Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 27-06-2012
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Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Con questa sentenza si è concluso questa mattina a Trento il processo a carico di otto esponenti del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro di Tezze sul Brenta di Bassano del Grappa, finiti alla sbarra per l'ipotesi di reato di minacce aggravate e imbrattamento, ovvero per l'accusa di aver reagito con frasi ingiuriose e lancio di uova in direzione del Tribunale di Bassano il 24 maggio del 2011.
In quella data, come si ricorderà, il giudice bassanese Deborah De Stefano aveva emesso la sentenza di primo grado con la quale venivano assolti per la “non sussistenza del fatto” i tre imputati (Paolo Zampierin, Adriano Sgarbossa e Rocco Battistella) finiti a processo con le accuse di omicidio plurimo colposo, lesioni gravissime e omissione di cautele per le morti degli operai alla ex Tricom-PM Galvanica di Tezze sul Brenta.
Alla lettura di quella sentenza era seguita la reazione degli esponenti del Comitato, sfociata nelle accuse nei loro confronti.
24 maggio 2011: la protesta del comitato dopo la sentenza di primo grado del processo Tricom-Pm Galvanica a Bassano (foto Alessandro Tich)
L'assoluzione di oggi nei confronti degli otto attivisti segue di poche settimane la sentenza di appello dello scorso 8 giugno, con la quale la Corte di Appello di Venezia ha condannato i tre rappresentanti dell'ex Tricom-Pm Galvanica a 1 anno e 4 mesi, azzerando così la sentenza di primo grado.
“Nel giro di pochi giorni - commenta il Comitato sul proprio blog - il tribunale di Bassano del Grappa ha ricevuto due smacchi clamorosi, a dimostrazione del fatto che la nomea di "porto delle nebbie" se l'è conquistata a giusta ragione.”