Ultimora
24 Dec 2025 16:53
Verona dedica la Stella di Natale ai carabinieri morti a Castel D'Azzano
24 Dec 2025 16:44
Milano Cortina: società Simico, 'avviato l'innevamento a Bormio'
24 Dec 2025 13:53
Figlio ex rettore Verona vinse concorso, la Procura avvia un'indagine
24 Dec 2025 11:58
Babbo Natale arriva nella piscina termale più profonda del mondo
23 Dec 2025 17:42
Mattarella ha telefonato alla madre di Alberto Trentini
24 Dec 2025 23:55
Zelensky per Natale: 'Abbiamo tutti un sogno, che (Putin) muoia'
24 Dec 2025 22:07
Papa Leone XIV nella Basilica di San Pietro per la prima messa della notte di Natale
24 Dec 2025 21:26
L'ex del Grande Fratello, Antonio Medugno, denuncia Alfonso Signorini
24 Dec 2025 21:37
La messa di Natale di Papa Leone XIV
24 Dec 2025 21:15
Esplosione in una moschea in Nigeria, almeno 7 morti
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Libri a teatro
Andato in scena a Teatro Remondini, in prima nazionale, il nuovo lavoro di Marta Cuscunà narra storie di donne e di veli, i tanti che sono loro imposti
Pubblicato il 01-09-2012
Visto 3.126 volte
Al Teatro Remondini è andato in scena ieri sera il secondo lavoro di Marta Cuscunà. La giovane attrice e autrice ha portato a Bassano in prima nazionale La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne. Lo spettacolo prosegue la sua esplorazione artistica che segue il tema delle “Resistenze femminili”.
Dopo È bello vivere liberi la ricerca della Cuscunà si è rivolta a una stagione della resistenza che pare lontana – si parla delle vicende di figlie del Cinquecento – ma che lo è solo in apparenza: il testo dello spettacolo è liberamente ispirato alle opere di Arcangela Tarabotti, scrittrice e monaca nata nel Seicento, e al caso della rivoluzione bianca delle Clarisse di Udine, un gruppo di donne eroiche che negli anni del Rinascimento italiano sfuggirono, usando il sapere e l’intelligenza, all’accusa dell’Inquisizione di eresia. La semplicità ingannata (all’inizio titolato Tirannia paterna, libro messo all’Indice) è un trattato giovanile della Tarabotti, una veneziana di buona famiglia condannata per nascita, era zoppa, alla vita monacale. In essa, come in tutto il corpus delle sue opere, Angela ha denunciato gli abusi dell'autorità familiare nel decidere la sorte delle figlie e l’offesa perpetuata da un’intera società alla dignità delle donne non da marito rivendicando la libertà e l’arbitrio delle ragazze; il suo duro j'accuse è rivolto a un diritto leso opportunamente canonizzato.
Il tema centrale dello spettacolo è dunque l’abuso. La sua lettura attraverso un viaggio letterario tra le prassi della monacazione forzata, dell’uso dei conventi a fini economici da parte dei padri che risparmiavano sulla dote della prole femminile e della consuetudine della Chiesa di fare di questo mercato delle donne un business, è stata proposta da Marta Cuscunà priva di accenti enfatici – i testi delle tragedie non ne hanno mai necessità –, facendo tesoro degli echi letterari delle storie di capinere e sostituendo alla fastidiosa retorica che spesso sottende il genere del teatro civile una satira porta con garbo, e per questo ancora più pungente. Sola sul palco, circondata dai pupazzi realizzati da Belinda De Vito, l’attrice ha dato voce a memorie del passato che parlano di sconfitte e di vittorie, di atti di resistenza e di vili tirannie.
Marta Cuscunà
Gli spettatori del Remondini hanno tributato lunghi applausi, meritati, all’attrice e al suo lavoro. Tra le riflessioni “semplici” che sorgono a fine spettacolo: sarà scomparso o è stato subdolamente sostituito, nella realtà moderna, uno dei tre modelli di vita dettati alle donne dal potere dominante (o mogli, o prostitute, o suore)?
Il 25 dicembre
- 25-12-2009"Niente. Non avete niente"
Più visti
Geopolitica
22-12-2025
L’India beneficia della guerra in Ucraina acquistando petrolio russo a prezzi scontati
Visto 6.764 volte
Manifestazioni
22-12-2025
Marostica Summer Festival: arriva la magia di Luca Carboni
Visto 4.533 volte



