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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Che vita, questi innamorati!
Applausi, al Teatro Remondini, per Gl'innamorati senza età di Stefano Artissunch
Pubblicato il 12-03-2014
Visto 2.932 volte
Martedì 11 marzo, la rassegna “Il teatro siamo noi” ha portato sul palcoscenico del Teatro Remondini Gl’innamorati, una produzione a cura di Synergie Teatrali del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno www.glinnamorati.it/. In scena una commedia divertente, romantica, ma pregna di un’ironia sottesa e tagliente il cui testo originale in tre atti è stato scritto da Carlo Goldoni nel 1759.
La trama racconta l’amore tormentato di due ragazzi, Eugenia e Fulgenzio – interpretati da Micol Pambieri e da Stefano Artissunch, anche regista dello spettacolo – e si dipana fra atti di corteggiamento, seduzione, fioriture di abbracci e liti furiose che si alternano come scorci di primavera e tuoni di temporale in una casa animata da dieci personaggi. Gli altri bravi interpreti, a completare il ritratto di famiglia di questo piccolo mondo antico milanese, servi inclusi: Stefano Tosoni, Stefano De Bernardin e Laura Graziosi, e poi la grande Isa Barzizza che ha donato leggerezza al ruolo della zia Fabrizia (in origine nel testo si trattava di uno zio tutore), rivestendo di simpatia il personaggio più ambiguo e in fondo meschino della famiglia Ridolfi.
Sul palco anche un dietro le quinte reso visibile agli spettatori dalle inferriate di una gabbia dorata dove i cambi di costume, e di carattere, hanno contribuito a movimentare le scene e a sottolineare il ruolo della maschera che si utilizza non solo a teatro, ma anche nella vita reale.
Gli attori di Synergie Teatrali con Mattia Pontarollo all'aperitivo teatrale ospitato al Color Cafè
L’opera, ricca di situazioni comiche tipiche della commedia dell’arte rese con maestria dagli attori, non resta legata al suo tempo, il Settecento, lo evoca grazie all’incantevole cornice dorata della scenografia, alle luci, all’italiano datato, alla prossemica, ai costumi e alla bellissima musica che accompagna i momenti salienti della rappresentazione (c’è Mozart sì, ma anche Philip Glass), eppure il racconto è innegabilmente contemporaneo, e in alcune scene che evocano, pur da lontano, fatti di cronaca che parlano di violenza domestica addirittura pregno di riferimenti all’attualità: la vicenda dispensa critiche a una società calcolatrice, dedita alle apparenze e suddita di un consumismo patologico.
L’inquietudine d’amore che muove la vicenda e le gesta dei due giovani è fatta di morsi di gelosia, di slanci amorosi e di ripicche, ed è quella familiare a tutti Gl’innamorati. Soprattutto l’atteggiamento di Eugenia che agogna e insieme respinge il rapporto amoroso con Fulgenzio ne fa un personaggio controverso, combattivo rispetto alle consuetudini e alle convenienze ma infine remissivo nei riguardi della condizione di “donna da marito”. «Su questi due si potrebbe fare la commedia più bella del mondo», dice a un certo punto Flamminia (sorella maggiore di Eugenia, impersonata da Stefano De Bernardin en travesti), battuta-chiave che è stata ricordata dagli interpreti anche nel corso dell’aperitivo teatrale che ha preceduto lo spettacolo, appuntamento ospitato al Color Cafè.
Certo questa versione diretta da Artissunch ne ha fatto uno spettacolo corale, divertente, intenso, dove alcune scelte sceniche estremamente curate hanno contribuito a restituire intatta l’immagine di alcune costanti senza tempo dell'animo umano in cui ciascuno può specchiarsi e riconoscersi.
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