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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
È la dura legge del gol (subìto)
Il BV è chiamato a mettere in campo tutto per lasciarsi alle spalle la peggior figura stagionale. Ripartire dalla fase difensiva è un obbligo per quello che è ancora il secondo miglior attacco del campionato ma anche la terza peggior difesa
Pubblicato il 16-12-2016
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I freddi numeri nel calcio non dicono tutto però aiutano a capire. È una tipica frase fatta che però è altamente significativa per descrivere la rotta che ha imboccato il Soccer Team. Noi per primi dopo il triplice fischio a Gubbio, a caldo, abbiamo scritto una verità solo parziale. È si vero che gli avversari hanno inquadrato il sistema di gioco sfoggiato per la prima volta da D’Angelo contro il Pordenone, spiazzando gli uomini di Tedino, e di conseguenza sono stati individuati tutta una serie di accorgimenti per irretire il centrocampo giallorosso. Sono un esempio le marcature quasi a uomo su Proietti e Minesso, rispettivamente vertice basso e alto del rombo dangeliano, le sovrapposizioni pensate da Asta per bypassare la copertura di Falzerano, il pressing altissimo. Tuttavia è molto più vero, ma davvero molto di più, che il tallone d’Achille che sta affondando il Bassano è la tenuta difensiva. I giallorossi sono la terza peggior difesa del campionato mentre difendono un orgoglioso secondo posto in fatto di gol siglati! Il BV subisce la bellezza di 1,3 gol a partita, 25 nel complesso. Se ci soffermiamo solo sul periodo nero la media supera i 2 gol a gara! Ultimamente, peraltro, sempre più gol sono arrivati sugli sviluppi di palle inattive, corner e punizioni. Si sapeva dall’inizio che la statura media della squadra avrebbe potuto esporla a questo rischio ma è anche vero che questo problema è emerso soprattutto ultimamente quindi c’è anche una componente di attenzione che incide in negativo. A questo punto il ritorno di Rossi, specialista delle uscite aeree, è altamente auspicabile sebbene Bastianoni sia nettamente preferibile per quanto concerne il gioco con i piedi. Prendere coscienza della malattia è il primo passo verso la guarigione (cit. Sancio Panza). Ripartire dalla tenuta difensiva, la tanto cara agli allenatori fase difensiva che inizia dagli attaccanti, è la principale terapia che D’Angelo dovrà prescrivere e somministrare al paziente giallorosso.
Arriva il Fano. Domenica al Mercante non si sfideranno due squadre in salute. Sia D’Angelo che Cusatis si giocano tanto, le loro panchine stanno iniziando a traballare. Il sodalizio veneto ha racimolato tre punti sui diciotto disponibili nelle ultime sei partite, a sua volta la compagine marchigiana ha incamerato un solo punto nelle ultime cinque giornate. Il match contro il Fano è il tipico esempio descritto dal detto latino “mors tua vita mea” con la differenza che se agli ospiti può andar bene anche un pareggio, i giallorossi non possono rimandare ulteriormente l’appuntamento con la vittoria per ritrovare un minimo di buonumore.
(foto Giorgio Zen)
La parola a Fabbro. A dispetto dei suoi 20 anni Michael Fabbro dimostra di avere dei concetti solidi in testa e anche la capacità di esporli limpidamente. Non è caso nella settimana più tribolata dell’anno ad incontrare la stampa è lui e non un suo collega più esperto. Ecco il suo pensiero trasmesso all’Ufficio Stampa giallorosso: «E' importante per noi riuscire a conquistare i tre punti, una vittoria ci permetterebbe di ritrovare una maggiore fiducia in noi stessi. Tuttavia non sarà una sfida facile, questo campionato finora ci ha dimostrato che ogni gara nasconde delle insidie, non ci possiamo quindi permettere ulteriori disattenzioni. Non dobbiamo ragionare come una squadra ai vertici, dobbiamo pensare come una squadra che lotta per salvarsi e che non ha più nulla da perdere.Il mio campionato fino ad ora? Purtroppo ho avuto un infortunio nel mio miglior momento di forma, ma spero di contribuire al più presto ad aiutare la squadra con una rete. Il pubblico? i nostri tifosi ci sono stati sempre vicino e sono certo che ci aiuteranno anche ora, chi ci segue sa quanto questo gruppo sia unito e quanto ci teniamo a fare bene»
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