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Suona la poesia, a casa de Il Bandito
Apertura ieri sera, all’Auditorium Vivaldi di Cassola, per la prima edizione del festival Le Notti de Il Bandito, in programma in questo fine settimana e dal 28 al 30 aprile
Pubblicato il 22-04-2022
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Apertura ieri sera, giovedì 21 aprile, all’Auditorium Vivaldi di Cassola, per la prima edizione del festival “Le Notti de Il Bandito”, in programma dal 21 al 23 e dal 28 al 30 aprile.
Sul palco, a salutare il pubblico, introdurre gli ospiti e a moderare la serata, un infaticabile Gianfranco Gandolfi, ideatore di un’iniziativa che già dal primo appuntamento toglie ogni dubbio circa il taglio culturale che si propone.
Prima dell’inizio, una dedica speciale a un artista e scrittore speciale recentemente scomparso, che ha raccontato con maestria e la necessaria ferocia i nostri luoghi e i nostri tempi, non nominato ma comparso in fotografia sullo schermo dell’Auditorium.

Pierpaolo Capovilla all'Auditorium Vivaldi di Cassola (fonte FB)
Il primo appuntamento ha avuto come protagonista Pierpaolo Capovilla cantautore e fondatore degli One Dimensional Man e de Il Teatro degli Orrori, che ha dato voce alla poesia di La religione del mio tempo, un omaggio al pensiero e all’opera di Pier Paolo Pasolini. Capovilla, con Arlo Bigazzi e Flavio Ferri, ha dato il la anche a un momento chiamato dagli organizzatori “In*conversazione”, che prevedeva anche la presenza di Alex Dematteis, giornalista musicale di stanza a Manchester, e che si è svolto invece in un dialogo a tre.
Molto interessanti le riflessioni poste in gioco e rilanciate agli intervenuti sul senso del presente e dell’interessarsi di poesia dove, senza pretesa di prendersi troppo sul serio, le voci si sono intrecciate e sono entrati in dialogo tra gli altri Marcuse, Socrate e la sua parresia e Majakovskij, oltre naturalmente a Pasolini.
È seguita un’improvvisazione sonora, una chicca per intenditori, a cura dei due polistrumentisti intitolata: “Le Formidable Bordel”.
Spazio infine alla suggestiva lettura scenica di Capovilla dei testi tratti dalla celebre raccolta poetica di Pasolini, del quale quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita. Quello che il musicista, e autore, e pensatore, porta da tempo nei teatri e sui palchi è un reading di quelli dove il ritmo, i toni profondi, le variazioni e i silenzi della sua voce sono del tutto a servizio della poesia. A tratti la sua lettura ha ricordato a chi la conosceva le letture inconfondibili dello scrittore vicentino scomparso, le parole connesse tra loro in un fluire fluviale tra anse blues e jazz. «Leggere Pasolini oggi può essere utile» afferma Capovilla dal palco: i temi di cui parlò quel Pasolini ancora giovane, tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, in una danza tra ideologia e poesia, risuonano ancora attuali e capaci di suscitare pensiero, affermano con altri esempi d’intorno la capacità visionaria del poeta e della poesia.
La conclusione è affidata alla struggente Una luce, nella quale Pasolini rivolge lo sguardo alla madre e scrive: ed è tremendo, e dolce: che non c’è mai disperazione senza un po’ di speranza. Ogni tempo ha la sua religione, verrebbe da dire, ma tutte le religioni in fondo si somigliano.
Questa sera, venerdì 22 aprile, seconda serata del festival in compagnia di Tiziano Scarpa e Debora Petrina. A precederli sul palco saranno Marco Crivellaro e Federico Motta, per un duo pianoforte e violoncello. Sabato 23 aprile, chiuderà il primo fine settimana del festival “Mephisto Ballad”, uno spettacolo-concerto nato dall’omonimo album dedicato al Faust di Goethe firmato Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi. Ad aprire l’incontro sarà la giovane cantautrice marchigiana Talèa.
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