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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
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Vite tra le stelle

Domenica 22 luglio, l'Osservatorio astrofisico di Asiago ha organizzato nella sua sede del Pennar un incontro dedicato all'osservazione e alle scoperte di scienziate nella storia dell'astronomia

Pubblicato il 23-07-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Domenica 22 luglio, l'Osservatorio astrofisico di Asiago ha organizzato nella sua sede del Pennar un interessante incontro dedicato all'osservazione e alle scoperte di scienziate nella storia dell'astronomia.
"Vite di astronome" è un'iniziativa organizzata per portare i visitatori alla scoperta del lavoro e delle figure di importanti studiose che, nel corso dei secoli, hanno contribuito con le loro ricerche allo sviluppo delle conoscenze in campo astrofisico, dedicandosi alla disciplina tutelata da Urania. Partendo da Ipazia, astronoma, matematica e martire pagana uccisa da fondamentalisti cattolici (370-415 d.C.), la celebrità delle donne che si sono dedicate all’astronomia è costellata più da eclissi che da comete; vengono ricordate accanto a lei Ildegarda di Bingen, sassone nata nel 1098 dichiarata invece santa da Benedetto XVI, e poi per guardare alla Francia e a tempi più recenti la marchesa du Châtelet, amica di Voltaire, e in Italia le sorelle bolognesi Teresa e Maddalena Manfredi, e poi Caterina Scarpellini, e infine, più vicino ai giorni nostri, Margherita Hack, che è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea.
Ad Asiago, in attesa dell’eclissi lunare del prossimo 27 luglio, tramite la visita guidata al Museo degli Strumenti dell'Astronomia (Musa) è sempre possibile osservare alcuni esempi della strumentazione utilizzata in campo astronomico dagli anni '40 agli anni '70 del Novecento.

Margherita Hack (foto Laura Vicenzi)

Da dieci anni, il Musa è aperto al pubblico per testimoniare la storia e la modernizzazione dell’Osservatorio: lo studio dell’astrofisica ad Asiago e Padova si è evoluto continuamente nel tempo, cambiando gli strumenti con altri a più alte prestazioni, scegliendo nuovi luoghi dove fare le osservazioni, estendendo interazioni a livello internazionale, aprendo a nuovi progetti e adeguando il lavoro dell'astronomo alla modernità e alle nuove tecnologie. Al Musa è presente una mostra permanente visitabile su prenotazione (informazioni alla mail visite.asiago@oapd.inaf.it).

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