Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 20-09-2010
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E’ mesto mesto Osvaldo Jaconi al termine della sconfitta rimediata a Monza. I suoi ragazzi per un tempo sono stati vivi e combattivi riuscendo nella missione (im)possible di surrogare alla grande le pesanti assenze di La Grotteria e Venitucci. Tutto giusto, tutto bello finché la “capea” domenicale si è rifatta viva mandando in tilt una squadra che, in questo mese, aveva fatto ricorso a tutte le sue risorse per cercare di rimontare tutte, e ribadiamo tutte, le partite fin qui giocate. È chiaro che il tecnico non sa darsi pace per l’ennesima partita gettata via in modo rocambolesco, le parole che faticano ad uscire dalla sua bocca sono estremamente leggibili dall’espressione del suo volto: “E’ una situazione paradossale. Non erano passati neppure quattro minuti nella ripresa e tutti i nostri buoni propositi sono naufragati offendo il petto sguarnito agli avversari. È difficile farsene una ragione, a noi non capita mai di segnare un gol a porta vuota… Forse a volte c’è tensione e timore e si annebbiano le idee quel tanto che basta per far capitare errori inspiegabili di questo tipo. L’amarezza è grande perché, nonostante gli infortuni, stavamo giocando tranquillamente alla pari. Avrei ben voluto vedere cosa sarebbe successo a parti invertite ossia con un nostro gol così rocambolesco”. Questa volta il colpo subito è stato letale. Il tecnico non lo dice ma pare evidente che in infrangenti di questo tipo la presenza o meno in campo di gente come Venitucci e La Grotteria diventa ancor più determinate: “La scarsa reazione è capibile e perdonabile. Chi ci ha seguito finora sa perfettamente che questa non è stata né la prima né la seconda partita in cui ci troviamo ad inseguire per una nostra dabbenaggine. Questi ragazzi sono esseri umani e quindi non è sempre facile trovare dentro di sé la forza per fare spallucce e riprendere a giocare”. L’ultimo concetto è una carezza che Jaconi riserva a Pellizzer, ingiustamente accusato di aver perso la testa: “Michele è un ragazzo estremamente buono e corretto, non ha avuto un momento di follia cercando di fare un’entrata assassina, è stato semplicemente un fallo tattico abbastanza evidente ma che è stato male interpretato”.
Michele Pellizzer, 21 anni, domenica sarà squalificato (foto Roberto Bosca)