Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Astra Nostra

Italia Nostra Bassano interviene sul Teatro Astra: “Il fantasma dell’opera. Impegnati da sempre per la restituzione alla città di un bene comune, è ora di aprire un vero e partecipato tavolo di consultazione”

Pubblicato il 23-01-2024
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Quale busta vuole? La numero 1, la numero 2 o la numero 3?
Riguardo alla questione del Teatro comunale a Bassano, sembra quasi di risentire la voce del grande Mike Bongiorno al “Rischiatutto”.
E chi ha più o meno la mia età sa bene a cosa mi riferisco.

Foto Alessandro Tich

Le tre buste proposte dall’amministrazione comunale alla città di Bassano sono quelle delle altrettante opzioni progettuali alternative per il Teatro cittadino contenute nel documento di fattibilità presentato pubblicamente nei giorni scorsi in sala Chilesotti.
Busta numero 1: acquisto e ristrutturazione del Teatro Astra.
Busta numero 2: costruzione ex novo di un Teatro nell’area del parcheggio Le Piazze.
Busta numero 3: costruzione ex novo di un Teatro nell’area del defunto Polo Museale Santa Chiara all’ex caserma Cimberle Ferrari.
So che lo sapete, ma, per onor di chiarezza, ripetere fa sempre bene.
Come ho già scritto nel resoconto dell’incontro in sala Chilesotti, le prime reazioni del pubblico hanno subito evidenziato le due opposte correnti di pensiero cittadino sull’argomento.
Da una parte ci sono i Modernisti, favorevoli all’ipotesi di un Teatro contemporaneo da realizzare ex novo.
Tale categoria, a sua volta, si suddivide in due sotto-gruppi: i Modernisti Periferici e i Modernisti Centristi.
I primi considerano migliore la soluzione al parcheggio Le Piazze, fuori dal centro storico, mentre ai secondi piacerebbe un Teatro al Santa Chiara perché collocato all’interno del salotto cittadino, dentro le mura.
Sul fronte opposto, ci sono invece gli Astrofili: quelli favorevoli all’acquisto e al recupero del Teatro Astra a prescindere, senza se e senza ma, in nome della tradizione dello storico edificio che ha già ospitato i fasti di quelli che furono il Teatro Accademico e quindi il Teatro Sociale di Bassano.
Appartiene a questo fronte la sezione di Bassano del Grappa dell’Associazione Italia Nostra, che nel ribadire la sua posizione lancia una serie di provocazioni sulla gestione della vicenda Astra, come dal comunicato stampa trasmesso in redazione dal consiglio direttivo, che pubblichiamo di seguito.

COMUNICATO

Astra: il fantasma dell’opera

La presentazione delle proposte progettuali sul Teatro nei giorni scorsi in Sala Chilesotti permette alla Sezione di Bassano dell’Associazione Italia Nostra di fare il punto su questa delicata situazione che si trascina dal 2008 appassiona e preoccupa i bassanesi.

Sul sito nazionale troverete le tappe di un impegno civico per la restituzione alla città di un bene comune in documenti che il 19/6/2021 ne riassumevano la cronistoria. (www.italianostra.org/sezioni-e-consigli-regionali/veneto/bassano-del-grappa/).

In quegli anni il Teatro Astra fu chiuso e ad inizio 2010 fu firmata fra Comune e Zeta Film - ultima proprietaria dal 2004 - un contenzioso sui debiti.
Il teatro, ricordiamolo, venne edificato a cura di 29 soci costituitosi in sodalizio nel 1802, ed aprì agli spettacoli nel 1811, già teatro Accademico e poi Teatro Sociale oggi potrebbe avere (ha!) 213 anni di storia! Ci sono alcune parole chiave che potrebbero meglio caratterizzare le intricate vicende del Teatro.

-Monumento vincolato: Il Teatro, tutelato dalla Sovrintendenza per conto del Ministero della Cultura, ha un destino specifico, e anche se privato è stato oggetto di poca sorveglianza sulla sua integrità da parte delle Amministrazioni Pubbliche susseguitesi in oltre quindici anni!

