Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 23-07-2010
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Marcelo Mateos, non un giocatore qualsiasi. Possiamo definirlo il golden boy di Bobi Sandri, colui che giunto nel gennaio 2005 dal Portogruaro, allora in C2, si insediò prepotentemente nella mediana diventando in brevissimo tempo la guida, in campo e fuori, della squadra che sbaragliò la concorrenza e trionfò in D. Centrocampista da combattimento ma con il piede carico di tritolo, tempestivo negli inserimenti e abile di testa: tutti elementi che gli conferiscono il non superfluo appellativo di uomo gol. Doti queste confermate anche il primo anno giallorosso tra i professionisti: indimenticabili, in un’annata zeppa di difficoltà, i gol contro Casale, Biellese e Lecco. D’ altro tenore la terza stagione: il passaggio al 4-3-3 e lo stato di grazia di Teo Nichele convinsero Glerean a relegarlo in panchina. Ciò nonostante fu lui a scortare Pirri e Mazzoleni nel doppio confronto in semifinale playoff con il Lecco. Ma a quel punto divennero irresistibili le sirene provenienti da Venezia (in cambio il Bassano ottenne Piovesan). Quel trasferimento fu l’altra grande sliding dor nella carriera di Mateos: titolare inamovibile con gli arancioneroverdi prima, idolo incontrastato del Mocagatta di Alessandria poi. Che Mateos devono aspettarsi dunque i tifosi giallorossi? Le relazioni sono più che interessanti ma noi lo chiediamo direttamente a lui.
“Se sono diventato più forte o meno non sta me a dirlo. Preferisco che siano gli altri a giudicare se sono cresciuto e in che termini. Il mio compito è di lavorare e far parlare i fatti. Quello che posso dire è che aver vissuto due esperienze in piazze di primo livello come Venezia e Alessandria mi ha fatto maturare tanto, soprattutto a livello mentale, reso più completo e insegnato a tirare fuori il meglio dal gruppo. Un giusto spirito e atteggiamento del gruppo, infatti, diventa essenziale per raggiungere obiettivo importante”.
Mateos, 29 anni, affiancherà Caciagli in mezzo al campo
Una delle tue peculiarità è sempre stata quella di essere un grande trascinatore e uomo spogliatoio. Questa è una delle caratteristiche che maggiormente apprezza anche il dg, Stefano Braghin.
“Questa è sempre stata una mia caratteristica, il mio carattere mi porta ad essere un positivo e a contagiare i compagni. Ma prima che con le parole ritengo sia indispensabile dare un buon esempio in gara e in allenamento. Per questo voglio partire forte fin dai primi allenamenti”.
Qual è stata la molla che ti ha spinto a tornare?
“Andare via da Alessandria non è stato facile perché lì ho vissuto due anni straordinari dove il calcio è sentito come in poche altre città e l’attaccamento della gente è incredibile. Però la società è cambiata e non c’erano più le stesse vedute. Al contrario qui a Bassano ritrovo un posto dove son stato benissimo e un dirigente come Stefano Braghin che mi ha voluto fortemente e nutre nei miei confronti una grande fiducia. Le premesse per far bene ci sono tutte, sono veramente soddisfatto di essere di nuovo qui”.
Che stagione si prospetta per i colori giallorossi?
“Sono fermamente convinto che ci sia tutto per disputare una stagione positiva. La società quest’anno punta al risultato sportivo ma anche extracalcistico cioè quello di coinvolgere maggiormente la città. Loro ci stanno mettendo grandissimo impegno, su tutti i fronti, noi giocatori non dobbiamo essere da meno e daremo il massimo. Al momento il dubbio più grande è fuori Bassano ossia il caos che sta colpendo la Lega Pro e di conseguenza capire quante squadre si iscriveranno, in che girone giocheremo e tutto ciò che ne consegue (oggi scade il termine per la presentazione dell’eventuale domanda di ripescaggio ndr)”.
Della tua precedente esperienza nella città del Grappa molti ricorderanno le sgroppate felici sotto la tribuna mano nella mano con Emanuel Rizzi dopo i vostri gol. Con chi inscenerai una particolare esultanza quest’anno?
“Non ci ho ancora pensato, molti ragazzi non li conosco personalmente. Però diciamo che spero di prendere per mano tutto il gruppo, panchina compresa”.