ma la risposta è finalmente arrivata venerdì scorso.”
E, con la risposta dei finanziatori di Cariverona, lo scenario è radicalmente cambiato. Innanzitutto nei modi: “La Fondazione è disposta a seguire l'Amministrazione, in uno scenario molto aperto, autorizzandoci a spostare il finanziamento altrove.” E quindi anche nei tempi: “Il 31 marzo 2016 è la data entro la quale l'Amministrazione deve dire quale cosa vuole fare. Entro il 30 giugno 2016 il Comune deve presentare il progetto preliminare.”
E la scadenza del prossimo 30 novembre? C'è anche quella, ma solo quale data ultima “per chiedere la proroga della realizzazione del Polo Museale”.
Le commissioni avranno tempo solo in questo mese di novembre per valutare quest'ultima opzione, anche se i giochi sono già decisi. Poletto e la sua Amministrazione, infatti, coniugano già la questione al futuro: “Abbiamo tempo alcuni mesi per verificare cosa è possibile fare. Quei soldi è opportuno e politicamente corretto investirli in altre progettualità.”
Il gioco delle tre opzioni
Ciò su cui gli amministratori comunali, in sostanza, dovranno esprimersi da qui al 31 marzo non è se fare o non fare il teatro (oramai les jeux sont faits) ma l'opzione maggiormente sostenibile fra le tre attualmente sul piatto: acquisire e riadattare il Teatro Astra, acquisire e ristrutturare la sala parrocchiale Da Ponte del Centro Giovanile, oppure costruire ex novo il teatro - come pensato diversi anni fa dal già assessore alla Cultura Luciano Fabris - nell'area dell'attuale parcheggio “Le Piazze” all'ex Ospedale. Quest'ultima, per vari motivi tecnici e economici, è l'opzione che appare già la meno praticabile. Per vendere al Comune il Teatro Astra, l'attuale proprietà chiede 3,5 milioni. Per la Sala Da Ponte della parrocchia di Santa Maria in Colle, invece, “potrebbe esserci la possibilità alla vendita a un prezzo inferiore ai 2 milioni”. Prezzi probabilmente ancora ritoccabili, ovviamente al ribasso, in regime di trattativa diretta.
Ma c'è un ma: la Fondazione Cariverona non finanzia l'acquisto di beni di terzi.
La destinazione del contributo è vincolata a tutt'altra cosa: e cioè alla ristrutturazione dell'immobile, come nel caso del Santa Chiara, a fini culturali.
Ergo: se il Comune vuole comprare l'Astra o la sala Da Ponte, deve pagare l'acquisto dei muri attingendo direttamente dalle proprie risorse. Un potenziale bagno di sangue. Ma Poletto - su richiesta dei consiglieri di opposizione Roberto Marin e Mariano Scotton - chiarisce: “La condizione che abbiamo posto alle proprietà dei due teatri è l'acquisto con pagamento a rate in dieci anni.”
Per farne cosa, dopo la ristrutturazione finanziata dalla Fondazione?
L'idea dell'Amministrazione bassanese è avere un teatro con la capienza di 800-1000 posti, e insieme una “struttura flessibile importante” per ospitare convegni, incontri, conferenze, spettacoli e quant'altro altrimenti disseminati in città a macchia di leopardo. Domani il sindaco incontrerà il Comitato pro Teatro Astra, venerdì sera è previsto un altro incontro con le associazioni culturali della città. La strada è ormai segnata: “Impegneremo quel contributo altrove, e quell'“altrove” sarò deciso con il contributo di tutti.”
Come ti smonto il Polo
E il Polo Museale Santa Chiara, unico punto all'ordine del giorno delle commissioni congiunte? Tanto numerosi sono stati gli anni che ci sono voluti per “costruire” il progetto, quanto pochi sono i minuti che bastano al sindaco per smontarlo.
“Ci sono forti dubbi e perplessità - dichiara Poletto - che il Polo Museale possa diventare quello che vuole diventare. Ci sono difficoltà in ordine alla realizzazione, all'allestimento e alla gestione. Mancano ad oggi i fondi per il secondo stralcio e per l'allestimento servono altri 1,6 milioni.”
Ed ecco, finalmente, il riferimento al MuSe: il Museo delle Scienze di Trento, ottavo museo più visitato d'Italia, meta del famoso tour conoscitivo organizzato ai primi di settembre dal Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar, il cui piano di gestione per il Santa Chiara si ispira proprio al “modello MuSe” e che col museo dei record in terra trentina sta improntando un progetto di collaborazione e scambio di flussi di visitatori. “Il MuSe di Trento è un'eccellenza - afferma il sindaco -, ma ha bisogno del contributo di 6 milioni di euro all'anno della Provincia Autonoma per poter funzionare. Il “modello MuSe”, da solo, copre il 44,5% dei costi di gestione. Anche i musei che funzionano benissimo arrivano a sistemare meno della metà delle spese di gestione.”
