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Redazione
Bassanonet.it
Vini del territorio al ristorante? Giù le carte!
Il mercato del vino, per rinnovarsi, deve puntare sul binomio identità/valore accantonando il rapporto qualità/prezzo. In un momemto dove i ristoranti sono sempre più vuoti e le cantine sempre più piene
Pubblicato il 23-02-2011
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Venezia. Il mondo della ristorazione sta subendo un evidente momento di contrattura e nonostante i vari premi le cose non stanno andando affatto bene.
I ristoranti, salvo qualche raro caso sono sempre più vuoti e le cantine sempre più piene.
I momenti di crisi inducono a riflessioni, ad analizzare il punto, occorre fare quadrato.
I relatori dell'incontro
Se ne è parlato il 21 febbraio in una gremita sala consiliare della provincia di Venezia a Palazzo Ca’ Corner. Una giornata di studio promossa dalla strada del vino di Lison Pramaggiore. Una splendida cornice dove Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose; Enzo Vizzari, responsabile delle guide de L'Espresso; Claudio De Min, ispettore Veneto della guida Gambero Rosso; Riccardo Penzo, curatore della guida Ristoranti Che Passione e Dino Marchi, presidente di Ais Veneto con l’abile moderazione Fabio Piccoli hanno posto la questione ad un folto pubblico di addetti ai lavori.
Le tematiche affrontate sono state molteplici ma forse il focus vede una realtà fatta di istituzioni, ristoratori, giornalisti e comunicatori, formatori, produttori di vino e non ultimi consumatori, ciascuno abbarbicato nel proprio castello senza che vi sia tra questi un dialogo interattivo. Già dall’intervento dei politici in sala era evidente che il linguaggio e le chiavi di lettura sono molto diverse, serve un elemento di coesione che attualmente manca.
Enzo Vizzari sottolinea come occorre puntare sulle risorse umane, servono figure professionalmente qualificate capaci di mettere in relazione i vari attori della vita economica della gastronomia. Oltre a ciò serve una ristorazione che sappia rinnovarsi con carte di vini più esili più leggibili e più bevibili puntando anche sulla proposta al singolo calice.
Il mercato del vino per rinnovarsi deve puntare sul binomio identità/valore accantonando il rapporto qualità/prezzo che troppo spesso si riferisce ad un prezzo basso per qualità altrettanto bassa.
Un argomento sicuramente interessante, personalmente ritengo però che sia necessario un confronto reale sulla tematica sperando che tali discorsi non vengano ancorati ad una singola giornata. Promuovere una filiera produttiva è importante ma occorre prima che questa sia promuovibile, serve partire da un concetto di qualità vero per non rischiare di rimanere vittima di se stessi.
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