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Direttore Responsabile
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Industria

“Chiediamo conto ai politici locali di cosa fanno per il Paese”

Il segretario Fim-Cisl di Bassano del Grappa Massimo Pantano interviene sulla situazione economica alla riapertura delle fabbriche. “Si ricomincia a lavorare in un clima di incertezza”

Pubblicato il 22-08-2011
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Crisi economica, situazione politica e manovra finanziaria: l'esponente della segreteria provinciale Fim Cisl Massimo Pantano, segretario del sindacato metalmeccanico per la zona di Bassano del Grappa, interviene - con una nota trasmessa in redazione - sul difficile momento che le nostre imprese devono affrontare alla riapertura degli stabilimenti dopo le ferie di agosto.
Qui sotto riportiamo integralmente il testo del suo comunicato:

Si ricomincia a lavorare in un clima di incertezza

Oggi una parte maggioritaria delle imprese del Bassanese ha riaperto i battenti. Alcune a regime ridotto per lo scaglionamento delle ferie. Altre riapriranno la prossima settimana.
Si riprende l'attività in un quadro assolutamente incerto, con le borse che hanno bruciato mediamente il 30% del valore delle nostre imprese più significative. Se queste imprese, quotate in Borsa dovessero tornare in una situazione come quella del 2008 tutto l'indotto che grava sul nostro territorio ne risentirebbe.
Ci troveremo a dover affrontare una recrudescenza della crisi in una situazione grave. Senza le risorse che ci hanno permesso di gestire, con la Cassa integrazione e la Cassa in deroga, la più lunga e grave crisi che si ricordi dal dopo guerra.
In questo clima, la seconda manovra varata, dopo quella di luglio, dal governo è ancora da definire.
È cominciato il gioco delle idee per cui tutti sono autorizzati a fare proposte con il risultato che si rischia di fare le uniche cose che non vanno fatte.
Proviamo a dire quali sono le nostre priorità: Non si toccano le pensioni. Qualsiasi intervento sulla materia potrebbe sì permettere risparmi ma garantirebbe il solito massacro ad un capitolo di spesa che già molto ha dato nelle precedenti manovre. Le pensioni italiane, oggi bruciano circa il 16% del pil, come avviene in Germania, Francia ed Inghilterra.
Le differenze sono sui decimali di punto. Ma in quei paesi vi è un sistema di pensioni integrative ed uno stato sociale decisamente migliore del nostro.
In più l'Italia è di gran lunga il paese europeo con il minor numero di nascite e l'età media si sta rapidamente alzando. Saremo il paese più vecchio d'Europa con le pensioni peggiori, quindi con una prospettiva di povertà diffusa pressoché certa.
Se a questo abbiniamo una disoccupazione giovanile che stenta a diminuire, anche grazie a politiche del lavoro inesistenti da parte del governo, il quadro è decisamente brutto.
Sarebbe servito, in questo periodo, un governo che avesse una idea di stato sociale, di fisco con la vera lotta all'evasione, di mercato del lavoro. Niente di tutto ciò. Solo la voglia di restare in carica per difendere il capo dai cattivi della magistratura, e per difendere i loro privilegi.
La Lega comincia a vedere eroso il suo grande consenso con una politica dei due forni che il suo popolo non capisce più.
Come si fa a votare tutto quello che propone Berlusconi e poi dire che la povera gente non si tocca. Il suo popolo li sta mandando a quel paese. Ben venga, finalmente, la presa di posizione leghista a difesa delle pensioni. Meglio tardi che mai. Speriamo che tengano duro. Cosa dovremo pagare per questo lo vedremo. Di certo nessuno parla più di dimezzare i politici, la proposta di chiudere provincie e piccoli comuni si rivela poca cosa, i costi della politica non vengono aggrediti neanche da questa manovra.
Purtroppo un'autoriforma della casta non si farà mai in questo paese. Non conosco nessuno che si toglierà la sedia da sotto il sedere.
L'unico modo per fare la riforma della politica è quello di insistere con l'iniziativa messa in atto a fine luglio dalle forze sociali unite, lavoratori, imprenditori, commercianti.
Quella iniziativa, prima della lettera della BCE ha convinto gli esponenti del governo a rinviare di alcuni giorni le loro ricche vacanze.
Quella iniziativa va ripresa e se i politici non si muovono si muova la società che li ha prodotti. Purtroppo la FIOM e la CGIL scelgono la via facile della protesta, da soli, rompendo il fronte che con grande difficoltà si era costruito, e autorizzando gli altri (Marcegaglia in testa), a dire che la cosa più utile sia la riforma delle pensioni. Gridare ai brutti e cattivi non risolve i problemi che restano della povera gente. Scegliere le cose facili da fare non sempre equivale a fare le cose giuste. Credo che ancora una volta pagheranno i soliti e tutti avranno avuto ragione.
Per questo spero che nei prossimi giorni anche le forze sociali locali, di Vicenza, di Bassano, si facciano sentire. A Bassano c'è il forum delle associazioni: si convochi e si chieda conto ai politici locali di cosa fanno in questi giorni e di cosa faranno per il Paese. Il loro Paese.

Massimo Pantano
Fim-Cisl Bassano del Grappa

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