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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Tu chiamale se vuoi relazioni

Relazionésimo: le relazioni sociali a scopo (legittimo) di lucro. Da un’idea di due imprenditrici, la bassanese Ketty Panni e Ombretta Zulian, nasce una nuova “visione del mondo” che si traduce in business

Pubblicato il 26-05-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi relazioni.
Chiedo scusa a Mogol e a Lucio Battisti, che starà protestando da lassù, se ho storpiato il famoso verso della loro celebre canzone. Ma è un modo efficace di esprimere in due parole il senso di smarrimento che avverto al termine della presentazione - rivolta agli imprenditori del territorio e allargata alla stampa - di Relazionésimo nella Cappella Mares in Villa Ca’ Erizzo Luca a Bassano.

L'intervento della presidente di Relazionésimo Ketty Panni

Mi spiego meglio: non è che non abbia capito di che cosa si tratta. Altrimenti non potrei neanche scrivere questo articolo. Il fatto è che si tratta di una di quelle cose che non possono essere comprese pienamente al volo, di primo acchito, e che ti fanno riflettere quando sei tornato a casa per cercare di coglierne il reale significato, come certi film d’autore visti al cinema.
Cercate di capirmi voi, innanzitutto. Arrivo all’appuntamento in Cappella Mares e prima degli interventi mi viene consegnato un comunicato stampa di presentazione nel quale apprendo, nelle prime righe, che Relazionésimo è una società (quindi un’azienda, legittimamente a scopo di lucro) fondata da due imprenditrici, la bassanese Ketty Panni e Ombretta Zulian, che hanno dato vita all’omonima impresa che ha come “ambiziosa vision” quella di “Cambiare il mondo”.
Caspita! E io che non riesco nemmeno a cambiare le mie scarpe, fino a che non si consumano le suole. E come si fa a cambiare il mondo? Cerco di capirlo - ma, come vi ho già detto, senza comprenderlo pienamente - dagli interventi in programma.

Il progetto imprenditoriale Relazionésimo - che in realtà andrebbe scritto così: {Relazionésimo}, con le parentesi graffe - parte da un presupposto sociologico.
E cioè, come lo interpreto io, che siamo soli nell’universo. Tutti individualisti, tutti proiettati prevalentemente a dare priorità al proprio “io”.
Da qui l’esigenza di dare vita a una “economia delle persone e delle relazioni”.
Chi lo dice al microfono di Villa Ca’ Erizzo Luca è la co-fondatrice Ketty Panni, una carriera al vertice dell’Oleodinamica Panni di Tezze sul Brenta-Cittadella fino a diventarne amministratore delegato, oggi presidente di Relazionésimo - Beate Vivo Farm Srl, l’impresa con sede a Vicenza che gestisce il business delle relazioni e di cui Ombretta Zulian è il CEO.
Sissignori, business: è quello che non avrei pensato di ascoltare e che emerge fondamentalmente dall’incontro, ma ci arriverò per gradi.
La “mission” di Relazionésimo e infatti quella di “ideare e sperimentare nuovi scenari nei quali le iniziative di sviluppo imprenditoriale, economico e culturale, siano permeate dalla ricchezza delle relazioni in tutte le loro forme”.

La benedizione intellettuale all’iniziativa viene impartita a Bassano dal sociologo di chiara fama Mauro Magatti, presidente del comitato scientifico di Relazionésimo.
“La sottolineatura dell’io deve fare un passo in avanti - afferma Magatti -. La nostra libertà dipende dalle relazioni. Siamo liberi e legati assieme, questo è il paradosso. Serve costruire un percorso sociale, politico, economico e culturale che metta al centro l’importanza dei legami, nelle organizzazioni, nei territori e nell’educazione.”
“Va data priorità alla cura delle persone - aggiunge il sociologo -. Se no cosa volete che sia Bassano, l’Italia? Zero. Se saremo in grado di ripensare un modello di consapevolezza del valore delle relazioni, l’Italia avrà un futuro.”
Ketty Panni spiega all’uditorio che Relazionésimo è nato quattro anni fa, con la consapevolezza della mancanza di relazioni e del fatto “di non riuscire a crescere come si doveva all’interno dell’azienda”. Da qui la nascita di Beate Vivo Farm Srl che l’imprenditrice definisce “la fabbrica delle relazioni”.
L’impresa ha persino un settore Ricerca & Sviluppo che si pone l’obiettivo della “ricerca della felicità”, come lo vedo io, per diversi target e non solamente in campo economico.
Li elenca la stessa imprenditrice relazionista: “i giovani, che stanno silenziosamente urlando, l’abitare dignitoso per gli anziani che vada oltre il cohousing e il cibo, con cui dobbiamo tornare a metterci in relazione.”
È qui che comincio a perdere colpi in fatto di comprensione generale del progetto, ma faccio finta di niente.

