Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Proposta indecente

“Vuoi una recensione positiva? Paga”. Il ristoratore Sergio Dussin scoperchia il giochetto per “riparare” i giudizi negativi sul portale di recensioni TripAdvisor. Passando alle vie legali. Un caso analogo anche alla pizzeria "Al Saraceno"

Pubblicato il 09-02-2013
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Elena Pavan

Il giochetto, più o meno, funziona così. Qualcuno, con il solito nickname anonimo tipico del web, prende di mira un ristorante e inserisce una recensione su TripAdvisor - il più noto portale di recensioni scritte dagli utenti su alberghi, ristoranti, servizi turistici, mete di vacanza e quant'altro - con la quale, per usare un termine elegante, sputtana di brutto il locale. Pochi giorni dopo, il titolare del ristorante sputtanato riceve un'email di un'agenzia di consulenza che chiede soldi per inserire su TripAdvisor “recensioni genuine e scritte da potenziali veri utenti”. Recensioni che, dietro pagamento di un corrispettivo, non possono che essere positive.
Ma Sergio Dussin - titolare del ristorante “Al Pioppeto” di Romano d'Ezzelino, presidente dei Ristoratori Bassanesi, noto anche come “il cuoco del Papa” per la sua frequentazione coi servizi di ristorazione del Vaticano - questa cosa non l'ha proprio gradita. E di fronte alle parole di fango scritte da un anonimo su TripAdvisor - cui ha fatto seguito l'offerta di “riparazione”, a seconda del tariffario, di un'agenzia con nome, cognome e indirizzo - ha deciso di passare a vie legali.
Il fatto risale al mese scorso, quando un presunto cliente, firmatosi con il nickname “883”, ha sparato a zero sul ristorante “Al Pioppeto” con un post sul portale di recensioni, nel quale il sedicente consumatore ha detto peste e corna - nel mese di gennaio - su un pranzo di asparagi fatto in maggio.

Sergio Dussin (foto: archivio Bassanonet)

Tre giorni dopo, Dussin ha ricevuto sulla posta elettronica il messaggio di un'agenzia di consulenza, la quale spiega - con parole sgrammaticate, ma testuali - “che si occupa di meglio posizione hotel e ristoranti nei siti di recensioni.”
“Abbiamo la possibilità di far crescere la sua attività in classifica con recensioni genuine e scritte da potenziali veri utenti - prosegue l'email dell'agenzia -. Con solo 5 posizioni positive si sale su siti come TripAdvisor in maniera sostanziale con un immediato aumento dei clienti. Le recensioni hanno un costo di 500 euro l'una con un pacchetto di 3 recensioni, il costo scende notevolmente con pacchetti superiori. Ad esempio 10 recensioni costano 3000 euro. I costi sono una tantum, e le recensioni rimarranno online per sempre. Risultati garantiti.”
“Aiutiamo i nostri clienti ad essere visibili, la spesa rientra in poche settimane - conclude il testo della proposta -. Abbiamo anche la possibilità di gestire recensioni mensili così da avere sempre nuovi feedback, allora si parla di canone e non costo a recensione.”
Francamente troppo, per uno come Dussin. Che da una parte ha fatto aprire un fascicolo d'indagine nei confronti del suo per il momento ancora anonimo detrattore. E che, dall'altra, ha preso spunto dal suo caso personale per lanciare un allarme generale sul sistema di phishing ai danni degli imprenditori colpiti dagli attacchi sul web.
“Ho sporto querela per diffamazione alla Polizia Postale presso la Procura di Bassano del Grappa contro l'utente “883” che ha inserito la recensione negativa su TripAdvisor - ci dice Dussin -. Lavoriamo 18 ore al giorno per difendere i posti di lavoro dei nostri collaboratori, promuoviamo i prodotti del territorio, facciamo conoscere la nostra cucina al mondo, però siamo in balia di questo metodo moderno di dare giudizi sul nostro lavoro. Chiedo di poter togliere da TripAdvisor chi non vuol essere inserito in questa macchina. Non hanno il mio consenso, ma la mia negazione di volerne fare parte.”
I giudizi negativi, se oggettivi e reali, in realtà fanno parte del gioco per chiunque svolga un'attività d'impresa rivolta al pubblico. Ma se la critica via web è seguita da quella che Dussin chiama “la proposta indecente”, e se poi viene fuori che la proposta delle recensioni a pagamento “è già arrivata a parecchi ristoranti”, ecco che all'improvviso si scoprono gli altarini. Un sistema, a quanto pare ben rodato, con il quale le agenzie di consulenza e simili si mettono a “pescare” tra gli esercizi pubblici colpiti da recensioni al veleno per garantire, dopo regolare bonifico bancario, una nuova verginità d'immagine.
“Dopo soli tre giorni mi è arrivata l'offerta per avere, a pagamento, recensioni positive - afferma ancora il titolare del “Pioppeto” -. C'è sicuramente un legame, perché la proposta non arriva a chi non ha recensioni negative. Dobbiamo toglierci da questo strumento ai danni dei ristoratori.”
Quella di Dussin, in realtà, è stata la denuncia che ha scoperchiato la pentola.
E le segnalazioni su casi simili, negli ultimi giorni, sono sempre più frequenti.
La “proposta indecente” è arrivata anche a Federalberghi del Veneto il cui presidente, Marco Michielli, avverte che si tratta di vere e proprie truffe.
Ne sa qualcosa anche Riccardo Malloggi, contitolare del Ristorante Pizzeria “Al Saraceno” di Bassano del Grappa, che lo scorso ottobre, sempre su TripAdvisor, si era trovato una recensione fortemente negativa, seguita da regolare proposta di “riparazione” previo pagamento secondo tariffario.
“Era una recensione fasulla e diffamatoria - conferma Malloggi -. Tra le varie cose, scriveva ad esempio che noi offriamo prodotti surgelati, cosa che non corrisponde assolutamente al vero. Subito dopo mi è arrivata una proposta per una recensione positiva, al costo di 500 euro. Era di un'agenzia che mandava le sue email da New York. Le email sono continuate ad arrivare una alla settimana. Io nel frattempo avevo segnalato quanto era accaduto alla Polizia Postale in Procura, e successivamente la recensione è stata rimossa da TripAdvisor. Dopodiché, hanno smesso di mandare anche le email.”
Il portale TripAdvisor, su tutte queste cose, probabilmente non c'entra. Perlomeno, lo speriamo ardentemente. Ma sarà opportuno che chi lo gestisce e chi ne controlla i contenuti prendano le adeguate contromisure, per evitare che si trasformi in TrickAdvisor.

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