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Tribunale di Bassano: Donazzan chiede incontro a Monti e Severino
Pubblicato il 14-08-2012
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L’assessore regionale Elena Donazzan ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro della Giustizia Paola Severino chiedendo un incontro sulla questione della chiusura del Tribunale di Bassano.
“All'indomani della notizia della chiusura del nostro Tribunale - scrive Donazzan - ho iniziato a riflettere su come trasmettere tutta l’incredulità di un territorio ed il senso di profonda ingiustizia che ha colto quanti, con serietà e ragionevolezza, hanno operato affinché non si giungesse a tale decisione. Credo, infatti, che le ragioni serie ed argomentate poste alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, siano state completamente ignorate e non solo disattese dal Governo. Era questa, in effetti, l'unica preoccupazione che io stessa avevo, fondata dai continui confronti con alcuni, bene informati ed autorevoli, esponenti di Commissione. Dopo aver lasciato decantare una iniziale rabbia per una ingiustizia, che credo abbiamo subito, ritengo - sottolinea l’assessore veneta - che il Governo debba almeno conoscere quali ragioni, quali iniziative, quale mobilitazione questo territorio, gli operatori del settore, i diversi portatori di interesse, i semplici cittadini abbiamo operato”.
“Ribadisco - continua il testo della lettera - come questa decisione vada nella direzione opposta alla riduzione della spesa pubblica, che pare essere la giustificazione, molto spesso non dimostrata in termini di risultato, con la quale questo Governo agisce lontano da ragionamenti certamente più complessi, ma più seri e responsabili. Lo dobbiamo al nostro senso di giustizia e a quegli oltre diciottomila cittadini che grazie ad una poderosa mobilitazione partita dall'Ordine degli Avvocati di Bassano del Grappa, hanno voluto significare non un mero interesse personale o materiale, ma il principio di difesa di un territorio che sempre ha saputo ben organizzarsi e non accetta di essere penalizzato a causa di decisioni sommarie e massimaliste. Il problema dei costi della Giustizia non sono solo quante sedi sono o resteranno aperte, ma l’iter dei processi, nonché quanto lavorano o meno gli operatori e con parametri più puntuali e seri, forse, si sarebbero comprese anche le ragioni per tenere aperto il NOSTRO TRIBUNALE”.
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