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Attualità

Casta al pomodoro

I privilegi a tavola dei senatori? Il ristoratore Sergio Dussin li ripropone nei suoi locali. Primi piatti a prezzi simbolici “per far capire le disparità che affossano l'Italia”

Pubblicato il 26-08-2011
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Diavolo d'un Sergio Dussin: con la sua ultima trovata, il noto ristoratore locale e presidente del Gruppo Ristoratori Bassanesi è riuscito a ritagliarsi grande spazio sui giornali e sulle agenzie di stampa.
Il suo fiuto da imprenditore ha abilmente annusato l'andazzo generale di questa torrida estate: un prorompente e ormai generalizzato senso di schifo della popolazione nei confronti dei privilegi della politica.
E così, sull'onda molto “trendy” dei sentimenti anti-casta, ha ben pensato di introdurre nei suoi menù quella che lui chiama “una provocazione”: un listino separato di pietanze a prezzo praticamente simbolico, in stile ristorante di Palazzo Madama.

Il menù del ristorante del Senato, a prezzi simbolici, che ha scandalizzato l'Italia. E' stato lo spunto della provocazione di Dussin

Il “Menù del Senato” a prezzi calmierati è disponibile nei due ristoranti gestiti da Dussin a Romano d'Ezzelino (“Al Pioppeto” e “Dalla Mena”) e a quanto pare viene già apprezzato dal 5% dei consumatori dei primi piatti della giornata.
Chi pranza o cena nei due locali può dunque ordinare dei tagliolini casalinghi o del riso all'inglese ad un euro e 60 centesimi. E chi vuole proprio esagerare, può gustare un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico per due euro e 50.
Per Dussin - come riferisce un ampio articolo pubblicato oggi sul “Gazzettino” - si tratta di “un segnale per far capire le disparità e i privilegi che affossano l’Italia, mentre le imprese come le nostre creano occupazione e devono garantire gli stipendi ai loro collaboratori, e noi ne abbiamo 40’’.
L'idea di fondo del “menù senatoriale” è dunque quella di dimostrare che i privilegi dei parlamentari, almeno a tavola, posso essere condivisi anche dai comuni mortali.
Complimenti all'amico Sergio per la geniale iniziativa, che dimostra come una semplice intuizione dai grandi contenuti di attualità sia meritoria di un forte e stimolante interesse mediatico.
Ma concludiamo con una piccola contro-provocazione, rivolta al ristoratore che a Roma ha già più volte cucinato - e con ottimo successo - per Papa Benedetto XVI:
a quando un “Menù di Piazza San Pietro” per protestare contro i privilegi fiscali del Vaticano?

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