La manomissione delle parole
Gianrico Carofiglio ospite giovedì 14 aprile alla libreria Palazzo Roberti

un'analisi con tag cloud delle parole usate da Gianfranco Fini a Mirabello
Giovedì 14 aprile presso la libreria Palazzo Roberti Gianrico Carofiglio presenta il suo libro La manomissione delle parole edito da Rizzoli. L’autore parlerà dunque di un tema interessante e attuale, soprattutto in un’epoca storica in cui l’incontinenza verbale e un certo imbarbarimento linguistico sono malanni diffusi, e la de-formazione del linguaggio ha l’effetto di deviare il pensiero, le idee, e anche le azioni. E’ utile in proposito sapere ad esempio che esistono strumenti nuovi e interessanti che riguardano la comunicazione politica e l’uso della rete e delle nuove tecnologie nelle campagne elettorali www.spindoc.it/
Magistrato antimafia nel distretto di Bari e senatore della Repubblica, Carofiglio a Bassano in veste di scrittore propone un saggio in cui esamina, in un percorso letterario e civile ricco di suggestioni e di intrecci inattesi, prospettive diverse di lettura e, appunto, d’uso delle parole. Il suo è un invito esplicito a fare una manutenzione attenta del linguaggio per ripristinare la sua forza originaria. - Anche solo chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario - ricorda Carofiglio, e scrive: “Le parole come minime dosi di arsenico, dall’effetto lentamente, inesorabilmente tossico: questo è il pericolo delle lingue del potere e dell’oppressione, e soprattutto del nostro uso – e riuso – inconsapevole e passivo. Per questo è necessaria la cura, l’attenzione, la perizia da disciplinati artigiani della parola, non solo nell’esercizio attivo della lingua – quando parliamo, quando scriviamo – ma ancor più in quello passivo: quando ascoltiamo, quando leggiamo”. L’attenzione critica all’uso delle parole insegna a percepire le disincronie, le improprietà inopportune, insegna a cogliere le strumentalizzazioni utilizzate spesso ad esempio nella comunicazione mediatica. E’ il linguaggio che dà forma alla realtà, la descrive ricreandola in pensiero leggibile anche ad altri, ed è sempre una gioia per chi ama la lettura e la scrittura scoprire che esiste la parola giusta, la sfumatura che corrisponde e che aderisce perfettamente ai pensieri. L’approssimarla, o peggio il non trovarla, equivalgono al mutismo, alla sostituzione dell’emozione con il non detto, e quindi con il vuoto. Dialogherà con l’autore Cristina Bellemo. L’appuntamento è a ingresso libero.
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