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“Slegare la medicina dagli ospedali”
L'assessore regionale alla Sanità Lucio Coletto interviene alla 1° “Conferenza della Salute” al San Bassiano. Il futuro della spesa sanitaria e i nuovi criteri per l'assegnazione delle risorse alle Ulss
Pubblicato il 19-11-2010
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“Stiamo lavorando al nuovo Piano socio sanitario della Regione. Bisogna decentrare la medicina, che si deve slegare dal rapporto forte con gli ospedali. Gli ospedali resteranno centri per acuti, ma le necessità standard della popolazione dovranno essere date dai centri satellite della Sanità sul territorio”.
L'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, intervenendo oggi alla 1° “Conferenza della Salute” dell'Ulss n.3 all'ospedale San Bassiano, ha delineato con queste parole l'immediato futuro dei servizi sanitari e assistenziali della Regione Veneto.
Un sistema che necessita di una nuova organizzazione e programmazione, sull'esempio dei modelli di gestione delle Aziende sanitarie virtuose.
L'assessore alla Sanità della Regione Veneto Lucio Coletto
“L'Azienda sanitaria di Bassano - ha affermato Coletto - è uno degli esempi positivi del Veneto per operatività e servizi ai cittadini. Nel nuovo Piano socio sanitario regionale dobbiamo prendere esempio da realtà come queste, che sono riuscite a gestire bene le risorse a disposizione, per organizzare anche le altre Ulss.”
E un primo importante segnale della nuova impostazione arriva dalla recente approvazione del riparto del fondo sanitario regionale 2010: il documento che sancisce la ripartizione, tra le diverse Ulss e Aziende ospedaliere del Veneto, degli 8 miliardi e 137 milioni di euro assegnati alla Regione dallo Stato per la spesa socio-sanitaria.
Nell'attribuzione delle risorse è stato infatti adottato il criterio di riferirsi gradualmente ai costi sostenuti dalle migliori Aziende sanitarie del Veneto: riferendosi ai quali, e in base al finanziamento assegnato, i direttori generali potranno gestire in equilibrio il sistema sanitario.
“Abbiamo varato il riparto in giunta - ha spiegato Coletto a Bassano - in modo tale da gestire la Sanità veneta secondo il sistema dei costi standard, e non più con quello dei costi storici. La standardizzazione dei costi non vuol dire un taglio ai servizi, ma mutuare esempi migliori di gestione anche nelle Aziende sanitarie che non hanno brillato.”
“E' giusto che il Veneto abbia un nuovo Piano socio sanitario che tenga conto dei mutamenti degli ultimi anni in questa Regione - ha sottolineato l'assessore alla Sanità -. C'è la necessità di una spesa ridimensionata e di una ridistribuzione della programmazione, secondo interventi concordati con i sindaci e col consiglio regionale. Aspettiamo proposte dalle assemblee dei nostri sindaci. Sono certo che riusciremo a trovare le risorse necessarie per dare servizi territoriali sempre migliori.”
“La spesa sanitaria - ha concluso Coletto - sarà un nuovo vestito su misura per il Veneto, non calato dall'alto ma condiviso dal territorio per sganciarsi dai costi storici.”
Il modello sanitario veneto del futuro - ha aggiunto l'assessore regionale ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto - sarà composto da pochi “hub”, e cioè fulcri, composti da ospedali efficienti ed efficaci che servano le alte specialità di un territorio vasto e a cui andrebbero il 45% delle risorse sanitarie, affiancati da una più ampia e potenziata rete di servizi territoriali a cui sarebbe assegnato il 55% delle risorse.
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