Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 02-09-2025
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NY. È tutto qui.
Tranquillizzo il sindaco Nicola Finco: non è che all’improvviso una metropoli tentacolare come New York abbia copiato il marchio turistico di Bassano del Grappa Città Veneta della Cultura 2025 “BDG. È tutto qui”.
La Grande Mela non ne ha bisogno, il suo celeberrimo logo “I Love NY” basta e avanza e il “claim” che ho messo anche nel titolo vuole solamente sintetizzare la notizia che viene resa nota in una conferenza stampa convocata nella sala Chilesotti del Museo Civico: l’arrivo nella nostra città di dieci musicisti di alto livello della scena jazz di New York City, più un filmmaker sempre newyorkese, per “favorire relazioni durature tra visitatori e comunità locale, generare nuove occasioni di musica live e uno spazio di interazione creativa in città”. Ma, come fanno i soliti bravi giornalisti, andiamo con ordine.
La prof.ssa Silvia Rita Sedita, il direttore di Operaestate Rosa Scapin, il sindaco Nicola Finco e il prof. Giuseppe Spolaore (foto Alessandro Tich)
Il nome del progetto è Bassano Music Residency e tutto nasce, e tutto è finanziato con fondi PNRR, nell’ambito del progetto nazionale di ricerca PRIN (Progetto di Rilevante Interesse Nazionale) sullo sviluppo sostenibile delle città attraverso la cultura assegnato al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, coordinato dalla prof.ssa Silvia Rita Sedita.
La stessa prof.ssa Sedita, affiancata dal collega prof. Giuseppe Spolaore - bassanese di origine, docente di Filosofia del linguaggio all’ateneo patavino e anima operativa del progetto -, dal sindaco Nicola Finco e dal direttore di Operaestate Rosa Scapin, interviene alla conferenza stampa di annuncio dell’iniziativa che prenderà forma e sostanza nel corrente mese di settembre.
Per tre settimane, dal 6 al 28 settembre, i dieci musicisti da NYC saranno ospitati come “cittadini temporanei” a Villa Angaran San Giuseppe che sarà anche il quartier generale della loro attività con prove e jam session in spazi aperti al pubblico e anche il fulcro principale, ma non l’unico, del loro “intessere relazioni” con la comunità locale.
Ecco i loro nomi: la songwriter KJ Denhert (cantante e chitarrista), Adam Armstrong (contrabbassista), Nicki Denner (pianista e compositrice), Eric Halvorson (batterista), Mark McIntyre (chitarrista e compositore), Katie Martucci (cantante, chitarrista, bassista e compositrice), Josh Dunn (chitarrista), Samoa Wilson (voce e ukulele), Avi Rothbard (chitarrista) e Kensuche “Ken” Shoji (violinista jazz).
A loro si aggiunge il filmmaker Aaron Cassara che produrrà del materiale video sulla residenza degli altri artisti. Ma il prof. Spolarore “spera di convincerlo” a realizzare anche un documentario “su Bassano del Grappa vista con gli occhi di un americano”.
Per la serie: MBGA (Make Bassano Great Again).
Bassano Music Residency non è un festival e non nasce con un programma prefissato di eventi.
È una sorta di work in progress per offrire opportunità di collaborazione tra gli artisti e vari attori del territorio, tra cui gestori di locali e spazi culturali “per concerti o conversazioni pubbliche”; musicisti “per jam session, lavoratori e progetti creativi”; associazioni e istituzioni “per co-progettare eventi e momenti di approfondimento”; giornalisti, registi, fotografi e creativi “per raccontare la residenza e le sue storie” e realtà commerciali e imprenditoriali “per intrecciare cultura, produzione e servizi”.
Come diceva quella cosa della RAI, tanto per restare in tema di slogan?
Ah, sì: “di tutto, di più”.
“La residenziale - affermano i promotori dell’iniziativa - vuole essere un’occasione per incontrarsi e fare rete, aperta a tutti quelli che credono nella forza delle relazioni e dell’incontro con l’altro come fattori di crescita culturale ed economica.”
L’interazione con le realtà del territorio ha già dato frutto.
Sei musicisti di alto livello del Bassanese hanno dato la loro disponibilità e parteciperanno assieme agli ospiti newyorkesi a prove, jam session e concerti.
Dalla collaborazione con l’amministrazione comunale, Operaestate Festival, gli organizzatori della Settimana della Mobilità Sostenibile, MezzaNota (che ha messo gratuitamente a disposizione gli strumenti musicali) e i locali di Bassano, sono nati circa 30 eventi, fra cui un party di benvenuto a Villa Angaran San Giuseppe (6 settembre dalle 19.30 alle 23), una jam session settimanale, 18 concerti-aperitivo ovvero “aperitivi in musica” nelle vie e piazze della città in collaborazione coi locali del centro storico, due concerti nel chiostro del Museo Civico (17 e 18 settembre, dalle 21 alle 23), in concerto in piazza Garibaldi (21 settembre, dalle 18.30 alle 20.30)
e un concerto di chiusura a Villa Angaran San Giuseppe (25 settembre) nell’ambito dell’evento “Ground Social Forum”.
I beneficiari di tutto questo programma, passibile di ulteriori date e sviluppi in corso d’opera, “saranno i residenti e i visitatori di Bassano, che a settembre vivranno in una città ancora più ricca di musica, cultura e incontri inattesi”.
Bassano Music Residency è parte del progetto di ricerca dell’Università di Padova che studia modelli di sviluppo culturale ed economico basati sulla promozione di relazioni di qualità “con la previsione e l’auspicio che altri eventi e altre possibilità di interazione possano emergere in futuro”.
I musicisti newyorkesi, che diventeranno “bassanesi” per tre settimane, faranno dunque da testimonial di un “laboratorio vivente” in cui artisti provenienti dall’estero e membri delle comunità locali “co-creano nuove espressioni culturali e creative”.
Il progetto è in sintonia con gli studi sugli ecosistemi culturali che evidenziano come la cultura “può fungere da motori dei sviluppo culturale ed economico locale, a condizione che vi sia alla base una forte partecipazione locale”.
Una verifica “dell’importanza della qualità delle relazioni come motore di sviluppo in aree periferiche in quanto lontane da infrastrutture formali di innovazione e sviluppo come università, conservatori musicali eccetera” che sarà messa in atto con l’esperimento di Bassano del Grappa.
Il presupposto fondamentale per attivare questo “portafoglio di relazioni fruttuose” è che gli artisti si integrino nel contesto locale e che godano di uno status di “cittadinanza temporanea”, ben diversa “dall’usuale condizione vissuta usualmente dagli artisti convocati per partecipare ad un festival o auna kermesse musicale”.
Sarò pertanto una specie di full immersion nel contesto bassanese, per “respirarne” lo spirito e sentirsi parte di esso, dei musicisti arrivati da Manhattan, Brooklyn e dintorni.
Insomma: dalla Grande Mela al Grande Asparago.