Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 20-03-2009
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“Holy cow!”. Letteralmente: “Santa mucca!”. E' il modo texano per dire “Mamma mia!” ed è la frase urlata dai tecnici del centro di controllo della missione “Phoenix” della NASA quando - sotto la sonda “Phoenix Mars Lander” atterrata sul Pianeta Rosso il 25 maggio 2008 - è comparso del materiale di colore bianco. I propulsori della sonda, durante l'atterraggio, avevano spostato la sabbia sottostante facendo affiorare quello che poi, a una successiva analisi, è risultato essere ghiaccio.
E' stato uno dei momenti più emozionanti della missione spaziale che ha esplorato la composizione del suolo marziano: a raccontarlo - al folto pubblico intervenuto all'inaugurazione della rassegna “Asparagi e Vespaiolo” alle “Bolle” di Nardini - il prof. Barry G. Goldstein, responsabile del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e della missione “Phoenix Mars Lander”.
Le foto e le analisi della sonda Phoenix hanno confermato la presenza di ghiaccio, e quindi di acqua, su Marte soprattutto in corrispondenza dei Poli e con grandi differenze tra l'inverno e l'estate marziana. Alcuni pezzi di ghiaccio emersi dagli scavi della sonda sono successivamente evaporati per effetto della luce solare e nella “notte” marziana - ha spiegato Goldstein - si è formata anche la brina.
Il prof. Barry G. Goldstein della NASA riceve dal presidente Bizzotto i semi di asparago da piantare su Marte
L'acqua su Marte ha dunque un suo ciclo e il terreno, come risultato dalle analisi, ha una bassa acidità: tale da permettere - a prescindere dalle condizioni ambientali - la coltivazione di prodotti terrestri tipici dei terreni alcalini, “primo fra tutti l'asparago”.
Il prof. Goldstein, affabile e sorridente, ha accettato con divertito interesse l'omaggio del presidente dell'Associazione per la Tutela dell'Asparago Piergiorgio Bizzotto: una boccetta di semi di asparago di Bassano da piantare nel suolo marziano. Ma conversando coi giornalisti, ha specificato che “l'innesto o l'impianto di materie organiche nel suolo di Marte e degli altri pianeti non sono consentiti dalle attuali convenzioni internazionali”.
Ma l'operazione “Asparagi su Marte”, promossa dai Ristoratori Bassanesi, è intanto partita.
E fino al 2030, anno previsto per la prima missione umana sul Pianeta Rosso, molte cose possono ancora succedere.