E i costi di gestione del Santa Chiara? Secondo una stima dell'Amministrazione di Bassano - elaborata secondo parametri che alla riunione non sono stati giustificati - gestire il Polo Museale avrebbe un costo di 570mila euro circa all'anno, di cui solo 130mila garantiti dalla bigliettazione, introiti dello shop eccetera. “Il Comune dovrebbe metterci 440mila euro all'anno per farlo funzionare.” Replica dalle opposizioni: “Ci si chiede se questa stima sia rapportata alla gestione fallimentare dei Musei Civici, e non raffrontata con altre strutture museali per un vero riscontro.”
Per il progetto Santa Chiara suona il De profundis: “Il Polo Museale - afferma testualmente Poletto, a nome della sua maggioranza - è un programma da rivedere completamente. Noi riteniamo che non deve essere l'ente comunale, di questi tempi, a realizzare e gestire musei di questo tipo. Bisogna ripensare il tutto.”
Ripensare come? Anche il sindaco ha il suo Piano B: “Il Comune può mettere a disposizione l'area del Santa Chiara a chiunque voglia realizzare un Polo Museale ricercandone i fondi. Può essere una cordata di imprenditori con capacità gestionali per portare avanti in partnership la progettualità. Non è una pietra tombale, ma una scelta importante che va verso altre altre priorità.”
Insomma: cari privati, se proprio volete farvi un museo, fatevelo pure. A spese, progetto, investimenti e rischio d'impresa completamente a vostro carico.
Basite le minoranze: “Abbiamo tempo solo fino al 30 novembre per prendere una decisione che l'Amministrazione ha già preso” (Tamara Bizzotto). “Ci troviamo a parlare a 28 giorni dalla scadenza di qualcosa che stiamo perdendo, una progettualità importantissima e i soldi dei cittadini” (Federica Finco).
Mentre Roberto Marin chiede “se ci sia un progetto di realizzazione, allestimento e gestione di un teatro, da confrontare in pianificazione paritetica col Polo Museale.” Poletto dice di sì, e aggiunge che tra i costi delle due strutture “non c'è proporzione, a cominciare dal personale”.
Esulta invece Bruno Bernardi, consigliere di maggioranza, che sposa in toto la linea del sindaco: “L'offerta museale di Bassano non ha bisogno di nuovi muri, ma ha bisogno di nuove idee.”
Epilogo
Sabato prossimo, 7 novembre, dalle 11 alle 14, nella sala Chilesotti al Museo Civico, è in programma il già più volte annunciato “Question Time” sul Polo Museale Santa Chiara, aperto liberamente alla cittadinanza.
L'appuntamento - condotto da chi vi scrive e dal collega Lorenzo Parolin del “Giornale di Vicenza” - è organizzato dal Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar e ha lo scopo di chiedere ai rappresentanti delle parti in causa - in primis agli amministratori comunali - qual è la loro posizione in merito alla questione e perché. Le “rivelazioni” ufficiali rese in commissione cambiano ora totalmente la prospettiva, rispetto alle motivazioni originarie dell'appuntamento.
Sono molti gli aspetti da sviscerare, ma il rischio è che il confronto pubblico non faccia altro che confermare posizioni a questo punto già note: “Il Polo Museale non s'ha da fare” per quanto riguarda sindaco e maggioranza; “Non siamo stati informati per tempo su una cosa ormai già decisa” per quanto concerne il fronte di minoranza. Così è, se vi pare: staremo a vedere.
Intanto proprio questa mattina, a Montecchio Maggiore, si è svolto un sopralluogo nell'area dell'ex Caserma “Ghisa” che il masterplan di riqualificazione urbanistica - elaborato gratuitamente dall'architetto Massimo Vallotto, presidente del Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar, e accolto favorevolmente dal Comune castellano - intende trasformare in una “cittadella della mobilità” di livello europeo, con tracciati di guida sicura, laboratori universitari dedicati e locali per start up del settore tecnologico-viabilistico.
Al sopralluogo hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto, il presidente di Aci Vicenza Valter Bizzotto, il due volte campione del mondo di rally Miki Biasion e lo stesso Vallotto.
Questa è anche l'area dove è previsto il “possibile trasferimento della Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto” in caso di rigetto del progetto Santa Chiara a Bassano.
Tutto nello stesso giorno: un segno del destino?
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