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Redazione
Bassanonet.it
La pizza di Bassano
Tre spicchi del Gambero Rosso all’Ottocento Simplyfood che si conferma tra le migliori pizze gourmet d’Italia. Erio’s Pizza prende le due rotelle come pizza per asporto.
Pubblicato il 13-07-2014
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Riccardo Antoniolo dell’Ottocento ci sta abituando ai grandi riconoscimenti. Ancora una volta arriva sul banco del suo locale la guida del Gambero Rosso “Pizzerie d’Italia” con il massimo riconoscimento per la pizza gourmet: I tre spicchi. Difficile definirle solo pizze dal momento che appartengono ad una categoria diversa rispetto alla classica pizza napoletana. Una base con un impasto curato nei minimi dettagli, dalla scelta delle farine, ai tempi di lievitazione, le temperature, insomma un insieme di variabili che la rendono fragrante, croccante al punto giusto e morbida nel contempo. Gli ingredienti scelti per la farcitura sono di altissimo livello, tutti, anche il sale e l’olio, il risultato è davvero eccellente. L’area bassanese sta dando dimostrazione che l’eredità culturale lasciata dalla famiglia De Rosa nel territorio sta prendendo piede. Un debito di riconoscimento verso la famiglia partita da Tramonti in costiera amalfitana lo devono avere tutti i bassanesi per aver avuto la possibilità, fin dagli anni sessanta, di mangiare la vera pizza napoletana. E quindi dalla Bella Capri al Positano tutti i parenti hanno portato avanti la tradizione di famiglia. Oggi bisogna dire che siamo davvero fortunati sono sempre di più i locali dove si può gustare una buona pizza.
Erio’s Pizza a Sacro Cuore di Romano produce una pizza per asporto sublime. Ne abbiamo già parlato in un articolo dedicato a questo illuminato pizzaiolo a chilometro zero con ingredienti freschi del territorio. Anche Erio ovviamente ha grande cura dei dettagli e dell’impasto. L’anno scorso aveva preso la sua prima rotella con la guida del Gambero Rosso quest’anno ne aggiunge una vediamo cosa accadrà il prossimo anno. Ma sono molti più di quanto non si pensare i pizzaioli che ci credono e che ogni giorno rimangono nei loro laboratori a sperimentare a provare ad interrogarsi per arrivare al loro impasto ideale. Mariano della pizzeria “Al Moraro” a Col Roigo di Romano per esempio che, in questo splendido contesto tra le colline, da anni sta lavorando alla pizza senza lievito , una pizza più allargata e croccante rispetto alla classica napoletana, il suo obiettivo è renderla assolutamente sana e digeribile. Ma ancora, Roberto Astuni alla Corte, sta compiendo un percorso di crescita notevole negli ultimi anni. Non si può non citare la Stella a Campese per la sua croccantezza e piacevolezza. La pizzeria “Alla Terrazza”, devo essere onesto è da un po’ che non la assaggio, ma l’ultima volta ho trovato una pizza con una bella ricerca di materia, dall’impasto alla mozzarella. La pizzeria “Il Telefono” a Valrovina che utilizza i prodotti biologici facendo ricerca sulle farine, anche questa una tappa da fare. Mi viene in mente la pizzeria All’Alpino a San Michele, insomma l’elenco sarebbe troppo lungo e sicuramente vi saranno pizzerie che non ho avuto modo di testare, rimane il fatto che nel bassanese l’arte e la passione per produrre il piatto italiano più famoso nel mondo ha preso gran piede. A noi comuni mangiatori non rimane che subire tutto ciò. Che ci vuoi fa’.
Riccardo Antoniolo foto di Gianpaolo Giacobbo
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