-Destinazione urbanistica: che senso ha ancora una volta spendere le risorse pubbliche in progetti alternativi che difficilmente potranno trovare compatibilità con gli strumenti pianificatori esistenti?

-Abbandono voluto: La successione dei crolli del tetto e lo stato di degrado interno sono la testimonianza di un metodo tipicamente italiano ma che anche a Bassano ha precedenti illustri.
Ricordiamo ad esempio che l’attuale McDonald’s-Mc Drive è nato sulle testimonianze di un edificio storico appartenuto alle pertinenze di Villa Cà Rezzonico (dal PAT: “Edifici di valore storico-monumentale e/o di interesse tipologico”, con certificate testimonianze storiche e documentali sulla presenza degli ufficiali francesi durante il soggiorno di Napoleone a Bassano (tra il 1796 ed il 1797 alloggiò il generale Andrea Massena). Così prossimamente potremmo aspettarci la dichiarazione di pericolosità per crollo degli stabili adiacenti il Teatro in Viale dei Martiri!

-Amministrazione Pubblica inefficace: Bassano si è caratterizzata in questi lunghi anni per una finta democrazia partecipativa, sostituendosi al sereno e aperto dibattito pubblico (su piccoli o grandi progetti), richiesto dai cittadini attraverso istanze di associazioni culturali, Comitati di quartiere, o appelli inascoltati di singoli cittadini. Il risultato è stato una serie di comunicati che evidenziavano fatti compiuti o decisioni già prese inefficaci e deludenti.

-Le occasioni perdute: sono state riportate tante versioni sulle trattative intercorse con i privati ma le cifre definitive ancora oggi non si conoscono: speculazione edilizia o compromesso civico?

-Soluzioni a portata di mano. Le cifre snocciolate in questi anni fanno girare la testa ai comuni mortali. Senza inutili ed utopici gigantismi, decisamente fuori luogo in una città definita da alcuni media ancora oggi “village” e senza un albergo degno
di menzione, vi sono soluzioni a portata di mano. In fin dei conti se ci facessimo umili e ragionassimo come una rete culturale territoriale vedremmo attorno a noi scrigni preziosi: Teatro Sociale di Cittadella (300 posti), Teatro Comunale di Thiene (480 posti), Teatro Accademico di Castelfranco (275 posti).

-Mecenatismo mercantile. Ci si illumina il cuore leggendo la lista dei benefattori in una lapide apposta in un frammento residuale di porticato del vecchio civico ospedale in Viale delle Fosse, e ci domandiamo perché in questa ricca città non si trovino 29 cittadini (ma forse anche di più!) che vogliano diventare “illustri” per le generazioni future come lo furono i fondatori del Teatro Sociale nel 1802.
Oggi non basta più la riconoscenza e la memoria collettiva, prima ancora di mettere mani al portafoglio il donatore troppo spesso chiede tornaconti personali!

-Disegnare il futuro o fare proclami. Siamo convinti che il vero tesoro di Bassano siano i suoi cittadini, oramai abituati alle promesse e a disegni irrealizzabili (la Provincia, il Tribunale, un Ospedale di prestigio) rimangono però sempre sensibili alla tutela e alla valorizzazione dei beni comuni: hanno evitato le due enormi Torri di Portoghesi( 2009 ) a ridosso delle Mura medievali, hanno bloccato un insano progetto di centrale elettrica a pochi metri dal Ponte palladiano, hanno osteggiato passerelle volanti dalle ex Scuole Mazzini al Giardino Parolini, hanno contrariato un ascensore a deturpare il complesso monumentale di Viale dei Martiri, si sono fermamente opposti alla realizzazione di 2 milioni di mc di nuovi capannoni in un’area agricola di altissimo pregio ambientale e paesaggistico!

È ora di aprire un vero e partecipato tavolo di consultazione, aperto a tutta la popolazione su un tema così importante, ponendo la cura al centro delle azioni e restituendo a tutta la comunità un bene di inestimabile valore civico!

Italia Nostra
Consiglio della Sezione di Bassano del Grappa

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