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La persistenza delle bollette di guerra rischia di creare danni devastanti alle imprese, soprattutto dopo la ripresa dalle ferie estive.
Molte aziende infatti hanno mantenuto per almeno una parte del 2022 contratti di approvvigionamenti energetici a prezzi già prefissati, ma con il passare dei mesi questi contratti stanno via via scadendo. Nella seconda parte dell’anno arriveranno all’incasso fatture energetiche a prezzi correnti e quindi esorbitanti.
Per le aziende che ancora non sono riuscite a ribaltare sui clienti, o sulla filiera, gli aumenti stratosferici dell’energia i margini si sono compressi fino ad erodersi quasi completamente in alcuni casi.

Il distretto della ceramica artistica di Nove
Sono le criticità principali di quei comparti che lavorano al limite della competitività e che difficilmente possono alzare i prezzi in modo unilaterale senza subire contraccolpi commerciali.
Il caso eclatante nella nostra economia bassanese riguarda la ceramica artistica, settore artigianale ad alto consumo di energia.
Una nicchia di mercato già sottoposta ad una fortissima selezione negli ultimi anni, in cui le aziende “survived” hanno mescolato abilità artigianali seriali che vanno di pari passo con il mantenimento di una straordinaria tradizione artistica e culturale.
«La ceramica sta subendo rincari sulle bollette del gas che non si erano mai visti prima.
Ogni mese le tariffe aumentano e siamo arrivati all’impossibilità di poter far fronte a queste spese senza rimetterci. Sostanzialmente molte imprese stanno lavorando in perdita», lancia l’allarme Maria Teresa Maroso, presidente regionale dei ceramisti di Confartigianato Imprese Veneto. Per i ceramisti rimasti intrappolati nella guerra dei prezzi energetici non sono sufficienti nemmeno la riduzione degli oneri di sistema o dell’Iva e il contributo straordinario relativo al credito di imposta. La ceramica artistica, seppur drasticamente ridimensionata, conta pur sempre 200 aziende per circa 700 addetti, e rappresenta una delle tante punte di diamante del “fatto” in Italia.
«Ci aspettavamo un sostegno reale e proporzionato agli aumenti, sia dalla Regione che dal Governo. Nonostante le nostre ripetute richieste di aiuto quello che è arrivato è veramente poca cosa. Rappresentiamo uno dei settori di punta dell’artigianato artistico regionale, la ceramica artistica merita la dovuta attenzione».
Se nell’attuale situazione internazionale del mercato dell’energia nessuno è in grado di fare previsioni (riprenderanno rapporti “normali” con la Russia? Per quanto i prezzi rimarranno così alti?), per mettere un salvagente attorno alle imprese più energivore la strada del supporto pubblico è praticamente l’unica percorribile.
«Siamo seriamente preoccupati del rischio di riduzione della disponibilità di gas per il prossimo inverno - conclude la presidente Maroso. Il gas è una materia vitale per le nostre imprese e i segnali contradditori e allarmanti sulle forniture che leggiamo quotidianamente si aggiungono a quelli delle tariffe. È il momento di dimostrare con provvedimenti tangibili e importanti il sostegno al nostro comparto. È evidente che non possiamo essere lasciati soli a sostenere costi che, fin dai prossimi mesi, non ci permetteranno nemmeno di avere un minimo di marginalità».
Un problema, quello energetico, che sarà il primo di quelli in agenda che si troveranno a gestire i prossimi inquilini di Palazzo Chigi.
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