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Signora dai tratti gentili e dal fare tranquillo, Nadia Baron Maddalozzo è stata premiata domenica 30 gennaio per i suoi 50 anni di volontariato in Unitalsi, l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali che a Bassano ha la sua sede triveneta in via Monte Sasso ed un gruppo numeroso di iscritti.
In occasione di questo riconoscimento, con Nadia Baron Maddalozzo parliamo della sua scelta e del suo modo di vivere l’esperienza del volontariato a fianco degli ammalati.
Come si è avvicinata a questo mondo? Era il 1956, avevo da poco finito la scuola e frequentavo la parrocchia. Lì, per caso, mi venne chiesto di lavorare nella segreteria dell’Unitalsi che allora non conoscevo. Vi ho lavorato fino al 1961, come dipendente. Da quella data ad oggi sono una volontaria..

Di che cosa si occupa come volontaria? Il nostro compito è vario ma siamo conosciuti più per i viaggi che organizziamo per malati e pellegrini che hanno il desiderio di andare a pregare nei luoghi mariani. Io, oltre a partecipare ai pellegrinaggi, tengo aperto l’ufficio bassanese, punto di riferimento per tutte le nostre attività.
Quanti viaggi ha realizzato? Molti. Sono state tra le fortunate che ha potuto celebrare in loco sia i 100 che i 150 anni dall’apparizione di Lourdes. L’ultimo è stato nel 2008.. quest’anno, si vedrà.
Cosa vuol dire, per lei, partecipare a questi pellegrinaggi? Molte cose. Potersi avvicinare alla grotta è una sensazione forte, poi, vivere con altre sorelle queste esperienza e sentire che, insieme, senza distinzione di età, condizione sociale o economica, siamo tutte là per lo stesso motivo. Questo, per me, è di grande forza.
Qual è il tratto distintivo che le piacerebbe le fosse riconosciuto? Penso che tutti i volontari Unitalsi ne hanno uno, quello dell’umiltà. Il nostro, nei santuari, è un servizio che realizziamo tutti insieme, con l’esempio, senza ordinare o voler comandare.
Insieme a Nadia Baron Maddalozzo sono stati premiati per i loro 40 anni di fedeltà, anche i bassanesi Narciso Cassanego, Silvano Lago e Franco Zanardi.
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