Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 08-09-2010
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Va svuotandosi l’infermeria del Soccer Team che si prepara ad affrontare il Sorrento, una delle corazzate del torneo e tra le principali candidate al titolo. Ben quattro giallorossi passano dalle cure dallo staff medico composto dai medici Diego Ave e Ilario Candido alle sapienti indicazioni di Osvaldo Jaconi che per i giocatori è padre, medico, nutrizionista, psicologo ed educatore oltre che allenatore di tecnica e tattica. Caciagli e Porchia hanno risolto le rispettive infiammazioni al ginocchio, Guariniello ha tolto il gesso alla mano sinistra, Pellizzer ha ripreso a correre dopo la dolorosa contusione al ginocchio destro. Insomma un po’ di respiro per il tecnico giunto ai piedi del Grappa lo scorso giugno: “Alt – fermi tutti Jaconi – il fatto che questi giocatori non siano più sotto la responsabilità dei sanitari non significa che siano pronti a giocare. Alcuni di loro è un po’ che mancano dagli allenamenti tecnici, tattici e atletici, non dimentichiamolo. Quindi se uno step fondamentale è superato, ora manca la prova del campo ossia acquisire quella condizione fisica indispensabile per poter essere presi in considerazione”. La situazione resta comunque di emergenza (anche se almeno il tecnico può portare in panchina qualche alternativa di spessore da giocarsi a gara in corso), sopratutto se venisse confermata l’assenza in mezzo al campo di Mateos che costringerebbe Jaconi a confermare una mediana in cui il solo giocatore assuefatto al ruolo è Venitucci. Il centrocampista di Conegliano si è fermato per un risentimento al polpaccio proprio alla vigilia dell’incontro di Pagani e, ad oggi, si sta allenando a parte anche e le speranze di vederlo in campo con il Sorrento non sono tramontate. Recupero più lungo per Sandro Porchia: il forte difensore necessità come minimo di un’altra settimana di allenamenti per entrare in regime.
Marcelo Mateos, 29 anni, si sta allenando a parte (foto Roberto Bosca)