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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Con Apo si vola

“Apo c'è!!!”: la seconda giovinezza artistica, dopo il trapianto di fegato, di Roberto Apo Ambrosi. Che ripercorre la colonna sonora della nostra vita con cinque concerti-evento a scopo benefico all'Oratorio Don Bosco di Marostica

Pubblicato il 11-11-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Col repertorio che ha preparato - ben 78 (!) canzoni dal 1966 al 1981, riarrangiate per l'occasione - si potrebbe ben dire: vietato ai minori degli anni “anta”. Ma sono in realtà le canzoni della nostra vita, conosciute da tutti, quelle che si suonavano e si cantavano in spiaggia davanti ai falò, che si ascoltano sempre con piacere quando le sentiamo casualmente all'autoradio, emozionanti e irresistibili anche per le orecchie e per i cuori più giovani.
Ebbene sì: Roberto Ambrosi, universalmente conosciuto come “Apo”, colpisce ancora. E lo fa con un atteso e originale evento, intitolato “Apo c'è!!!”: cinque concerti per cinque giorni di fila, a Marostica nel centralissimo Oratorio Don Bosco, da mercoledì 13 a domenica 17 novembre (inizio ore 20.30, tranne domenica inizio ore 17).
Uno scoppiettante one-man show che propone “Il concerto di una vita”: la colonna sonora di tre lustri favolosi della nostra musica, ripercorsa con aneddoti, storie e situazioni vissute dal protagonista, “oste di passaggio” - come ama definirsi - ma soprattutto cantante e cantautore di razza, proiettato negli anni '70 e '80 sui palcoscenici nazionali e personaggio eclettico che non ha mai spezzato i legami con il mondo della musica, con gli artisti conosciuti nel corso della sua carriera e soprattutto con gli amici di sempre, primo fra tutti l'inossidabile Don Backy.

Roberto Apo Ambrosi durante l'anteprima del suo spettacolo (foto Alessandro Tich)

Oggi Apo, superati i cinquanta, sta vivendo una seconda giovinezza artistica.
In realtà si tratta di una seconda vita, dopo la “drammatica, ma per certi versi bellissima esperienza” (sono sempre sue parole) del trapianto di fegato a cui è stato sottoposto l'anno scorso presso l'Unità di Chirurgia Epatobiliare e Centro di Trapianto Epatico dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, diretto dal prof. Umberto Cillo.
Un bivio esistenziale da cui è uscito più forte e più motivato di prima, confortato da una stupenda famiglia e dalle tante persone che gli vogliono bene. E che lo ha spinto a dare tutto sé stesso per iniziare una nuova battaglia “contro il nemico invisibile”, e cioè la malattia epatica, e sostenere le realtà del volontariato impegnate in ambito ospedaliero e nel campo della prevenzione.
I cinque concerti di “Apo c'è!!!” sono infatti a scopo benefico: il ricavato (biglietti numerati 25 euro, altri 20 euro, info e prevendita 0424 577789, 0424 72312 e apo@vocidalcuore.com) sarà devoluto alle associazioni “Sofia Onlus” e “30 Nodi per il Fegato”.
Il primo sodalizio, costituito da genitori di bambini trapiantati di fegato, opera con lo scopo di aiutare economicamente e psicologicamente le famiglie che vivono la realtà di un trapianto epatico e di sostenere il reparto di Gastroenterologia Pediatrica e il Centro Trapianti di fegato dell'Azienda Ospedaliera di Padova.
La seconda associazione, promossa dal primario prof. Umberto Cillo, è attiva invece nella diffusione di informazioni sulle malattie del fegato, nel sostegno alle famiglie dei pazienti, nel sostegno alla ricerca e alla formazione di giovani ricercatori e nella promozione della donazione degli organi.
Insomma: “Ci vuole fegato”, come è intitolata la canzone di Apo inserita nel Cd “Voci dal cuore 3”, il primo progetto a scopo benefico scaturito nel 2013 dalla fervida creatività dell'oste-artista marosticense - a favore di “30 Nodi per il Fegato” - con la partecipazione, in veste di interpreti, di cantautori del calibro di Luca Barbarossa, Don Backy e Massimo Bizzarri ma anche di “cantanti di passaggio” come Paolo “Pablito” Rossi e Claudio Pasqualin.
Solo un primo assaggio della nuova missione artistica e sociale targata Apo, che lo scorso 13 ottobre lo ha visto di nuovo in prima linea nell'organizzazione della “Fila del cuore”: la catena umana da Guinness dei Primati che in piazza a Marostica ha richiamato più di tremila persone per cantare all'unisono “Volare” e altre canzoni, con le quote di iscrizione devolute a favore delle associazioni “30 nodi per il fegato”, “Fattoria sociale Conca d'oro” e “Fondazione San Bortolo Onlus”.
Adesso il buon Ambrosi ha attaccato il turbo, ed è pronto a regalare cinque concerti revival che si preannunciano imperdibili.
Parole d'ordine: divertimento e coinvolgimento. Lo spirito dell'iniziativa è tutto racchiuso nella frase riportata del volantino dell'evento: “L'ingresso è rigorosamente riservato a tutti coloro che cantando saranno, dalla platea, parte integrante dello spettacolo. Si invitano quindi coloro che acquisteranno il biglietto d'ingresso di lasciare all'esterno del teatro ogni componente negativa che possa influenzare la serata!”.
Uno spettacolo che abbatte la quarta parete tra palcoscenico e pubblico e nel quale, come abbiamo avuto modo di vedere questa mattina in un'anteprima dello show aperta alla stampa, Apo Ambrosi - microfono, chitarra e base musicale - dà il meglio di sé.
Tra una canzone e l'altra, racconti, curiosità, battute di spirito e improvvisazioni aggiungono il sale ad un piatto musicale già ricco di sapori.
Sul palco c'è anche un “appendicanzoni”: al posto degli abiti, escono i ricordi.
Che partono da “Lo straniero” di Georges Moustaki - la sigla di apertura della vita artistica del cantautore marosticense - e proseguono con altre pietre miliari dell'amarcord dei giradischi che furono: da “C'era un ragazzo che come me...” di Gianni Morandi a “L'arca di Noè” di Sergio Endrigo, canzone famosa per il ritornello orecchiabile ma in realtà contraddistinta da un testo ancora oggi attualissimo, e tante altre ancora.
Un messaggio di ottimismo e di solidarietà da parte di chi, dopo l'esperienza in ospedale, ha deciso di dedicarsi agli altri col linguaggio che più gli si addice: quello dell'amore per “le canzoni di una vita”. E davanti al palcoscenico ci sarà anche uno spazio per ballare: con Apo si vola.

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