Ma come ogni impresa che si rispetti, anche {Relazionésimo} ha i suoi prodotti da piazzare sul mercato. E sono due, nella fattispecie, i prodotti presentati a Bassano.
Il primo è un prodotto editoriale: il magazine di Relazionésimo, presentato dal direttore editoriale Marco Dotti e dal direttore artistico Davide Librellotto.
Un sostegno alla causa volutamente cartaceo, raffinata pubblicazione analogica in quello che oggi è un mondo digitale.
La rivista, in edizione bilingue italiano-inglese, è al suo secondo numero e in copertina campeggia a grandi caratteri il titolo “We have a Vision. #noiabbiamounavisione”, dove il pronome plurale “We” - “Noi” si sostituisce deliberatamente al pronome singolare “I”- “Io”.
Vi avverto subito: sfogliare il magazine non è come leggere, con tutto il rispetto, Novella 2000. È una rivista dai contenuti di élite.
“Abbiamo dedicato questo numero - spiega Dotti - al tema dell’invisibile che si fa visibile, il tangibile dentro l’intangibile, che tuttavia si lascia toccare nei contesti di impresa e di mercato, ma si unisce anche alla necessità di un nuovo approccio alla bellezza del territorio.”
Tutto chiaro? Ovviamente sì. Se ne occupano nel magazine con i loro interventi lo scrittore Oscar Di Montigny, l’economista Luigino Bruni, il giornalista e scrittore Emilio Casalini, l’economista e attivista ambientale Vandana Shiva, l’accademico dei Lincei Carlo Alberto Redi. La parte illustrativa del magazine è invece ispirata e composta dalle opere “numeriche” dell’artista svizzero Andreas Lüthi, alcune delle quali esposte all’interno e nel giardino di Ca’ Erizzo Luca.
Perché anche l’arte, con il concetto di bellezza, fa parte del pacchetto complessivo tutto compreso.

All’interno del magazine, due pagine promozionali annunciano il secondo prodotto di Beate Vivo Farm: Relazionesimo Expo, esposizione dedicata all’“eccellenza nelle relazioni” e in programma alla Fiera di Vicenza dal 16 al 19 maggio 2024.
È una manifestazione B2P (Business to Person) prima del genere in Europa, dove le imprese si mettono in relazione con la gente, che si inserisce nel filone dei “grandi eventi” del progetto e che ha già vissuto la sua prima edizione nel luglio dell’anno scorso sempre in Fiera a Vicenza.
Ma c’è di più: dal 1 ottobre al 5 novembre 2023 {Relazionésimo} allestirà in Basilica Palladiana a Vicenza la mostra “La Proporzione Aurea”, il cui percorso espositivo sarà nuovamente incentrato sulle relazioni “con uno sguardo innovativo alle diverse discipline, dalla matematica alla scienza, dall’arte all’economia alla filosofia, partendo dalla figura di Luca Pacioli, matematico rinascimentale che ha contribuito in modo significativo alla nascita della contabilità moderna”.
L’evento espositivo si terrà in occasione del Festival delle Relazioni, in programma sempre a Vicenza dal 5 all’8 ottobre 2023.
Basta così. Penso di aver svolto al riguardo una relazione sufficiente.

In definitiva, quello a cui ho assistito in Cappella Mares a Bassano non è stato solo il focus su un progetto di “rivoluzione” (Mauro Magatti dixit) ma anche e soprattutto l’incontro promozionale di un’azienda che si è presentata ad altre aziende affinché aderiscano come partner al progetto medesimo.
Il tutto per consolidare il nuovo principio economico dell’“economia sferica”, che va ben oltre l’economia circolare, che è tridimensionale e la cui terza dimensione, come spiega Oscar Di Montigny nella sua intervista nel magazine, è “quella che, al centro della sfera, consente di posizionare l’essere umano quale principio e scopo ultimo”.
Ecco: probabilmente sta qui la chiave di lettura del dichiarato proposito di cambiare il mondo.
Così scrivono Ombretta Zulian e Ketty Panni nelle ultime righe del loro editoriale di apertura del magazine:
“Dobbiamo imparare a donarci tempo. Dobbiamo imparare a liberare spazio. Per rimettere ordine nelle cose, pulizia nello sguardo e simmetria nelle relazioni. Per cambiare il mondo, dobbiamo iniziare a guardarlo con occhi nuovi. Relazionésimo e tutto questo: è una vision guidata dal cuore.”
Parola di Ombretta & Ketty e non {lo spero ardentemente} di Uto & Pia.

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