Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 11-06-2010
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Oliviero Beha ospite dell’associazione culturale Le colline ha presentato due suoi libri a Vicolo Gamba. Intervistato da Lorenzo Parolin ha parlato di "Dopo di lui il diluvio - Weimar, Italia" edito da Chiarelettere, e “Eros Terminal - Il sesso, l'età, il potere” e l’incontro è stato anche occasione ghiotta per parlare dei mali che attanagliano il nostro Bel Paese, definito dal giornalista “una palude per Caimani”. Ad un lustro dall’uscita del suo pamphlet dagli scenari profetici "Crescete & prostituitevi", l’autore si chiede e chiede ai lettori che cosa succederà quando sarà finita la stagione di Berlusconi, se davvero “dopo di Lui” ci sarà “il diluvio”. L’analisi che compie Beha, e la suddivide in tre parti, storica, politica, e pornografica, parla dell’era del “berlusconismo” con toni feroci, spesso polemici: a sommi capi la magistratura è in crisi, e per questo la stampa, consequenzialmente, si assurge il compito di enfatizzare la “gogna mediatica”; la comunicazione e l’informazione sono in crisi, o si è di parte, schierati, o si viene zittiti con atti di vero e proprio mobbing - ... questa levata di scudi per Santoro, la Dandini e compagnia non è egalitaria e democratica, è impensabile per chi non interessa alle segreterie di partito -; in sostanza il sistema Italia è in crisi e pare incapace di uscire dal tunnel della depressione. Beha ha usato spesso il termine “malata”, e questo a pelle lo sentiamo tutti, ma non ha indicato una cura efficace per questa Italia dalla febbre alta. Forse la terapia richiede di sfuggire alla luce fredda della cronaca e di infilarsi tra le ombre incerte del futuribile. E’ questo scatto che fa l’autore con Eros Terminal, il suo “primo romanzo”, una sorta di diario del piacere, di biografia erotica dell’Innominato che attraverso la scrittura allontana da sé, e quindi dà forma, ai suoi pensieri e alla sua vita. Numerose le domande in sala rivolte di volta in volta allo scrittore, al giornalista, al cronista sportivo, non poteva certo mancarne una sui prossimi Mondiali di calcio: Beha ha fotografato l’evento con poche chiare parole, e tutte avevano a che fare col marketing e con l’economia più che con lo sport. Forse il Diluvio no, ma una pioggerellina sana e ristoratrice...
Oliviero Beha e Lorenzo Parolin