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Ritorno al futuro

Presentata a Marostica la Partita a Scacchi 2026: nuova colonna sonora originale e collaborazione con l'Accademia Teatro alla Scala per continuare l’evoluzione dello spettacolo. Intanto, quest’anno, spazio alla rievocazione Marostica 1454

Pubblicato il 03-09-2025
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Elena Pavan

Se io fossi la Bella Lionora - cosa ovviamente impossibile, per motivi genetici - avvertirei un pesante senso di responsabilità per tutto quanto ruota attorno alla cerimonia del mio fidanzamento.
Un’organizzazione da curare nei minimi dettagli, centinaia di figuranti, un altro esercito di collaboratori e di tribunisti, luci, danze, musiche, costumi e uno spettacolo che si evolve artisticamente e tecnologicamente ogni due anni.
Perché quella cerimonia di fidanzamento è ovviamente la Partita a Scacchi a personaggi viventi di Marostica, la cui prossima edizione è in programma per due weekend consecutivi l’anno prossimo (venerdì 4 e sabato 5 e venerdì 11 e sabato 12 settembre 2026, sempre con inizio alle ore 21) e di cui proprio oggi sono partite le prevendite dei biglietti.

Foto di gruppo alla conferenza stampa di presentazione

Conferenza stampa in modalità “tutti insieme appassionatamente” a Palazzo Baggio per la presentazione della Partita 2026, con Simone Bucco - presidente della Pro Marostica, organizzatrice del grande evento - chiamato a dirigere il traffico degli interventi.
Assieme a lui, sul tavolo dei relatori siedono il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, il sindaco di Marostica Matteo Mozzo, l’assessore comunale al Turismo Ylenia Bianchin e il regista della Partita a Scacchi Maurizio Panici.
Collegati in videoconferenza, invece, altri quattro protagonisti dello staff tecnico del sempre atteso ed impegnativo spettacolo sulla Scacchiera di Piazza Castello: il maestro Valeriano Chiaravalle, musicista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra di chiara fama; Umberto Bellodi, coordinatore del Dipartimento Palcoscenico e Laboratori dell’Accademia Teatro alla Scala; il coreografo Massimiliano Volpini e il light designer Andrea Burgaretta.
Manca all’appello solo il direttore di scena Andrea Piermattei.
Ed è proprio il maestro Chiaravalle la grande novità della Partita che verrà.
A lui è stata infatti commissionata una colonna sonora originale che irradierà letteralmente “nuova musica” sulle scene e le coreografie di quello che, pur restando ovviamente fedele alla sacra impostazione del libretto originale di Mirko Vucetich, sta diventando sempre di più uno show di caratura internazionale, in costante evoluzione artistico-professionale.
“Un lavoro ambizioso dl punto di vista musicale”, dichiara il compositore nel suo intervento. “Un passo di svolta per la Partita a Scacchi”, commenta il presidente della Pro Marostica Bucco.
La Partita 2026 promette inoltre ulteriori innovazioni: un’impostazione sempre più teatrale e importanti arrangiamenti tecnici e scenografici.
Il tutto arricchito dalla collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala che da questo mese ad ottobre e dal prossimo gennaio fino ai mesi che precedono l’appuntamento sulla Scacchiera darà vita al progetto di alta formazione con corsi e seminari dedicati ai mestieri dello spettacolo dal vivo, rivolti a diversi destinatari impegnati a vario titolo nella produzione e gestione della Partita stessa: regia, direzione di scena e direzione di produzione, marketing e social media, sartoria, aspetti organizzativi, customer care (assistenza agli spettatori, in questo caso) in lingua inglese.
Un passo concreto, dunque, verso la professionalizzazione dello spettacolo, con il coinvolgimento delle risorse del territorio e la trasformazione della città in un importante laboratorio.
“La famiglia si è allargata”, osserva il presidente Bucco in merito all’ampliamento dello staff tecnico della manifestazione.
“Questo allargamento - gli fa eco il regista Maurizio Panici - garantisce il futuro alla Partita, per competenze e professionalità.”
Insomma: un ritorno al futuro, dal momento che la continua evoluzione della Partita a Scacchi è una strada ormai segnata da qui agli anni a venire.

Ma, nel frattempo, attendendo il futuro bisogna pensare anche al presente.
E per questo 2025 la Pro Marostica copre nuovamente il “vuoto” degli anni dispari senza Partita a Scacchi con un appuntamento già destinato a diventare tradizione: Marostica 1454, una grande rievocazione storica con due giornate ad ingresso gratuito dedicate al Medioevo, in programma sabato 13 e domenica 14 settembre prossimi.
Fra gli eventi in cartellone: un mercato con bancarelle d’epoca e antichi mestieri, rievocazioni curate dai più autentici gruppi storici italiani, laboratori per ragazzi di tiro con l’arco, araldica, scrittura, danza, mitologia e quant’altro.
Momento clou, il sabato sera in Piazza Castello alias Piazza degli Scacchi con spettacoli di fuoco, combattimenti di spade e i fuochi d’artificio con l’incendio del castello alle 21.
Domenica, inoltre, sono previsti due momenti ufficiali.
Alle 11, la celebrazione del Patto di Amicizia tra gli Sbandieratori dei Borghi e dei Sestieri Fiorentini e la Pro Marostica e alle 17, la cerimonia di proclamazione delle novelle Lionora e Oldrada: sarà il momento del vero e proprio inizio del conto alla rovescia verso la Partita a Scacchi 2026.

Infine, due “tichate” ispirate dagli appunti sul mio bloc notes.
La prima trae spunto dal presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti che nel complimentarsi con Marostica per le tante iniziative che favoriscono lo sviluppo del turismo culturale, definisce “vulcanico” l’assessore YlEtna, pardon Ylenia Bianchin.
Più tardi la Bianchin dichiarerà:
“Se prima il presidente Ciambetti ha detto che sono un “assessore vulcanico”, non so quale aggettivo dare alla Pro Marostica.”
Propongo io un aggettivo, vista l’abbondanza di impegni e attività che vedono la Pro sempre in prima linea: straBuccante.
La seconda riguarda il sindaco Matteo Mozzo che riferendosi alla messe di eventi e manifestazioni che si svolgono annualmente nel suo Comune, afferma:
“A Marostica dovremo fare un calendario tutto nostro, oltre i 365 giorni.”
Prepariamoci dunque all’epocale passaggio dal Calendario Gregoriano al Calendario Mozziano.

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